fbpx
Skip to content Skip to footer

Hai un figlio in età scolare che ti dice spesso di aver paura? È assolutamente normale, scopri perché e come aiutarlo

Molti dei genitori che si rivolgono a me raccontano di rimanere spiazzati quando i loro figli, non più piccoli, ma in età scolare, cominciano ad aver una serie di paure, per esempio dei ladri, temendo che qualcuno li porti via o addirittura faccia del male a mamma e papà. Non solo…non vogliono più dormire da soli, chiedono che gli si lasci la luce accesa e qualsiasi tentativo di rassicurazione sembra risultare vano.

Forse anche tu stai vivendo la stessa situazione, cara mamma, caro papà, e magari provi un senso di frustrazione e di impotenza nel gestire questa inaspettata “regressione”.

“Com’è possibile che un bambino in età scolare torni ad avere paure tipiche di un bambino molto più piccolo?”.

Non preoccuparti, è una situazione comune a tanti genitori con bambini dai 6 agli 11.

Non sei tu che hai sbagliato qualcosa.

Ti servono solo gli strumenti giusti per interpretare in modo corretto il comportamento di tuo figlio.

Ho già aiutato tanti genitori ad affrontare con calma e serenità questa delicata fase di crescita e ho scritto questo articolo perché voglio che anche tu possa trasformare questo momento faticoso in un’opportunità di crescita per te e per il tuo bambino.

Devi sapere che dietro all’apparente sicurezza che i bambini di questa età manifestano, sembrando più intraprendenti e determinati, molto spesso si nasconde una grande fragilità.

La consapevolezza che piano piano si stanno avvicinando al mondo degli adulti, anche se da una parte li entusiasma, dall’altra è fonte di grande timore e incertezza, tanto da fargli desiderare ardentemente di tornare piccoli quando “diventare grandi” può sembrare loro troppo faticoso.

E allora il pensiero ricorrente è: “essere o non essere un bambino più grande?”, “Andare avanti o tornare indietro?“.

In questo periodo di grande sconvolgimento emotivo compaiono, dunque, molte paure tra cui quella della morte, di eventi atmosferici catastrofici, dei ladri, dei rapitori, persino dei germi.

Sarà solo la capacità dell’adulto di accogliere senza giudizio i timori che caratterizzano questa sensibile fase di crescita a rendere più facile ad un bambino il suo percorso verso l’autonomia.

A volte però, i genitori pur nell’intento di aiutare i loro figli, ma non sapendo come fare, commettono due particolari errori:

  • li trattano come fossero ancora piccoli cercando, per esempio, di proteggerli eccessivamente da queste paure “Non preoccuparti, c’è la mamma con te. Non devi aver paura!”
  • li considerano già “grandi”, perciò, si aspettano comportamenti da piccoli adulti “Su, dai! Oramai sei grande! Cerca di essere più coraggioso!”

In realtà, entrambi questi atteggiamenti sono molto rischiosi perché non tengono conto dei veri bisogni di un bambino di questa età che sta vivendo un periodo delicato e di grande cambiamento.

E siccome le questioni che rimangono irrisolte rischiano di ripresentarsi più tardi e precisamente nell’adolescenza, in modo più amplificato, è meglio affrontarle in tempo prima che diventi troppo tardi.

Perciò, tornando alla paura dei ladri, una strategia molto utile e che tanti dei genitori che si rivolgono a me hanno trovato vincente è quella di soddisfare il bisogno di saperne di più, tipico di questa età.

Mi spiego.

Dai 6 agli 11 anni la ragione comincia ad avere il sopravvento sui sentimenti. 

In questo periodo della sua vita un bambino ha fame di conoscenza e desiderio di capire. Proprio per questo, di fronte ai suoi timori è importante non solo rassicurarlo, ma anche informarlo.

Le sue paure, meritano una risposta “scientifica”.

Ovviamente, sempre e solo dopo aver ascoltato e validato le sue emozioni in modo da trasmettergli un messaggio di conforto:”Sono qui, ti ascolto e non ti lascio da solo con la tua paura!”.

Puoi aiutare tuo figlio a riflettere, intanto proponendogli un giro in casa vostra in modo che si renda conto di trovarsi in un luogo sicuro. Le finestre, e il portoncino di casa con la sua robusta serratura, non permetteranno ai ladri di entrarvi.

Considerando che il rischio di un’intrusione può essere reale, è bene comunque spiegare che mamma e papà sanno come ci si deve comportare in questi casi. Per esempio sapete quale numero per le emergenze chiamare in caso di necessità.

E poi avete provveduto a mettere la vostra casa in sicurezza con alcuni “accorgimenti” che possono scoraggiare i ladri – un sistema di allarme, le inferriate, l’illuminazione all’esterno…

I bambini dai 6 agli 11 anni, hanno bisogno di informazioni chiare e concrete. È molto più facile tenere sotto controllo ciò che conoscono in modo accurato.

Non è, però, sempre facile rispondere a questo bisogno. Soprattutto quando in ballo ci sono le paure dei nostri bambini che fanno risuonare le nostre.

Come si fa a tranquillizzare i propri figli quando provano una paura che noi per primi abbiamo provato da bambini e non abbiamo risolto?

Essere genitori è uno dei compiti più impegnativi della terra.

E anche uno dei più importanti perché il modo in cui lo si svolge influenza ogni aspetto della vita dei figli.

Eppure, il più delle volte, coloro che lo diventano lo fanno senza avere un’idea chiara di quello che li aspetta.

Con il rischio di crearsi aspettative irrealistiche e trovarsi a sentirsi pessimi genitori di fronte alle prime e inevitabili difficoltà che crescere figli comporta.

D’altronde la nostra cultura non dà molto valore al ruolo del genitore.

Basti pensare che è necessario studiare, e non poco, per imparare a guidare la macchina mentre nessuna preparazione è prevista per accompagnare un genitore a svolgere nel migliore dei modi il suo compito educativo. Ci si affida allora ai consigli dispensati in rete e si consultano i migliori manuali su come diventare “bravi” genitori.

Niente di male, per carità!

Anzi, un ottimo modo per scoprire nuovi punti di vista sulle situazioni che si vivono quotidianamente con i bambini.

Ma tutto questo non si occupa dell’esperienza interiore dell’essere genitori, di come gestire, per esempio, i dubbi, le insicurezze, le paure, da cui veniamo spesso sopraffatti nella relazione con i nostri figli, che ci fanno perdere il controllo delle situazioni e ci fanno comportare in modo inefficace e controproducente.

“Sarò all’altezza di questo ruolo?”

“Riuscirò ad essere un buon genitore?”

“E se fossi di cattivo esempio?”

“Avrò fatto/detto la cosa giusta?”

“Ho preso la giusta decisione?”

“Come faccio a farmi ascoltare senza alzare la voce?”   

“E se gli altri pensano che sia un cattivo genitore?”

Proprio per questo ho ideato i percorsi di Scuola Genitori e di accompagnamento individuale per aiutare le mamme e i papà che vogliono avere informazioni corrette e realistiche su come essere buoni genitori.

Daniela Scandurra – Pedagogista Montessoriana

Compila il modulo di contatto con la tua richiesta, riceverò il messaggio e mi metterò al più presto in contatto con te.

Accettazione Privacy
Marketing a cura di

Cosa dicono i genitori del mio metodo

Consulenza e formazione per genitori secondo il metodo Montessori.

© 2023 Daniela Scandurra – P.I.01876040229 – Privacy Policy Cookie Policy – Concept by maccom