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SII IL CAMBIAMENTO CHE VUOI VEDERE NEI TUOI FIGLI!

“Mio figlio è ingestibile” mi dice una mamma in consulenza. “Non è mai contento, si arrabbia per un nonnulla, si lamenta continuamente. Quando provo a dirgli qualcosa per farlo ragionare o cerco di rassicurarlo risponde sempre: – Brutta, cattiva, vai via! -. Io e mio marito non sappiamo più cosa fare. Abbiamo speranza che cambi?”.

Questa è l’accorato racconto di una mamma alle prese con gli stati d’animo “turbolenti” del suo bambino, Nicola, di 4 anni. Una situazione molto comune a quanti di noi hanno figli, e non solo di 4 anni!

In questo caso, Nicola ha perso improvvisamente il nonno a cui era profondamente legato e dopo qualche tempo tutta la famiglia si è trasferita in un’altra città, a motivo del lavoro del papà.

Che cambiamenti importanti per un bambino di questa età!

 

Dalle sue osservazioni Maria Montessori si accorge che i bambini, sin da piccolissimi, non tollerano cambiamenti improvvisi e sono, invece, sereni quando le cure, i gesti, le parole e le circostanze sono ripetitivi, stabili, senza sorprese.

Esiste, in modo particolare nei primi tre, quattro anni di vita, ma si ritrova anche in fasi di sviluppo successive, un bisogno molto forte di orientamento e continuità, che si manifesta attraverso reazioni infantili apparentemente senza senso, inspiegabili, che negli adulti suscitano disorientamento e perplessità. Un bisogno di “ordine” particolare, tipico della prima infanzia che Montessori definisce così:”

(…) il bisogno di vedere le cose sempre uguali fa parte della sua vita ed egli (il bambino) lo difende come può: questa difesa noi la chiamiamo «il capriccio» del bambino”.

(Maria Montessori)

 

Non si tratta, pertanto, di stranezze o capricciosità, ma di manifestazioni della mente infantile ancora in formazione e del tutto logiche. Una mente che richiede per molto tempo di cambiare il meno possibile; quel tempo necessario perché ciascun bambino possa costruire e consolidare dentro di sé una base sicura.

“(…) ogni mutamento improvviso stropiccia, confonde, il «disegno» che il bambino ha cominciato a fissare nella mente come un insieme ben noto e quindi rassicurante”.

(G. Honegger Fresco)

 

Dobbiamo essere consapevoli che attraverso ogni loro comportamento i figli ci comunicano le loro emozioni, i loro pensieri e bisogni. Questo vale non solo quando hanno 4 anni, ma in ogni istante del loro percorso di crescita. Lo fanno utilizzando un linguaggio, per noi “grandi”, spesso incomprensibile.

“Si tratta di riformare i formatori: noi tutti dobbiamo cambiare. Noi siamo gli adulti e il bambino dipende da noi; le sue sofferenze, a dispetto delle nostre buone intenzioni, provengono da noi. Se, per un errore da parte nostra, questi mali si producono, allora è necessario che l’atteggiamento dell’adulto sia riformato”.

(Maria Montessori) 

 

Ecco dov’è l’inghippo, in questa come in tante altre situazioni simili! 

Invochiamo il cambiamento nei nostri bambini, poco consapevoli che se vogliamo che i comportamenti dei nostri figli cambino, dobbiamo essere noi che per primi ci modifichiamo!

Come?

  • Intanto cercando di comprendere che i comportamenti dei nostri bambini, le loro reazioni alle situazioni che vivono sono il più delle volte irrazionali. Il loro cervello è immaturo e la logica con cui affrontano la vita, per molti anni, è molto diversa dalla nostra. Per tanto tempo i nostri figli utilizzano un modo di pensare pre-logico che ha a che fare di più con l’immediatezza delle emozioni che con la razionalità e che li porta a non essere in grado di valutare “oggettivamente” le situazioni.
  • Inoltre è assolutamente inutile e controproducente sperare che “magicamente”, a un certo punto, i nostri figli cambino o pensare che dobbiamo plasmarli per dare forma al loro carattere.                                                                                                                                                             “E’ necessario che l’adulto sia consapevole del fatto che non sempre riesce in ciò che tenta di fare. Deve cambiare atteggiamento”.         (Maria Montessori)

Siamo noi a dover cambiare atteggiamento!

Siamo noi che dobbiamo mettere in stand-by le nostre aspettative, provando a giocare un nuovo ruolo, quello dell’adulto che invece di reagire prova a rispondere al bisogno del bambino di sentirsi ascoltato, compreso nella sua necessità di trovare una via di uscita in situazioni che appaiono a lui stesso incomprensibili e difficili da decifrare.

Come nel caso della perdita di un familiare.

Prima dei nove anni è difficile che un bambino abbia un’idea chiara della morte!

Perciò, è importante saper ascoltare e accogliere il suo vissuto, anche quando è impregnato di tanta rabbia – “Brutto, cattivo, vai via!”, affinchè comprenda che l’espressione verbale, e non, delle proprie emozioni più violente non rischia di distruggere l’amore dei suoi genitori.

 

Certo,

è una strada tutta in salita cercare di comprendere un bambino che non ragiona come noi, che organizza il suo pensiero diversamente da come lo facciamo noi, che guarda alle situazioni da un punto di vista diametralmente opposto al nostro – e non per provocarci!, ma perchè il bambino funziona diversamente da noi!

Eppure, se ci sforzassimo di capire, magari ricordando che effetto hanno sortito in noi, durante la nostra infanzia, esperienze analoghe a quelle dei nostri figli, questo li aiuterebbe a rendersi conto di avere da noi la giusta attenzione, senza doverla richiedere attraverso comportamenti “fastidiosi”.

Non abbiamo alternative!

Se vogliamo vedere il cambiamento nei nostri figli, se desideriamo che i loro comportamenti migliorino dobbiamo fare noi il primo passo.

“Essere genitori consapevoli vuol dire (…) agire intenzionalmente, cioè essere capaci di scegliere comportamenti che rispondano alle esigenze emozionali dei nostri figli. I bambini sono in grado di cogliere la presenza di intenzione, e interazioni basate su questo tipo di atteggiamento da parte dei genitori li aiutano a crescere in maniera ottimale”.

(D. Siegel, M. Hartzell)

 

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