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Che danni provocano cellulare, tablet e televisione ai bambini? Più di quelli che pensi! Come, quando e quanto usarli: guida pratica di una pedagogista montessoriana

Isabella è la mamma di Francesco, un bambino di 3 anni. Si dichiara contraria a far vedere a suo figlio troppa TV e soprattutto a fargli usare il cellulare per giocare. 

Francesco può guardare “solo” un’oretta di cartoni al mattino e una la sera. Ma nel momento in cui si esaurisce il tempo stabilito, il bambino inizia a piagnucolare, fino ad arrivare a vere e proprie crisi di rabbia come se, spegnendo la TV, il cervello gli andasse in tilt!

A questo si aggiunge il fatto che il papà di Francesco, nel poco tempo che ha per stare con suo figlio, gli concede altra TV e gli lascia guardare, insieme a lui, Fb e Instagram. 

Le preoccupazioni di Isabella, che forse hai provato anche tu, sono diverse: 

  • Che contenuti arriva a vedere mio figlio?
  • Tutto quel tempo davanti agli schermi gli danneggia il cervello?
  • Peggiora il nostro rapporto e la sua capacità di interagire con gli altri?
  • In più, da qualche tempo, mi sembra più nervoso, prepotente e ha molti incubi… è forse colpa del maledetto schermo? 
Non preoccuparti, siete tutti genitori normali. 

Ascolto quotidianamente i racconti di mamme e papà che mi portano in consulenza o nei percorsi di Scuola Genitori tutta una serie di preoccupazioni relative ai comportamenti faticosi dei loro figli, emersi in concomitanza con l’utilizzo (poco o tanto che sia!) dei device.

È un argomento che mi sta molto a cuore perché sono a conoscenza di quanto sia concreto il pericolo in cui incorrono bambini e ragazzi a causa di un uso smodato e inappropriato dei dispositivi digitali e di quanto sia urgente che i genitori ne diventino consapevoli. 

Ecco perché ho scritto questo articolo. 

Come ti ripeto spesso, essere genitori è un compito complesso e ricco di sfide e nei tempi moderni sembra sempre più difficile. 

Per avere una risposta alla domanda: 

“I tablet fanno male ai bambini?” 

dovresti leggere libri, vedere documentari, partecipare a seminari.

Sei un genitore, non hai tutto questo tempo, ma il mio lavoro di pedagogista e divulgatrice è proprio questo: studiare per te. 

Non troverai opinioni nelle prossime righe, troverai la risposta scientifica a questa domanda e a molte altre sul tema, e una guida pratica su come comportarti. 

Tablet, Pc e smartphone fanno parte della nostra vita è inutile negarlo, ma come impattano quella dei bambini?

Per la SIP – Società Italiana di Pediatria – il 30% delle mamme e dei papà utilizza gli schermi per gestire i momenti critici con i propri figli già nel primo anno di vita e nel secondo anno lo fa il 70% dei genitori. In un periodo della vita dei bambini in cui il tempo trascorso davanti agli schermi dovrebbe essere pari a zero.

Inoltre, recenti ricerche svolte in ambito internazionale riportano che l’80% dei bambini dai 3 ai 5 anni è capace di usare lo smartphone dei genitori e l’84% dei bambini sotto gli 8 anni utilizza uno schermo fin dalla prima infanzia.

Dati decisamente inquietanti.

Soprattutto considerando che la gran parte degli adulti non è consapevole delle correlazioni tra l’utilizzo degli schermi e le conseguenze sulle capacità cognitive, emotive e relazionali di bambini e ragazzi.

Forse sarà capitato anche a te. 

Siete al ristorante e tuo figlio continua ad alzarsi dal tavolo e a scorazzare per il locale, la sera fa sempre storie perché non vuole andare a dormire, siete in fila al supermercato e comincia a piangere per la stanchezza… 

Alla disperata ricerca di una soluzione gli passi lo smartphone. Improvvisamente sei riuscita/o ad ottenere almeno 20 minuti di tranquillità.

È normale, nessuno ti giudica o pensa che tu sia un cattivo genitore, anche se magari sei proprio tu ad accusarti di questa cosa, ma sei stanco, sei stressato, è più che lecito volere 20 minuti di pace. 

Il problema è che non sai che a fronte della tranquillità raggiunta c’è un prezzo molto alto da pagare. 

Innanzitutto dopo la prima volta che ti sarai reso conto dell’effetto calmante immediato che hanno un cellulare, un tablet, la TV, su tuo figlio, sarà molto più facile le volte dopo cedere alla tentazione di utilizzare i device come pacificatori. 

Vuoi mettere? 

Niente è nessuno ha questo potere magico di tranquillizzare il tuo bambino in così breve tempo! 

Purtroppo, come recenti studi confermano, questa abitudine nel tempo rischia seriamente di ritorcersi contro il suo sviluppo, compromettendo seriamente la sua capacità di regolare le emozioni.

Mi spiego meglio. 

I danni concreti dei device

L’infanzia è un periodo della vita i cui i bambini sperimentano un’ampia gamma di emozioni intense come rabbia, tristezza, frustrazione. Basta poco per innervosirsi:

  • dover andare via da casa di un amico
  • non poter mangiar un altro biscotto
  • un gioco che si rompe
  • un brutto voto a scuola
  • sentirsi annoiati…

I bambini a cui viene consegnato un cellulare quando stanno per esplodere in una crisi di pianto o di rabbia, lasciandosi andare a reazioni spropositate, tenderanno in futuro ad avere più difficoltà nel gestire le emozioni intense. Non saranno “attrezzati” per controllarle.

Ma è nell’infanzia che si pongono le basi per la costruzione di una mente forte.  

Dopo è troppo tardi!

Sviluppare l’abilità di regolare e governare i propri stati d’animo è un insegnamento prezioso per tuo figlio. Se saprai aiutarlo ad acquisire questa competenza, si troverà preparato a tollerare le delusioni e gli insuccessi che inevitabilmente incontrerà nella vita e crescerà fiducioso nelle sue capacità.

In poche parole: la frustrazione non va evitata, anche se costa fatica affrontarla, altrimenti tuo figlio non imparerà mai a farci fronte. (se vuoi approfondire il tema della frustrazione vai a questo articolo https://danielascandurra.com/provi-frustrazione-e-ti-senti-un-pessimo-genitore-quando-tuo-figlio-si-arrabbia-perche-gli-dici-di-no-e-assolutamente-normale/

Quando, invece, lo distrai mettendolo davanti a un qualsiasi device perché si calmi e non “faccia i capricci”, gli togli l’opportunità di “allenarsi” emotivamente, rischiando ben presto che soffra di disturbi d’ansia e manifesti comportamenti aggressivi.  

Per non parlare degli effetti negativi che l’esposizione precoce e l’uso eccessivo di smartphone, tablet e simili hanno: 

  • sulla fisiologia del sonno 
  • sulla concentrazione che si riduce drasticamente
  • nella sfera del linguaggio 
  • sulla capacità di lettura 
  • sulla socialità
  • persino sulla memoria procedurale, quella che ci permette di compiere azioni in automatico come allacciarsi le scarpe o usare gli oggetti.  
Inoltre, dato che i dispositivi digitali generano una gratificazione immediata in quanto stimolano il rilascio di dopamina, tuo figlio ne diventerà dipendente. (Ecco spiegato il motivo per cui, tolto il device, va in crisi!).
Questo è il terribile circolo vizioso a cui andrete incontro:
  • lo schermo agirà da “anestetizzante”, impedirà cioè a tuo figlio di “sentire” le sue emozioni che verranno bypassate dall’effetto calmante del cellulare, del tablet, della TV 
  • di volta in volta richiederà di passare sempre più tempo sui dispostivi perché, oltre a esserne diventato dipendente, avrà imparato a fare riferimento a questi oggetti per tenere sotto controllo le sue crisi emotive 
  • per tenere a bada le sue reazioni sarai costretto a proporgli sempre di più il suo “ciuccio” digitale, sottraendoti al tuo ruolo genitoriale di “allenatore emotivo” e di ancora in mezzo alle sue tempeste emotive. 
Cosa ne sarà di lui quando si troverà ad affrontare l’età incerta, turbolenta e a tratti rischiosa dell’adolescenza?

È probabile che quello che hai letto fin qui possa averti sollevato qualche ricordo di situazioni vissute a casa. Non ho scritto questo articolo per innescare in te il senso di colpa o farti sentire un cattivo genitore.

Non lo sei, è un lavoro difficile e nessuno si preoccupa di noi genitori. 

Non preoccuparti, perciò, se qualche volta ti capita di lasciare tuo figlio davanti alla TV o di fargli vedere un video su Youtube mentre prepari da mangiare, e non hai altre alternative.

Non sei un pessimo genitore! Sei umano!

Il mio intento è farti comprendere quali rischi corre tuo figlio nel momento in cui entra molto presto in contatto con i dispositivi digitali, fruendo dei loro contenuti passivamente, in modo continuativo e senza la tua mediazione.

Eccoci arrivati alla nostra guida “pratica

1. Niente schermi prima dei due anni e successivamente regole chiare di utilizzo

Secondo la SIP – Società Italiana di Pediatria – prima dei 2 anni di età l’esposizione agli schermi è assolutamente da evitare. Tra i 2 e i 5 anni è consigliabile solo un’ora al giorno e fino agli 8 anni non bisogna superare le due ore.

Forse ti hanno fatto credere che i bambini di oggi, essendo immersi fin dalla nascita in un ambiente caratterizzato dalla presenza delle tecnologie, diventino automaticamente “competenti” nel maneggiare i dispositivi digitali, tanto da arrivare a considerarli “nativi digitali”. 

Si tratta di una grossa bugia. 

Il fatto che tuo figlio (piccolo o grande che sia) abbia una confidenza con gli schermi che sembra innata non significa che li sappia usare veramente, che sia capace, per esempio, di non diventarne dipendente.

Quella che spesso viene spacciata per “competenza” è appunto solo una “confidenza” nell’utilizzare strumenti molto intuitivi.

Perché questa confidenza si trasformi in competenza è necessario che all’intuito un bambino unisca il ragionamento, per esempio, comprendendo le conseguenze delle sue azioni. Si tratta di un’abilità che è immatura alla nascita e inizia a svilupparsi nella prima infanzia e negli anni successivi.

I bambini appena nati di oggi sono in realtà antichi, frutto di un’evoluzione lunghissima. Noi siamo nativi animali e i bambini di oggi hanno un cervello identico a quello dei loro progenitori di centomila anni fa”. Raniero Regni

2. Monitora i contenuti

Come genitori abbiamo la responsabilità di proteggere la vita dei nostri bambini, mettendoli al riparo dai pericoli. Non solo fisici.

Nel caso dell’esposizione agli schermi spesso non abbiamo idea di quanto questi oggetti tecnologici espongano i nostri figli al rischio continuo di considerare vere le varie finzioni della pubblicità (inventate ovviamente per vendere!), di assorbire senza filtri volgarità di ogni tipo, di sviluppare fobie e paure irrazionali o addirittura assuefarsi e desensibilizzarsi rispetto a contenuti spaventosi, estremamente violenti che non fanno altro che impadronirsi della mente infantile. 

Come ho già scritto in un altro articolo – https://danielascandurra.com/7-suggerimenti-per-affrontare-le-paure-dei-tuoi-figli/-, in modo particolare per i primi 5/6 anni circa la mente di un bambino è ancora immatura per poter distinguere la finzione dalla realtà. Far vedere sugli schermi (ma anche raccontare!) storie eccessivamente fantastiche o spaventose, non è cosa buona, può addirittura risultare dannoso, in quanto si fa leva sulla “credulità”, caratteristica delle menti immature. 

Perciò, quello che tu come adulto riesci a guardare con occhio distaccato, tuo figlio lo assorbirà senza filtri, in modo acritico.

Potrai accorgertene nell’immediato perché farà fatica ad addormentarsi, avrà un sonno agitato, diventerà particolarmente pauroso, irritabile, non vorrà rimanere da solo a casa, temerà che qualcuno gli faccia del male. Ne rimarrà traumatizzato. 

Purtroppo le conseguenze connesse alla visione di contenuti inappropriati li constaterai anche a lungo termine.

Nel tempo, avendo nutrito la sua mente di una realtà virtuale e quindi inesistente, tuo figlio rischierà di costruirsi un senso alterato della realtà che indebolirà, inevitabilmente, la sua personalità.

Maria Montessori più di cento anni fa e le Neuroscienze oggi, ci confermano che il cervello del bambino viene plasmato in maniera significativa dalle esperienze che vive, si modella addirittura in base a queste. Che grande responsabilità per noi adulti!

Ricorda: il tuo compito come genitore è quello di proteggere tuo figlio, valutando e selezionando con grande cura e attenzione ciò che è appropriato a lui per la sua età e per la sua sensibilità. 

Ecco perché non dovresti mai lasciare che tuo figlio utilizzi i dispositivi in autonomia o in modo isolato. 

Almeno, ci raccomandano gli esperti, fino alla preadolescenza! 

Si hai letto bene! Anche un preadolescente spesso non è ancora in grado di definire da solo cosa sia meglio per lui. 

3. Poni dei limiti di tempo

Non esitare a limitare il più possibile i tempi di utilizzo dei vari device

Le indicazioni degli esperti sono molto chiare come ti ho già spiegato nel primo punto.

Per facilitarti questo compito puoi fare ricorso a una clessidra o utilizzare il preavviso quando, per esempio, tuo figlio guarda un cartone o gioca con un videogame: cinque, dieci minuti prima di spegnere ricordagli che il tempo sta per scadere. 

In ogni caso è indispensabile stabilire a priori regole chiare e precise.

E soprattutto metti in conto la sua “protesta” (anche se non è più piccolo!) nel momento in cui dovrà “staccare la spina”. O la sua richiesta insistente di prolungare il tempo: “Dai mamma, dai papà, ancora 5 minuti!”.

Non cedere alla tentazione di contrattare proponendo, per esempio, un premio o al contrario una punizione se tuo figlio non farà come dici tu. 

Ricorda che sei tu l’adulto della situazione. Sei la sua mamma, sei il suo papà, non ti serve la sua approvazione per sentirti un buon genitore. Rimani fermo e coerente nella regola data.

Col tempo tuo figlio interiorizzerà e farà sua quella regola, comprendendola e rispettandola.

4. Alterna le esperienze

Non lasciare che il tablet, il cellulare, la TV sostituiscano interamente altre esperienze che tuo figlio ha necessità di fare.

Almeno nei primi 6 anni della loro vita, i bambini non avrebbero bisogno di video schermi, di essere catapultati in realtà virtuali. In questo periodo è solo incrementando la loro attività concreta, che hanno l’opportunità di sviluppare le proprie risorse neuronali. 

Sappi che per molto tempo l’ambiente familiare è estremamente affascinante per i bambini; desiderano partecipare ed essere coinvolti in tutto ciò che si svolge all’interno di esso.

Puoi farti aiutare ad annaffiare le piante, apparecchiare la tavola, cucinare, caricare il bucato in lavatrice, preparare una buona merenda. 

Tutte attività che consolidano concentrazione e perseveranza.

Esperienze attraverso cui i bambini hanno l’opportunità di esprimere e incanalare al meglio la loro forza psichica, di raccogliere attraverso i sensi, dall’ambiente, informazioni su tutto ciò che sta attorno a loro e di maturare, attraverso il piacere racchiuso in questi piccoli gesti quotidiani, quel senso di ammirazione per la vita che nessun programma televisivo, nessun videogioco può sostituire!

E poi… qualsiasi età abbia tuo figlio, parlate, conversate, leggete e raccontatevi reciprocamente storie, ballate, cantate, trascorrete del tempo all’aperto.

Non chiudere tutto dentro un contenitore tecnologico.

Offri il più possibile a tuo figlio occasioni di relazione nella vita reale, perché è questo il vero fattore di protezione del suo percorso di crescita. Al contrario, i dispositivi digitali rappresentano un potenziale fattore di rischio.

5. Sii di esempio

Fai molta attenzione a dare il buon esempio, facendo buon uso dei dispositivi.

Sapevi che nella misura in cui tu li utilizzi è possibile prevedere quali saranno le abitudini mediatiche di tuo figlio?

Se ti vede continuamente connesso al pc, al tablet, al cellulare, sarà inevitabile che proverà a fare lo stesso.

  • Quando sei a casa, passi da una stanza all’altra portando sempre con te il cellulare?
  • Ti addormenti guardando la TV o il tablet?
  • Hai l’abitudine di lasciare la TV accesa come sottofondo?
  • Guardi il cellulare mentre tuo figlio ti sta parlando?
  • Sei distratto dalle continue notifiche che arrivano sul telefono?  

Non dimenticare che tuo figlio ti guarda, ti osserva, assorbe dai tuoi comportamenti molto di più che da ciò che gli insegni o gli proibisci.

Genitori consapevoli

Cara mamma, caro papà, non voglio essere fraintesa.

La mia intenzione non è quella di demonizzare le nuove tecnologie. So molto bene quanto usate bene possano rappresentare una preziosa risorsa. Non solo per noi adulti.

Il problema non sono dispositivi digitali in sé, ma l’uso che ne facciamo nella relazione con i nostri figli.

È necessario, perciò, assumere un atteggiamento consapevole, porsi le giuste domande su come utilizzarli e per quale scopo e soprattutto non aspettare che i nostri figli abbiano 12, 13 anni per chiedersi quali possano essere i possibili rischi. Potrebbe essere già troppo tardi.

Tante abitudini si saranno radicate e l’esperienza con i dispositivi e la fruizione dei loro contenuti avranno già lasciato il loro segno.

Sono profondamente convinta che in un’epoca come la nostra, in cui le nuove tecnologie ci assorbono molto tempo in quanto sono diventate parte integrante della nostra vita, esserci per i nostri figli, non solo fisicamente ma anche con la testa e con il cuore, potrebbe rivelarsi un compito davvero arduo. 

La distrazione è a portata di mano!

Ci siamo talmente abituati alla continua presenza dei device nella nostra quotidianità che se la persona con cui stiamo parlando continua a guardare il cellulare non ci facciamo più caso.

Se però questa pervasività si inserisce nella relazione con i nostri figli la questione si fa molto seria, perché il benessere di bambini e ragazzi dipende in primis dall’attenzione e dal tempo che dedichiamo a loro, da quanto riusciamo a garantire una presenza di qualità con continuità.

Senza ripetute interruzioni (per esempio per rispondere al telefono, a una mail importante, per rilassarci scrollando fb e instagram mentre siamo vicini a loro “solo” fisicamente).

L’utilizzo dei telefoni, tablet e via dicendo è uno dei mille argomenti su cui i genitori mi chiedono aiuto, uno di quelli che mi sta più a cuore, molto onestamente, perché tanto trascurato e sottovalutato, ma comunque uno dei tanti. 

Su questo Blog mi occupo di divulgazione pedagogica ed è una parte del mio lavoro che amo e che trovo super preziosa, ma è solo la punta dell’iceberg.

Quello che fa la differenza non è leggere un singolo articolo online, ma avere degli strumenti chiari che ci guidino come genitori nella vita di tutti i giorni. 

Per darli ai genitori in questo periodo così complesso, in cui essere genitore è sempre più difficile, sembra essere sottoposto sempre più a giudizio e avere sempre minore importanza, ho creato dei percorsi specifici. 

Un programma consulenziale in cui guido i genitori nella scoperta di loro stessi nel loro ruolo e dei propri bambini e una vera e propria scuola dove condivido tutto ciò che ho imparato in più di 25 anni di esperienza come pedagogista, insegnante e mamma. 

Se ti interessa imparare di più su tuo figlio e avere sempre gli strumenti per gestire al meglio il vostro rapporto, vai al form qui sotto e lascia i tuoi dati

Ti contatterò per un confronto sulle tue necessità in una chiamata completamente senza impegno. 

Grazie di aver letto questo articolo, sono i genitori come te che si informano che mi rendono orgogliosa di fare il mio lavoro

Daniela Scandurra – Pedagogista Montessoriana

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