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Tuo Figlio è Ansioso? 7 Attenzioni Educative In Chiave Montessoriana

L’altro giorno un papà in consulenza mi ha detto: “Mi capita spesso di non capire mia figlia. Improvvisamente si mette a urlare, a piangere e a volte, in situazioni apparentemente banali come quando è necessario mettere un cerotto su un piccolo taglietto, comincia a sudare freddo e a irrigidirsi come fosse una statua. Io provo a tranquillizzarla, ma niente. Non c’è verso. Non ci riesco proprio…”.

Purtroppo, nonostante in certi periodi della vita l’ansia infantile sia frequentissima perché legata al processo di crescita e pertanto col tempo tende a diminuire, la pandemia ha fatto impennare in maniera impressionante i comportamenti ansiosi nei bambini.

Di recente l’ospedale Gaslini di Genova ha messo in luce quanto, in questi ultimi due anni, nei bambini al di sotto dei sei anni siano aumentati in maniera considerevole irritabilità, disturbi del sonno e ansia da separazione, mentre nei bambini e ragazzi tra i 6 e 18 anni i malesseri più frequenti hanno riguardato i disturbi d’ansia e alterazione del ritmo del sonno. 

I dati sono a dir poco sconvolgenti.

In circa il 60-70% della popolazione pediatrica la pandemia ha impattato rovinosamente.

Se mi conosci o mi segui da un po’, sai molto bene che tengo in seria considerazione gli studi e le ricerche, come quella appena citata, che provengono da fonti autorevoli.

Sulla base della mia personale esperienza come pedagogista posso confermare, però, che niente è perduto e anche se ci sentiamo esasperati dall’ansia dei nostri figli che hanno paura di sbagliare, del buio, dell’acqua, degli altri (tanto da evitare di andare a una festa di compleanno!), è possibile scoprire modi diversi di percepire queste situazioni faticose che ci aiutino ad affrontarle con calma e allentare la tensione.

Devi sapere che l’ansia è un’emozione che ci spinge non solo a evitare il pericolo, ma anche a fare di tutto per dare il massimo di noi stessi per ottenere successo nella vita.

Immagina che ne sarebbe di un atleta in gara alle Olimpiadi se, dopo essersi allenato con grande impegno, affrontasse la finale, che potrebbe portarlo a tagliare il traguardo per primo, con uno stato di rilassamento totale.

Tuttavia, se è vero che una certa dose di ansia fa parte del vivere quotidiano, quando ci troviamo di fronte a manifestazioni di eccessiva preoccupazione che rischiano di complicare la vita ai nostri figli, dobbiamo interrogarci sul disagio che questa emozione può causare loro, sul perché il loro mondo interiore risulti così affollato da immagini inquietanti, ma soprattutto su cosa possiamo fare perché crescano più sereni.

Per Maria Montessori quando ci troviamo di fronte a bambini caratterialmente impegnativi dobbiamo cercare “la ragione del loro carattere nella vita che essi hanno vissuto precedentemente”.

Anche se tra le cause dell’ansia eccessiva gli studiosi riscontrano una certa predisposizione genetica – circa il 10/20% -, sono soprattutto alcune esperienze dei primi anni di vita che insegnano ai bambini a stare in allerta, a evitare i rischi, a non sperimentare cose nuove.

Molto dipende dall’ambiente in cui i bambini nascono e crescono.

“Stai attento!”, “Non stancarti troppo!”, “Sei sicuro di sentirti bene?”, “Attenta che puoi farti male!”, “Non correre!”, “Copriti bene altrimenti ti ammali!”, sono frasi dettate da adulti iperprotettivi che hanno bisogno di tenere ossessivamente tutto sotto controllo. E che indirettamente e inconsapevolmente attivano un enorme quantità di ansia nei propri figli.

Avere un genitore che vive la vita con eccessiva preoccupazione non fa altro che spingere i bambini a crescere insicuri, impauriti, ansiosi, a credere che il mondo è un luogo pericoloso e di conseguenza a vivere in uno stato perenne di tensione.

“Noi siamo gli adulti e il bambino dipende da noi; le sue sofferenze, a dispetto delle nostre buone intenzioni, provengono da noi. Se, per un errore da parte nostra, questi mali si producono, allora è necessario che l’atteggiamento dell’adulto sia riformato”. Maria Montessori

Di seguito alcuni suggerimenti, in chiave montessoriana, utili per aiutare i tuoi figli a superare l’ansia:

1. Nelle ansie dei nostri figli possiamo ritrovare le nostre. Perciò, prenditi cura del bambino pauroso che vive dentro di te, perché è solo accettando e imparando a conoscere le tue ansie che potrai aiutare i tuoi figli a superare le loro e a crescere. “E’ una maniera nuova di guardare al problema della responsabilità che grava con pesantezza su molti genitori”. Maria Montessori

2. Cerca di ricordare quello che provavi tu da bambino/a di fronte a persone, ambienti o in situazioni nuove e sconosciute. Se per esempio tua figlia urla terrorizzata perchè non vuole andare dal dottore prova a ricordare che cosa ne pensavi tu delle visite mediche da piccolo/a. Così capirai perché la tua bambina ne ha paura.

Poi spiegale che cosa l’aspetta, per non compromettere la sua fiducia (per esempio, il dottore guarderà la sua gola per capire come aiutarla a stare meglio). E rassicurala che le starai vicino tutto il tempo. “Bisognerebbe che noi ci rivestissimo di umiltà, ricordando di noi medesimi che da lungo tempo ci siamo allontanati con le nostre azioni da quella espressione di vita umana tanto più pura di noi, che è il bambino”. Maria Montessori

3. Limita il più possibile i comportamenti iperprotettivi. Spesso i genitori di bambini ansiosi tendono, inconsapevolmente, a limitarne l’autonomia. Sono erroneamente convinti che i loro figli non abbiano la capacità di fronteggiare le situazioni, perciò, intervengono spesso per aiutarli.

Ricorda che la muta richiesta che ogni bambino rivolge all’adulto è “Aiutami a fare da solo”.

Aiutami, nel senso di “accompagnami in questo mio percorso di crescita, perché da solo non vado da nessuna parte. Sii presente”. A fare: solo se faccio capisco. Nessuno può imparare al posto mio, lasciami provare, riprovare. Da solo: concedimi la gioia di sperimentare da me, di provare la gratificazione, la soddisfazione di portare a termine quello che comincio. Perciò, per consentire a tuo figlio di scoprire che può farcela da solo lascia che si vesta, si lavi, giochi, faccia i compiti autonomamente e sforzati di aiutarlo solo se è opportuno, cioè, solo laddove non è in grado di fare da solo.

Riconosci le sue possibili autonomie, mettilo sempre nelle condizioni di fare da sé, di superare quella piccola prova che lo renderà più abile. Perché rimproverarlo tutte le volte che nel versarsi l’acqua dalla brocca al bicchiere la rovescia sulla tavola? Prova a mostrargli come si fa per non rischiare che ogni volta si bagni la tovaglia. 

“Un’azione pedagogica efficace sui teneri bambini deve essere quella di aiutarli ad avanzare su vie di indipendenza, intesa in maniera da iniziarli a quelle prime forme di attività che consentono loro di bastare a se stessi e di non pesare sugli altri per la propria incapacità. Aiutarli a imparare a camminare senza aiuto, a correre, a salire e scendere le scale, a rialzare oggetti caduti, a vestirsi e a spogliarsi, a lavarsi, a parlare per esprimere chiaramente i propri bisogni, a cercare con tentativi di giungere al soddisfacimento dei loro desideri, ecco l’educazione all’indipendenza”. Maria Montessori

4. Lascia che tuo figlio sbagli. La relazione con i nostri bambini non può essere vissuta come una continua caccia agli errori: “Sei troppo lento! Guarda Simone, corre più veloce di te, ed è anche più piccolo!”, “Non sai ancora vestirti da sola! Guarda come hai lasciato la canottiera fuori dai pantaloncini!”.

Un bambino che continua a subire questo atteggiamento di ossessivo controllo da parte dell’adulto crescerà nutrendo un enorme pregiudizio su di sé: quello di non essere mai all’altezza della situazione. Non proverà il piacere di fare e di mettersi alla prova, anzi, si adeguerà all’immagine negativa che gli adulti hanno di lui. È facile, perciò, che diventi una persona insicura e ansiosa.

“Quanto è più importante invece capire gli sbagli che si fanno e sapersi controllare. Una delle più grandi conquiste della libertà psichica, è il rendersi conto che noi possiamo fare un errore e possiamo riconoscere e controllare l’errore senza aiuto. Se vi è cosa che rende il carattere indeciso, è il non saper controllare qualcosa senza dover ricorrere all’aiuto di altri. Nasce un senso di inferiorità scoraggiante e una mancanza di confidenza in noi stessi. Il controllo dell’errore diventa una guida che dice se siamo sulla giusta via”. Maria Montessori

5. Incoraggia il tuo bambino a non evitare ciò che gli crea ansia. Devi sapere che a lungo andare “scappare” di fronte alle situazioni che appaiono come minacciose non fa altro che ingigantire l’ansia e renderla sempre più ingestibile. Perciò, se tuo figlio ha paura di andare sullo scivolo, invece di fargli evitare questa attività, aiutalo a esporsi gradualmente a quanto lo mette in ansia. In questo modo sperimenterà che ciò che teme non si verifica nel modo catastrofico in cui lo immagina.

Per esempio, inizialmente potreste avvicinarvi insieme allo scivolo e osservare i bambini che vi salgono. Poi potresti farlo salire e scivolare tenendolo per mano – magari quando non ancora non è arrivato nessuno. Diversamente, consentendo a tuo figlio di evitare tutto quello che lo preoccupa confermi che ciò di cui ha paura è veramente pericoloso.

“Diciamo che lo facciamo per il loro bene, e perlopiù ci crediamo sul serio. Ma è strano vedere quanto spesso ciò che consideriamo il loro bene coincida con quello che è più comodo per noi”. Maria Montessori

6. Non rassicurare tuo figlio. So che ti sembrerà strano, ma le parole, anche se rassicuranti, non possono competere con un pensiero ansioso. Piuttosto aiuta il tuo bambino a cercare altre possibilità, per esempio, chiedendo: “Che altro puoi fare?”, “E se fai questo la tua paura diminuirà?”.

Tuo figlio deve imparare a fidarsi dei suoi criteri di valutazione, altrimenti dipenderà sempre dagli altri per giudicare se una situazione è sicura o meno. Non dimenticare che le rassicurazioni più efficaci sono quelle che si focalizzano sulla capacità del bambino di affrontare e superare le situazioni temute. “I genitori dovrebbero trattare diversamente i figli. È un modo di trattare i figli meno diretto e più delicato, diverso da quanto siamo solitamente abituati a concepire nei confronti dei bambini”. Maria Montessori

7. Incoraggialo a “giocare” la sua ansia. Proponi a tuo figlio di pensare a qualcuno – per esempio un supereroe – che non sarebbe ansioso nella sua stessa situazione e poi chiedigli di immaginare di essere proprio quel personaggio. Domandagli se si sente forte e coraggioso e poi aggiungi: “Anche tu puoi sentirti così!”.

Un altro gioco utile che spesso suggerisco ai genitori che mi contattano è quello dell’inversione dei ruoli. Il tuo bambino fa la parte di un personaggio pauroso – un animale, un dottore con in mano un cerotto -, mentre tu fingi di avere paura.

Si tratta di un approccio educativo giocoso che ha il potere di diminuire l’ansia provata dai bambini in situazioni per loro minacciose. Giocare permette di ridere e le risate allentano significativamente la paura. Inoltre, aiuta a mettere in pausa la parte del cervello più emotiva, lasciando emergere quella più razionale. “I bisogni del bambino sono semplici, e un’infanzia felice necessita solo di un ambiente semplice”. Maria Montessori

Contattami per conoscere meglio il mio servizio di consulenza pedagogica e il mio progetto di Scuola Genitori con cui aiuto le mamme e i papà a svolgere nel modo migliore il loro compito educativo

Daniela Scandurra – Pedagogista Montessoriana

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