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Tuo figlio continua a interromperti mentre parli al telefono? Scopri come insegnargli a non farlo

“Mia figlia continua a interrompermi quando sono al telefono. Non ne posso più. Le ho detto centinaia di volte che non deve farlo, ma continua imperterrita.

Anche la sera, quando cerco di parlare con il mio compagno lei comincia a farci domande, parla ad alta voce, urla… fino allo sfinimento. Non ne parliamo quando incontro per strada un’amica… è un delirio. Magari è da un po’ che non la vedo e avrei piacere di chiacchierare con lei, ma ovviamente mia figlia comincia a lamentarsi, a tirarmi la maglia…insomma, non so più come fare. Mi sembra di trovarmi di fronte ad un vicolo cieco”.

Se leggendo queste parole hai sentito risuonare qualcosa dentro di te, perché è quello che vivi quotidianamente anche tu, allora ho buone notizie.

In questo articolo troverai indicazioni pratiche che fanno al caso tuo e ti aiuteranno a gestire efficacemente le interruzioni di tuo figlio.

Prima, però, voglio che tu comprenda il motivo per cui tuo figlio continua a interromperti.

Sai, è importante che tu capisca come “funziona” il tuo bambino, altrimenti sarà davvero complicato comprendere perché si comporta in questo modo.

Non solo.

Se non parti da questa comprensione, correrai il rischio di fare danni, anche se sei mossa/o dalle migliori intenzioni.

Un pò come se ti tuffassi in mare senza aver imparato prima a nuotare. Metteresti in pericolo la tua vita.

Ecco perché ho scritto questo articolo.

Voglio aiutarti a capire cosa c’è dietro a questo comportamento apparentemente illogico e irragionevole, che mette in atto tuo figlio quando cerchi di conversare con qualcuno. E fornirti gli strumenti giusti per gestire in modo più efficace questa situazione.

Intanto desidero cominciare rassicurandoti:

tuo figlio non è maleducato e tu non sei un cattivo genitore.

Si tratta di un problema molto comune nelle famiglie e non esagero se ti dico che, quasi ogni giorno, i genitori con cui lavoro me lo riportano come un aspetto spinoso della relazione con i loro figli.

Perché tuo figlio continua a interromperti

I bambini, fino a circa 6/7 anni, raramente sanno attendere il loro turno per parlare, soprattutto quando ad essere impegnati in questa attività sono i genitori.

Perciò, se tuo figlio è ancora in età prescolare e non ti lascia parlare quando, per esempio, sei al telefono, devi sapere che non lo fa per provocarti o con l’intenzione di interromperti. Questo suo comportamento non è guidato da un pensiero cosciente e razionale, ma a fare da padrona è la sua fatica nel gestire gli impulsi.

Come ho scritto in un precedente articolo https://danielascandurra.com/le-2-cose-che-devi-assolutamente-sapere-se-hai-a-che-fare-con-un-figlio-oppositivo/ i bambini, per molto tempo, si esprimono in modo irrazionale perché non hanno imparato del tutto a regolare le emozioni.

La loro corteccia prefrontale – responsabile di abilità importanti come la capacità di saper aspettare – impiega molto tempo prima di raggiungere il suo livello ottimale, ed è perciò immatura per contenere i loro impulsi.

Ma c’è un altro elemento importante da non sottovalutare, che entra in gioco nel momento in cui tuo figlio ti vede occupata/o a conversare con qualcuno.

Aspettare, – anche solo 2, 3, 5 minuti – significa sapersi proiettare nel futuro. Una capacità mentale complessa, legata alla maturazione del cervello e di cui i bambini al di sotto dei 7 anni sono sprovvisti. Il senso del tempo si sta ancora sviluppando e bisognerà attendere l’adolescenza perché questa abilità sia decisamente più matura.

Ecco perché a tuo figlio risulta difficile ascoltarti quando gli dici “Solo un minuto e poi sono da te”.

Se poi a questi aspetti si aggiungono la fame, la stanchezza, il sonno e la noia è inevitabile che tenda più facilmente a comportarsi male.

Tuttavia, puoi sicuramente fare qualcosa per gettare le basi perché questa capacità cominci a svilupparsi e serviranno alcune strategie molto pratiche di cui ti parlerò tra un po’.

Sai, a volte, i bambini interrompono mamma e papà per condividere qualcosa che ritengono interessante o rilevante. Ma non potendo fare affidamento su una memoria a breve termine che funzioni a pieno regime hanno “fretta” di raccontare le loro cose, prima di non essere più in grado di ricordare.

Quindi la prossima volta che ti troverai ad essere interrotta/o da tuo figlio ricorda che lui non è in grado di ragionare in termini “La mamma, il papà, deve riagganciare il telefono prima di potermi ascoltare”

ma il suo pensiero dominante, in linea con le sue risorse mentali di quel momento, sarà “Mamma, papà, guardami! Ascolta cosa ho di bello da dirti prima che me ne dimentichi!”

Interrompere è anche il modo immaturo in cui un bambino chiede di essere notato. 

Spesso dietro a questo comportamento c’è la ricerca di una ri-connessione.

Ti faccio un esempio.

Quando i nostri figli sono “costretti” a raggiungerci nel nostro mondo di adulti, ovvero devono adeguarsi alle nostre esigenze e ai nostri ritmi, perdono la connessione con noi, si dis-organizzano più facilmente e si comportano in modi che ai nostri occhi sembrano “maleducati”.

Non lo fanno deliberatamente.

Ci stanno solo comunicando che senza la nostra amorevole attenzione si sentono persi.

Certo, avere a che fare con un bambino, soprattutto in età prescolare, che ti interrompe mentre stai chiacchierando con qualcuno può essere davvero esasperante. Non dimenticare, però, che tuo figlio non sta cercando di irritarti.

E man mano che crescerà, potrai insegnarli modi più “educati” per allenarlo a esercitare la pazienza e saper attendere.

Come posso gestire le interruzioni di mio figlio?

Mostra a tuo figlio il comportamento appropriato

Uno dei modi migliori per insegnare a tuo figlio a non interrompere è dare l’esempio.

Quando stai conversando con qualcuno, soprattutto con il tuo partner, e ti accorgi che tendi a “parlare sopra”, fai uno sforzo per fermarti. Mostrati paziente e disponibile ad aspettare il tuo turno per parlare.

I bambini sono estremamente attenti.

E come ci ricorda Maria Montessori le loro menti “assorbono” in maniera indelebile tutto ciò che trovano nel loro ambiente, in particolare i nostri comportamenti.

Tuo figlio osserva come tratti le persone per capire come deve gestire le relazioni.

In altre parole, se interrompi spesso il tuo partner mentre parla, tuo figlio penserà che questo sia un modo accettabile di comunicare.

Per lo stesso motivo, non interrompere tuo figlio mentre ti parla. Se dovesse accadere, fermati e non esitare a dirgli “Scusa, ti ho interrotto. Vai avanti”.

E se dovesse essere necessario interromperlo?Per esempio, quando ti accorgi che sta parlando “troppo” perché non vuole andare a dormire.

In questo caso, digli chiaramente che ci tieni ad ascoltare cosa ha da dirti, ma non puoi continuare a farlo in quel momento. “Mi piacerebbe davvero sentire il resto della tua storia, ma adesso è ora di andare a letto. Potrai finire di raccontarmela domani.”

Concorda un segnale speciale

Chiedi a tuo figlio di mettere la sua mano sul tuo braccio quando tu stai conversando con qualcuno e lui “deve” dirti qualcosa. Subito dopo puoi appoggiare la tua mano sulla sua per fargli sapere che lo vedi, hai capito che vuole parlarti, ma in quel momento non puoi ascoltarlo.

Questa è una strategia potente.

Maria Montessori ci ricorda che i bambini al di sotto dei 6/7 anni sono mente concreta. Diventa necessario, perciò, “materializzare” per loro i concetti astratti, tradurli in qualcosa di comprensibile per la loro mente.

Proprio per questo di solito i bambini rispondono bene alla strategia che ti ho appena suggerito.

Grazie a un semplice gesto capiscono che gli adulti non li stanno ignorando, non si sono dimenticati di loro, anche se in “tutt’altre faccende affaccendati”.

E questo li rassicura.

Oltre al fatto che si allenano a sviluppare la capacità di aspettare e ritardare la gratificazione.

Si tratta di una modalità che puoi utilizzare anche se tuo figlio ha più di 7 anni (si, anche i bambini più grandi a volte tendono a interrompere!) e con cui puoi concordare due “segnali”.

Uno per le attese brevi e uno per far sapere che ci vorrà un po’ più di tempo per poter parlare con te. In questo caso potrebbe organizzarsi per fare altro.

Parola d’ordine: prevenire

La regola d’oro, quando si hanno bambini piccoli, è quella di cercare di prevenire, il più possibile, le situazioni critiche in cui i nostri figli potrebbero faticare a gestire la loro emotività, lasciandosi andare a reazioni spropositate.

E che costringerebbero noi adulti ad agire con durezza.

Perciò, prima di telefonare a qualcuno, chiedi a tuo figlio di scegliere un’attività da svolgere mentre sarai impegnata/o al telefono. “Ti andrebbe di prenderti un libro e sederti vicino a me mentre sono al telefono? O preferisci stare sul tappeto e giocare con i lego?”.

In questo modo sentirà di avere un certo controllo sulla situazione, il che gli renderà più facile tollerare il tempo che trascorrerà mentre tu dedichi attenzione a qualcun altro.

Se ha più di 7 anni puoi spiegargli chiaramente che hai bisogno di stare al telefono con la tua amica, il tuo collega…e chiedergli: “Hai un paio di idee su cosa potresti fare mentre io sono al telefono senza aver bisogno di interrompermi?”.

Usa il gioco

Se vuoi aiutare tuo figlio ad acquisire, nel tempo, la capacità di aspettare può essere molto efficace utilizzare tutti quei giochi che prevedono la turnazione, per esempio, i giochi da tavolo e i giochi con le carte, durante i quali è necessario attendere il proprio turno per muovere le pedine, lanciare il dado, prendere o mettere sul tavolo una carta.

Il gioco è il modo più semplice con cui puoi facilitare in tuo figlio l’apprendimento di importanti regole di convivenza, come il saper attendere.

Non esiste occasione migliore per aiutarlo ad esercitare la pazienza e sopportare la frustrazione che deriva dal non poter avere o fare subito quello che desidera.

Rimanda le tue conversazioni

Se tuo figlio ti interrompe ripetutamente

  • quando la sera provi a conversare con il tuo partner
  • quando sei al telefono
  • quando ti fermi a salutare qualcuno per strada

è evidente che non possiede ancora gli strumenti per comportarsi in modo adeguato in queste situazioni.

Rimproverarlo non servirebbe a nulla, se non ad amplificare il suo malessere e a incrinare la vostra relazione.

Ciò che è più opportuno fare è rimandare le tue conversazioni ad altri momenti, quando lui non è nei paraggi perchè impegnato a giocare o meglio ancora quando sta dormendo.

Man mano che crescerà non si sentirà più così “minacciato” dal non avere tutte le tue attenzioni su di sé.

Sappi che se tuo figlio sapesse comportarsi diversamente, lo farebbe!

Non ti sta sfidando.

È semplicemente un essere immaturo e irrazionale che non ha ancora imparato quale sia il comportamento corretto.

E tu non sei un cattivo genitore se lui non si comporta bene.

Tuo figlio non ti interrompe perchè ti sta manipolando

Cosa succederebbe se invece di raffigurarti tuo figlio come un abile manipolatore che cerca di farti perdere la pazienza, pensassi a lui come a una persona illogica e inesperta, da poco atterrata in questo mondo, che cerca di capire come si fa a comportarsi in modo appropriato?

E se dessi per scontato che il suo comportamento “scorretto” non è altro che la punta di un iceberg? Ovvero che “sotto” quel comportamento, apparentemente provocatorio e ostinato, ci siano emozioni intense che tuo figlio non è ancora in grado di gestire?

Quello che voglio dirti è che se vuoi arrabbiarti di meno con tuo figlio, devi sforzarti di interpretare diversamente i suoi comportamenti “sbagliati”. E comprendere che fa del suo meglio con le risorse che ha in “quel” particolare momento.

Per molto anni, durante l’infanzia, i bambini usano un “metro” diverso dal nostro per valutare cosa sia giusto o sbagliato.

Il guaio è che spesso sovrastimiamo le loro capacità emotive.

Provo a farti un esempio.

È come se tuo figlio avesse tre anni e tu ti arrabbiassi perché non conosce le tabelline. Non ti verrebbe mai in mente di reagire in questo modo!

È ancora troppo piccolo per afferrare un concetto così complesso. Sai che prima o poi, al momento giusto, le imparerà.

E allora perché aspettarti che sappia controllare la sua emotività o essere rispettoso o che sia in grado di comportarsi “educatamente”, come quando ti interrompe mentre parli con qualcuno?

Se non si comporta come “dovrebbe” il motivo è molto semplice: non ha ancora la maturità per farlo. Di conseguenza non ha senso sentirti frustrata/o e perdere la pazienza.

“Facile a dirsi!”, penserai.

E hai ragione.

Essere genitori è un compito ricco di sfide.

La più grande di queste consiste nel trasformare la nostra mentalità di adulti per guardare il mondo dalla prospettiva dei nostri figli, oltre che dalla nostra.

Uno grande sforzo, ma necessario per non fraintendere i loro comportamenti e comportarci come i loro peggiori nemici: “E un maleducato! Me lo fa apposta! Mi provoca! Che brutte figure che mi fa fare. Penseranno che non so educarlo!”

Per evitare che ciò accada, dal 2016 grazie al mio progetto di Scuola Genitori aiuto le mamme e i papà a diventare i genitori di cui hanno bisogno i loro figli.

  • Se vuoi comprendere come funziona tuo figlio nelle varie fasi della sua crescita e sapere cosa fare nel momento in cui manifesta un comportamento “difficile”
  • se desideri passare dall’essere un genitore che perde la pazienza a uno che sa gestire con pacata fermezza i momenti di tensione con tuo figlio
  • se stai cercando il modo giusto per sviluppare la tua autorevolezza e diventare il genitore che ha sempre desiderato essere

allora contattami e ti aiuterò a capire se la mia Scuola Genitori è la soluzione più adatta a te.

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Daniela Scandurra – Pedagogista Montessoriana

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