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Tuo figlio ha 4 anni e si fa la pipì addosso? Ecco cosa devi sapere

Pensavi che tuo figlio avesse imparato a usare il vasino. Da un bel po’ di tempo aveva abbandonato il pannolino e tu ti sentivi davvero sollevata/o!

Ti avvisava e poi andava in bagno da solo.

Finché all’improvviso, ecco che comincia a farsi la pipì addosso.

Soprattutto quando sta giocando. E non una volta ogni tanto.

Ti ritrovi a cambiarlo anche tre volte in un giorno. Insomma, un vero delirio!

È inevitabile essere presa/o dallo sconforto e avere voglia di mollare tutto: “Basta! Adesso ti rimetto il pannolino!”

Voglio rassicurarti, la regressione legata allo spannolinamento è molto più comune di quanto tu creda, allo stesso modi di quelle legate al sonno, al linguaggio e al comportamento.

In realtà, come ho scritto in un altro articolo dedicato interamente al tema delle regressioni – https://danielascandurra.com/due-passi-avanti-un-passo-indietro-le-regressioni-dei-bambini-spiegate-da-una-pedagogista-montessoriana/ –  la crescita non è un processo lineare, ma ricorsivo, che si svolge nella forma di due passi avanti, un passo indietro.

Perciò, è meglio armarsi di una buona dose di pazienza e anche di un po’ di umorismo per affrontare il più serenamente possibile questa fase, che ti assicuro passerà molto più velocemente di quanto immagini.

I motivi per cui tuo figlio si fa la pipì addosso

In questo articolo ti spiego le possibili cause degli “incidenti” con la pipì e soprattutto cosa puoi fare per affrontare e superare con successo gli inconvenienti legati allo spannolinamento.

Esistono un’infinità di ragioni per cui tuo figlio, improvvisamente, comincia a farsi la pipì addosso e addirittura ti chiede di rimettergli il pannolino. Anche se il passaggio al vasino è avvenuto con successo.

Eccone alcune:

  • è arrivato un fratellino, è arrivata una sorellina

Per i bambini piccoli, l’arrivo di un fratellino o una sorellina rappresenta un cambiamento radicale e relativo fattore di stress, che può causare una regressione nell’uso del vasino.

Si tratta di un modo immaturo e maldestro che i bambini mettono in atto per attirare su di sè l’attenzione della mamma e del papà “distratti” dal/lla nuovo/a arrivato/a.

  • mamma o papà sono rientrati al lavoro

Un altro grande cambiamento di vita per i bambini piccoli è il rientro al lavoro dei genitori, un evento che va inevitabilmente a scombussolare la normale routine quotidiana di un bambino.

  • un trasloco

Per un bambino in età prescolare i rumori, gli odori, i colori della nuova casa possono essere destabilizzanti e causa di incertezze, timori e regressioni. Le emozioni legate a un trasloco sono tante e molto intense per un bambino piccolo che deve separarsi da un ambiente in cui ha vissuto e consolidato le sue abitudini quotidiane.

Anche l’ambientamento al nido, l’inserimento alla scuola dell’infanzia, una vacanza lontano da casa possono essere la causa dei continui “incidenti” con la pipì.

Inoltre, a queste possono aggiungersi altre motivazioni legate a:

  • situazioni impegnative sul piano emotivo (conflitti in famiglia, la separazione dei genitori, la pressione di mamma e papà perché il proprio bambino faccia la pipì nel vasino)
  • cambiamenti fisici (denti che spuntano, scatti di crescita, una banale influenza, una malattia del bambino o di uno dei genitori…)
  • balzi evolutivi, per esempio, nel linguaggio o nel movimento…

Sai, a volte, tutta questa crescita ha la precedenza sulla capacità del tuo bambino di sintonizzarsi sul suo corpo, ecco perché fa fatica a tenere sotto controllo l’impulso di correre in bagno. 

Ricorda, però, che le regressioni non durano per sempre.

Certo, possono essere frustranti, esasperanti o farti provare emozioni faticose da gestire, come la sensazione che sia tutta colpa tua, ma sappi che passeranno abbastanza in fretta!

E presto diventeranno solo un piccolo contrattempo nel percorso di tuo figlio verso l’autonomia, che probabilmente tra uno o due anni non ricorderai più.

Quattro strategie che ti aiuteranno a gestire questa regressione

  1. Evita di sgridare il tuo bambino.

    I rimproveri peggiorano sempre le cose. Piuttosto cerca di ricordargli con delicatezza, ma fermezza, che la pipì va fatta nel vasino o nel water, non nei pantaloncini o sul pavimento.

    Fai il possibile per evitare di arrabbiarti.

    Non è colpa sua. Non l’ha fatto apposta e non vuole bagnarsi.

    L’addio al pannolino è un percorso caratterizzato da fasi altalenanti. A volte, un bambino è talmente concentrato nel gioco che non riesce a percepire il bisogno fisiologico di urinare. In altri momenti, farsi la pipì addosso, è una richiesta maldestra per ricevere quelle cure “materne” che sperimentava durante il cambio del pannolino e di cui ha tanta nostalgia.

    Gestisci con calma e serenità questi “inevitabili” incidenti e vedrai che nel giro di poco tempo tuo figlio recupererà il tempo “perso”.

    2. Parlane apertamente

    Anche l’educazione al vasino, così come tanti altri aspetti della crescita, dipendono molto dalla comunicazione tra genitore e figlio. Se hai intuito cosa potrebbe nascondersi dietro questi “incidenti” prova a dirlo al tuo bambino: “Vuoi che sia ancora la mamma a cambiarti?”. E soprattutto prova a spiegargli che non capita solo a lui.

    3. Ritorna al punto di partenza…se necessario

    Se è tuo figlio a richiedere nuovamente il pannolino, non preoccuparti di rimetterglielo. Può essere tolto e rimesso senza che si confonda.

    I bambini sono molto più competenti di quello che crediamo.

    La cosa necessaria da fare in queste situazioni è cercare di essere pazienti e consapevoli che la crescita dei nostri figli non segue un percorso lineare. A volte occorre che tornino indietro e ricomincino daccapo per perfezionare la competenza acquisita.

    4. Fai un respiro profondo

    Poi accogli e accetta serenamente questo momento di incertezza nella vita di tuo figlio. Di certo non significa che hai fallito nel tuo compito genitoriale, se manifesta questa regressione. Sta solo superando un momento di crescita importante.

    E’ una fase di apprendimento. Non è colpa del tuo bambino e neanche tua

    Il controllo sfinterico rappresenta un passaggio molto delicato dello sviluppo infantile, in quanto può essere caratterizzato da “incidenti” e regressioni. Eventi stressanti di cui i bambini non sono responsabili (il controllo volontario della minzione è acquisito intorno ai 5 anni circa) e che rischiano di mettere a dura prova la pazienza dei genitori.

    D’altronde, come riuscire a rimanere calmi quando, per esempio, cerchi di portare in bagno tuo figlio a intervalli regolari, ma lui puntualmente se la fa addosso, due minuti dopo?

    Non è assolutamente piacevole passare le giornate a pulire casa dalle continue pipì e a fare lavatrici! 

    È davvero impossibile non sentirsi sfiniti e soprattutto rimanere estranei alla sensazione di non aver saputo gestire efficacemente questo passaggio di crescita.

    Devi sapere, però, che l’abitudine all’uso del vasino è un processo fisiologico di apprendimento che non va affrettato.

    Ogni bambino ha i suoi tempi, non deve esserci forzatura da parte tua.

    Altrimenti tuo figlio vivrà uno stress emotivo tale che influirà negativamente sull’attività dei neurotrasmettitori che regolano le funzioni degli sfinteri.

    Mi spiego.

    La sua capacità fisica di controllare i movimenti della vescica è strettamente correlata al sapersi trattenere o lasciare andare con le emozioni. Per crescere in modo armonioso, tuo figlio ha bisogno di sviluppare e consolidare un equilibrio fisico ed emotivo tra queste due polarità.

    Quando gli chiedi insistentemente se gli scappa la pipì o di sedersi sul vasino, il tuo bambino potrebbe sentirsi eccessivamente sotto pressione e fare, perciò, molta fatica a capire se trattenere, rimandando la pipì al momento giusto o, invece, lasciarsi andare e svuotare la vescica.

    Non solo.

    Questo approccio assillante lo indurrà, nel tempo, a credere che il suo corpo non è capace di regolarsi da solo, con la conseguenza che “Il problema del danno provocato all’immagine di sé per il futuro del bambino sarà maggiore del problema dell’enuresi”. T. Berry Brazelton

    Certo, sentirsi frustrati e affaticati è normale, ma conoscere meglio come “funzionano” i nostri figli e saper padroneggiare l’impulso che spesso ci spinge a essere troppo preoccupati è l’unico modo per accogliere più serenamente le loro battute d’arresto e le loro regressioni.

    Solo in questo modo eviteremo di essere ossessionati dal dover “correggere” i loro comportamenti, perchè consapevoli che sono fisiologici e funzionali per la costruzione della loro personalità.

    Proprio per questo ho creato il progetto Scuola Genitori, un percorso che ti aiuterà a

    • comprendere meglio le fasi di crescita dei tuoi figli per sapere cosa fare nei momenti di difficoltà
    • costruire uno stile educativo personalizzato, grazie al quale potrai aiutarli a essere più collaborativi, più sereni e sicuri di sé.

    A breve ripartiranno le nuove classi di Scuola Genitori e di prassi accolgo solo un piccolo numero di iscrizioni, per dedicare la massima attenzione a ciascun partecipante.

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    Daniela Scandurra – Pedagogista Montessoriana

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