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Tuo figlio non vuole fare mai quello che gli chiedi? Ecco 5 regole d’oro per dare limiti e regole

Quante volte ti sei ritrovata/o ad essere accondiscendente con tuo figlio per paura che la situazione potesse degenerare in esplosioni di rabbia e pianti infiniti? “Va bene, ancora un altro cartone e dopo spegneremo la TV!”.

Oppure per “questione di principio” sei stata/o irremovibile di fronte alle proteste di tua figlia: “Rimarrai seduta fino a quando non avrai finito quello che hai nel piatto!”.

Magari ti aspettavi ubbidienza cieca e invece alla fine hai ottenuto solo il contrario di quello che avresti voluto. Nonostante tu conceda un cartone in più, quando chiedi a tuo figlio di spegnere la TV, lui diventa una belva, comincia a piangere e strillare comunque e il tentativo di far mangiare a tua figlia tutto quello che ha nel piatto, contro la sua volontà, si trasforma ben presto in un impegnativo e altrettanto inutile braccio di ferro.

Insomma, nonostante tutti i tuoi sforzi per essere un “bravo” genitore tuo figlio continua a non ubbidirti, a protestare, a non ascoltarti.

Non sentirti in colpa. 

Non è facile crescere un figlio. 

Oggi più di ieri, soprattutto perché a differenza dei nostri genitori e nonni, siamo la prima generazione di adulti ad avere una grande conoscenza del mondo dell’infanzia (leggiamo un’infinità di libri, seguiamo i gruppi facebook più popolari e ad ogni minimo dubbio possiamo ricorrere al dott. Google!) ma proprio per questo siamo spesso in preda alla confusione senza sapere cosa sia giusto o sbagliato.

“Devo seguire la “linea dura” altrimenti mio figlio crescerà viziato o è meglio diventargli “amica/o” per non causargli traumi?”

È una delle domande che si pongo tante mamme e papà che vedo in consulenza o nei miei percorsi di Scuola Genitori. E forse sono le stesse domande che ti stai ponendo anche tu.

Oggi le neuroscienze ci dicono che i limiti favoriscono lo sviluppo del cervello nel senso che consentono ai bambini di controllarsi e imparare a comportarsi in modo adeguato. 

“Di fatto, si verificano delle vere e proprie trasformazioni a livello cerebrale: nel sistema nervoso si creano delle connessioni, grazie alle quali il bambino “sente” che è giusto comportarsi in un certo modo e non in un altro, e questa consapevolezza a livello viscerale lo porterà ad agire in modo diverso. (…) I genitori contribuiscono a questo processo insegnando al figlio con empatia e affetto quali comportamenti siano accettabili e quali no. Per questo motivo è fondamentale che noi genitori poniamo dei limiti, affinchè i bambini interiorizzino i «no», i divieti, laddove necessario, soprattutto nei primi anni di vita, quando si formano i circuiti regolativi del cervello. Aiutando i bambini a comprendere i limiti e le regole dell’ambiente in cui crescono, li aiutiamo a formarsi una coscienza morale”.

D. J. Siegel – T. P. Bryson

Per aiutarti a comprendere meglio questo concetto cercherò di farti un esempio.

La tua bambina comincia a urlare e a lanciare tutto ciò su cui riesce a mettere mano, mentre siete al supermercato, perché vuole assolutamente che le compri le caramelle. In questo caso è di fondamentale importanza che tu riesca a mettere un “freno” ai suoi impulsi, per impedirle che la sua rabbia faccia del male a lei stessa, a te e alle persone intorno a lei. Potresti, perciò, prenderla in braccio e con un tono serio, ma non rabbioso, cercare di calmarla, dicendole per esempio che non si possono mangiare le caramelle in qualsiasi momento.

Deve sentire la forza della tua autorevolezza. 

Lo so, non è facile, ma non dimenticare che l’adulto della relazione sei tu e come tale devi continuare a esercitare il tuo ruolo, anche in mezzo alle tempeste emotive dei tuoi figli.

Lasciare i bambini in balia dei loro impulsi, senza contenerli quando cominciano a spingere in modo eccessivo, sarebbe diseducativo. 

Certo, hanno bisogno di sentire che ci preoccupiamo per loro quando sono in difficoltà, ma allo stesso tempo hanno necessità che gli forniamo regole e limiti per capire che un certo comportamento è accettabile e un altro no.

Ritornando all’esempio di prima, pian piano, il ripetersi di queste situazioni contribuirà alla creazione di una bussola interiore che guiderà il comportamento di tua figlia, senza che sia necessario il tuo intervento. 

I limiti servono per sentirsi sicuri e protetti.

“Viviamo in un’epoca un po’ confusa in cui tutti, bambini e adulti, ci illudiamo di poter fare a meno, nella convivialità quotidiana, di regole piccole o grandi, di criteri di riferimento validi per ognuno. In realtà nessun essere umano potrebbe vivere e crescere bene in uno spazio illimitato, in apparenza privo di ostacoli. In situazioni del genere, anche all’interno del nucleo familiare, a risentirne maggiormente sono i bambini, che percepiscono di essere abbandonati, costretti a dover decidere ogni cosa della loro vita. Per questo è importante non dare tante regole, quanto piuttosto stabilire poche norme chiare e coerenti che aiutino il bambino nel suo percorso di crescita”. 

G. Honegger Fresco

L’educazione gentile (o montessoriana) NON è priva di regole

Uno dei più grandi equivoci che ruota intorno a tutto ciò che oggi viene definito educazione dolce e gentile, (ma anche montessoriana!), riguarda l’idea diffusa che ascoltare i bambini significhi ridurre al minimo limiti e regole, evitando il più possibile di dire loro di no.

Forse anche tu, nel diventare genitore, hai sposato questo approccio. 

Presti molta attenzione ai bisogni emotivi di tuo figlio, fino al punto di tenerlo al riparo da qualsiasi delusione o frustrazione.

E allora lasci che sia lui a decidere l’orario in cui puoi andare a prenderlo all’asilo, se può guardare i cartoni alle 6 del mattino o alle 9 di sera, a che ora andare a letto, quando spegnere il videogioco, a che ora tornare a casa dopo essere uscito con i compagni…. 

Con il risultato che tuo figlio è convinto di poterla avere vinta ogni volta e di poter fare sempre tutto quello che vuole, perché tu sei sempre a sua completa disposizione.

Non sentirti in colpa se ti ritrovi in quello che hai appena letto.

Porre divieti ai propri figli non è una passeggiata. 

Amiamo i nostri figli e vorremmo che fossero sempre felici. E poi, sappiamo molto bene con quanta velocità certe situazioni possono diventare catastrofiche se non ottengono quello che vogliono!

Momenti in cui ci si sente costretti ad alzare la voce, a minacciare e a volte a usare la forza per ottenere quanto che chiediamo.

Tuttavia,

se ami tuo figlio e vuoi il meglio per lui devi essere in grado di sopportare la rabbia e la frustrazione che proverà ogni volta che fisserai dei paletti. 

È inevitabile che farà difficoltà a tollerarli. 

Ma si tratta di una fatica evolutiva che lo aiuterà, nel tempo, ad acquisire maggiore autocontrollo e a sviluppare una coscienza morale grazie alla quale sarà in grado di “sentire” che è giusto comportarsi in un certo modo e non in un altro.

Diversamente, gli consegnerai un potere che non è in grado di gestire e che lo trasformerà ben presto in un piccolo e infelice tiranno.

Se accondiscendi sempre a tutto quello che vuole tuo figlio non avrà l’opportunità di imparare lezioni di vita importanti:

  • saper aspettare ritardando la gratificazione
  • l’importanza di impegnarsi per raggiungere determinati obiettivi
  • saper gestire frustrazione e delusione…

Devi sapere che i bambini e i ragazzi soffrono molto di più quando non sono contenuti da limiti e regole e, soprattutto, corrono il grande rischio di diventare adulti infelici perché sarà impossibile che al di fuori della famiglia trovino persone disposte ad accontentare ogni loro richiesta. 

I limiti sono tra gli strumenti più importanti con cui puoi equipaggiare tuo figlio per affrontare la vita.

Si tratta di strumenti indispensabili e non di optional.

Come dare limiti e regole: 5 regole d’oro

  1. Nessuna durezza, solo amorevole fermezza

Dire di no non ha nulla a che vedere con l’obbligare o l’essere autoritari.

“Non si tratta di assumere toni vendicativi, come «Adesso ti faccio vedere io!», ma di dare regole nel segno dell’affetto e della stima: «Insieme ce la faremo!»”.

G. Honegger Fresco

Il tono e l’atteggiamento in generale devono essere sempre quelli che avresti se tuo figlio fosse ammalato. Lo cureresti affettuosamente e soprattutto non ti sogneresti di fare a tuo piacimento con le medicine, ne osserveresti rigorosamente le indicazioni. Altrimenti metteresti a rischio la sua salute, giusto?


Quindi, se tuo figlio protesta, urlando, piangendo e rispondendoti male “Non voglio spegnere la TV, sei cattivo!”, “Tu mi comandi, mi obblighi!”, “Sei la peggiore mamma del mondo!”, puoi fargli sapere che capisci il suo disappunto e gli vuoi bene (anche i bambini hanno diritto a esprimere le loro contrarietà!), ma si farà come è stato deciso. Nessuna durezza, solo amorevole fermezza. Senza esitazioni, come il segnale rosso al semaforo.

Quando il limite viene posto con affetto i nostri figli comprendono che non si tratta di un attacco contro di loro. È solo una regola da rispettare.

È tutt’altro che semplice, ma l’amore per tuo figlio e la consapevolezza che in quel momento è quel limite di cui ha bisogno, ti saranno di aiuto.

2. Prima fissi dei limiti meglio è

“Chi ben comincia è a metà dell’opera” recita un noto proverbio. 

Se stabilisci una regola la prima volta che noti un comportamento non accettabile, ti risparmierai molta fatica in futuro.

I primi “no” sono davvero importanti perché servono a orientare la relazione con il tuo bambino. Nei primi due anni vanno ovviamente ridotti al minimo e, piuttosto che a parole, dati in concreto.

Il No “gli va detto non con l’urlo, ma con lo sportello bloccato e gli asciugamani posti altrove, le scale rese inaccessibili con un cancello, il vaso messo fuori della sua portata”.

G. Honegger Fresco

Ricorda, più il bambino è piccolo più le sue “marachelle” sono dovute semplicemente all’irruenza, alla curiosità e all’immaturità nel considerare le conseguenze delle proprie azioni. Non alla voglia di provocarti. 

3. Limiti e regole devono essere chiari e soprattutto concreti

A volte i nostri figli fanno fatica ad ascoltarci perché ciò che chiediamo loro è complesso da capire, in quanto vago e astratto.

Invece di dire “Mi raccomando, a casa di Giorgio ci si comporta bene!”

puoi specificare “Riccardo, ricordati di non alzare troppo il tono di voce quando giochi con Giorgio e di non correre per casa”.

Anche dire “Metti in ordine!” rappresenta una richiesta poco concreta per un bambino (e non solo!).

E’ meglio essere più precisi “Per favore Caterina, riponi i tuoi vestiti nell’armadio”.

In questo modo ti assicurerai che tuo figlio capisca cosa gli stai chiedendo.

4. Offri alternative

“Non oggi, ma domani!”

“Non questo ma quell’altro!”,

“Non in questo luogo, ma in un altro!”.

Tuo figlio deve capire che ci sono cose che deve evitare senza che tu diventi un genitore che dice sempre di NO (senza ottenere nessun risultato!) o che lo riprendi ad ogni occasione.

Spiegagli chiaramente e con gentilezza cosa desideri e soprattutto offrigli delle alternative “Oggi non è possibile, ma nei prossimi giorni potrai organizzarti per uscire con i tuoi compagni”.

5. Rendi i limiti divertenti

Il segreto per fissare dei limiti che durino nel tempo e che siano considerati importanti dai nostri figli non consiste nell’essere rigidi e aggressivi, ma nel trovare la modalità più efficace per essere ascoltati.

Un atteggiamento giocoso, per esempio, contribuisce ad allentare le tensioni, evita che tuo figlio diventi oppositivo e lo incoraggia a comportarsi come gli chiedi.

Se tua figlia la mattina ti fa disperare perché non vuole mettere la giacca per uscire di casa, invece di chiederglielo con tono perentorio e urlando, potresti “improvvisare” una sorta di Acchiappa e Scappa in cui la afferri e la stringi affettuosamente e le dici che non la lascerai andare, finchè non avrà messo la giacca. Poi la inviterai a fare lo stesso con te. 

Purtroppo, nella nostra vita frenetica e troppo seria da adulti è probabile che non ci venga naturale pensare di usare il gioco per insegnare ai nostri figli a comportarsi in modo accettabile.

Tuttavia, più ci proveremo più risparmieremo tempo ed energie perché i bambini e i ragazzi sono più portati a collaborare quando le situazioni faticose vengono trasformate in qualcosa di divertente.

Il confine è sottile, ma esiste un modo per tracciarlo e farti sempre ascoltare

Aiutare tuo figlio a conoscere e rispettare i limiti è uno dei tuoi compiti più importanti, ma anche tra i più difficili. 

La linea di confine tra l’ascoltare i suoi bisogni senza confondere l’indulgenza con l’amore e l’imporre rigide regole perché ubbidisca senza obiettare, per “questione di principio”, è molto, molto sottile. 

Maria Montessori definisce questo spazio “soglia dell’intervento”. 

È quel limite che segna il confine tra te adulto e il mondo interno di tuo figlio e che dovresti varcare solo dopo esserti chiesto: “Questo limite, questa regola, può essergli di aiuto o rischia di trasformarsi in un ostacolo per la sua crescita? Devo vietargli questa cosa o è meglio assecondare la sua richiesta?”

Si tratta di una capacità che va allenata e conquistata con un grande lavoro su di sé.

Non basta applicare qualche strategia o leggere libri sull’argomento. 

Perché non si tratta di un lavoro esteriore, ma interiore che richiede tempo. Altrimenti l’indulgenza o il controllo eccessivo prenderanno il sopravvento. 

Credimi, vorrei poterti dire che esistono soluzioni rapide, ma accompagnare i figli nella loro crescita è un percorso che non prevede scorciatoie e soprattutto non rientra nei lavori fai-da-te, come spesso erroneamente si crede. 

Provare a svolgerlo senza qualcuno che ti accompagni a trovare le tue strategie e le tue soluzioni è molto rischioso. Nel momento in cui le cose non andranno come avevi previsto è probabile che ti sentirai un genitore inadeguato e sbagliato. 

Un po’ come intraprendere una dieta senza consultare un bravo nutrizionista. Nella maggior parte dei casi si segue un programma non adatto al proprio corpo. Ma ogni persona è diversa, con caratteristiche e necessità proprie. Ecco perchè intraprendere un programma alimentare che non è stato messo a punto per il proprio fisico lo rende fallimentare in partenza. 

Proprio per questo ho creato dei percorsi cuciti su misura per te durante i quali ti aiuterò a comprendere meglio i comportamenti di tuo figlio e a migliorare la vostra relazione. Imparerai a non sentirti in colpa per il fatto di stabilire dei limiti. Riuscirai a farlo la stessa fermezza e amorevolezza con cui gli offri i tuoi abbracci.

È il percorso che ha già portato i genitori che ho seguito negli anni ad avere un rapporto sano ed equilibrato con i loro figli, ad ascoltarli ed essere ascoltati. 

Per tutte le famiglie è partito sempre con una prima call gratuita in cui comprendere le esigenze di ciascun genitore, perché è da quelle che partiamo. 

Dì addio alle urla in casa, le liti e il senso di frustrazione che provi ogni volta che devi alzare la voce e non vieni ascoltato. 

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Daniela Scandurra – Pedagogista Montessoriana

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