In questo periodo tanti genitori mi chiedono:
“E’ vero che l’approccio montessoriano non prevede che si raccontino favole o storie fantastiche ai bambini?
“E il racconto di Gesù Bambino che porta i regali, o di Babbo Natale che «sfreccia» nel cielo sulle sue renne per portare doni ai bambini?”, “Non priviamo in questo modo i nostri bambini della magia del Natale?”, “Non è un impoverimento delle capacità creative e immaginative dei bambini?”.
Al di là di ciò che riteniamo opportuno raccontare ai bambini, credo che la cosa più importante sia avere la consapevolezza che tutto quello che offriamo in forma di racconto sia a misura di bambino, rispondente ai bisogni e agli interessi della sua età.
Niente di più, niente di meno.
Non dimentichiamo che il nostro compito è quello di offrire risposte, e non stimoli, ai bisogni psichici dei nostri bambini.
Certo, possiamo raccontare storie di fantasia, senza però abusare di personaggi inesistenti o oggetti umanizzati (come la slitta con occhi, naso e bocca); le nostre storie dovrebbero essere, perciò, abbastanza credibili.
“La fantasia che esagera e inventa grossolanamente, non mette sulla buona strada”.
MARIA MONTESSORI
Le storie raccontate ai bambini devono essere il più possibile attinenti alla realtà, aderenti positivamente alle loro esperienze quotidiane, offerte attraverso simboli accessibili e facilmente assimilabili, scelte con cura, e soprattutto con un senso di grande rispetto verso i loro bisogni e con sguardo scientifico.
“Ma come potrebbe sviluppare l’immaginazione dei bambini, ciò che è invece frutto della nostra immaginazione? Noi solo immaginiamo e non loro; essi credono, non immaginano. La credulità è infatti un carattere delle menti immature a cui manca l’esperienza e la conoscenza delle cose reali, e a cui l’intelligenza che distingue il vero dal falso, il bello dal brutto, il possibile dall’impossibile, fa ancora difetto”.
MARIA MONTESSORI
Per i primi 5/6 anni circa la mente del bambino è ancora IMMATURA per poter distinguere la finzione dalla realtà, perciò non bisognerebbe incoraggiare quella fantasticheria che fa leva sulla “credulità”, caratteristica delle menti immature, allontanando, in questo modo, esageratamente il bambino dalla realtà.
Perchè allora invece di preoccuparci eccessivamente di cosa raccontare o meno ai nostri bambini, non puntiamo a caratterizzare la festa del Natale, al di là delle credenze religiose di ciacuno, come una celebrazione della nascita e della vita, come occasione per stare insieme e scambiarsi doni, senza lasciarci travolgere dall’ondata consumistica che caratterizza sempre di più questi momenti importanti?
Si può anche “approfittare” di questa festività per proporre ai bambini racconti storici o che abbiano valore dal punto di vista culturale e antropologico incoraggiando, per esempio, una ricerca, su cartine geografiche e mappamondi, dei paesi nei quali hanno origine queste storie.
In fondo c’è così tanto di bello e di buono nella realtà che i bambini possono scoprire e assorbire, che non serve aggiungere altro.
“Dobbiamo offrire al bambino ciò che è necessario alla sua vita interna (…). Noi dobbiamo curare e nutrire il fanciullo interiore e attendere le sue manifestazioni”.
MARIA MONTESSORI
Se vuoi saperne di più scrivi a info@danielascandurra.com