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SE TUO FIGLIO SEMBRA “TROPPO SENSIBILE”… FORSE E’ SOLO IN UN AMBIENTE CHE LO SOVRACCARICA. E IL METODO MONTESSORI PUO’ DIVENTARE LA CHIAVE CHE STAVI CERCANDO

Ti è mai capitato di dover lasciare una festa dopo dieci minuti perché tuo figlio si è chiuso in silenzio o ha cominciato a piangere disperatamente?
Hai mai visto tua figlia coprirsi le orecchie per un rumore improvviso, bloccarsi di fronte a un cambio di programma o stancarsi dopo un’ora di gioco come se avesse corso una maratona?

Non è capriccio.


Non è debolezza.


E no, non sei tu che stai sbagliando qualcosa.

La verità è che dietro quel comportamento, c’è molto di più.


Tuo figlio, tua figlia non ha un problema, è nato/a con un sistema nervoso più reattivo.

Gli studi parlano chiaro: circa il 20-30% dei bambini nasce con un tratto temperamentale chiamato Alta Sensibilità.

Non è un difetto.

Non è un disturbo da diagnosticare.

Non è una sindrome.

È un tratto genetico, neurologico, scientifico, reale. Un modo diverso – e più intenso –  di percepire il mondo: rumori, luci, parole, emozioni, tensioni.

Sono i cosiddetti HSC: Highly Sensitive Children. Elaborano ogni stimolo 10 volte più a fondo degli altri.

E allora

  • non sopportano le etichette sui vestiti
  • notano dettagli che altri ignorano
  • si accorgono se sei nervosa/o, anche quando cerchi di sorridere
  • si sovraccaricano facilmente con la confusione, le luci forti, quando si trovano in ambienti competitivi
  • e hanno bisogno di più tempo per ambientarsi, più calma per esprimersi, più delicatezza per sbocciare.

Il problema? Non è nei bambini. Il problema è l’ambiente.

Viviamo in un mondo progettato per la media.
Tempi veloci, classi affollate, giochi rumorosi, parole urlate, luci artificiali, emozioni mal gestite.

Un bambino altamente sensibile in tutto questo non trova spazio per respirare.
Si chiude. Si agita. Piange. Oppure si spegne.

E spesso l’adulto reagisce nel modo più umano, ma più sbagliato: cercando di correggerlo.
Quando invece basterebbe cambiare l’ambiente.

Ed è qui che il Metodo Montessori diventa un alleato prezioso.

Più di 100 anni fa, Maria Montessori osservava i bambini con uno sguardo diverso.
Non li giudicava. Non li uniformava. Li ascoltava.

Anche se allora non si parlava ancora di “alta sensibilità”, lei aveva già capito tutto.
Aveva compreso che ogni bambino ha un suo ritmo. Un suo modo di apprendere. Un suo linguaggio emotivo e sensoriale.

Per questo creò un ambiente pensato per sostenerlo nella sua crescita, non per forzarlo.
Un ambiente che accoglie e nutre, dove il bambino non deve adattarsi a uno stampo, ma può trovare la sua forma.


Cosa significa Montessori per un bambino, una bambina HSC

Il Metodo Montessori non solo è “compatibile” con i bambini altamente sensibili… ma è uno dei pochi approcci che davvero li capisce, li rispetta e li fa crescere senza soffocare la loro natura.

Te lo spiego nero su bianco.


Un ambiente che regola e non sovraccarica

Molti genitori pensano che il problema riguardi la scuola, le feste, i posti affollati.
Ma sai qual è il primo ambiente che può aiutare (o distruggere) l’equilibrio di un bambino, una bambina altamente sensibile?
La casa.

Sì, proprio il salotto in cui gioca.

La cucina dove fate colazione.

La cameretta dove dovrebbe dormire tranquillo/a e invece si agita, si sveglia, non si rilassa mai davvero.

No, non è un/una bambino/a “troppo emotivo/a”. Non è “viziato/a”.


È un/una bambino/a che sente tutto, sempre. E se l’ambiente attorno a lui/lei è troppo pieno, rumoroso, disordinato o caotico… il suo cervello va in tilt.

In pratica? Si chiude. Scoppia. Piange senza motivo. Ti risponde male. Non dorme.
E tu ti senti frustrata/o, impotente, stanca/o.


Ma la buona notizia è che puoi fare qualcosa subito, partendo da dove vivi ogni giorno: casa tua.


Ecco cosa funziona davvero 

Il “sufficiente e il necessario”
Se ovunque ci sono giochi, libri, colori, oggetti messi alla rinfusa dentro gli armadi e sugli scaffali… per te magari è normale, per tuo figlio, tua figlia è uno stress continuo.
Semplifica. Lascia fuori solo pochi oggetti. Quelli che servono. Il resto via. Vedrai che si calma già solo per questo.

Spegni tutto quello che fa rumore
La TV in sottofondo, Alexa che parla da sola, il telefono che riceve notifiche ogni 5 minuti…
Per te è fastidio, per lui/lei è troppo. Chiudi tutto. Crea dei momenti di vero silenzio. Anche 15 minuti al giorno fanno miracoli.

L’ambiente fa davvero la differenza.
E non serve stravolgere tutto: bastano pochi cambiamenti mirati, fatti con consapevolezza.
Casa tua può diventare il posto dove tuo figlio, tua figlia si ricarica invece di esaurirsi.
E anche tu, finalmente, potrai respirare un po’.


Libertà sì, ma dentro confini chiari

Se hai un figlio, una figlia altamente sensibile, lo sai già: più cerchi di forzarlo/a, più si chiude.
Non perché vuole fare il contrario di quello che dici. Ma perché il suo sistema nervoso funziona così: sotto pressione, va in sovrastimolazione Anche per cose che agli occhi degli altri sembrano piccole.

Un “Dai, adesso fai questo!” ppure: “Muoviti, è tardi”, può bastare per scatenare una crisi.

E allora come fai a guidarlo/a senza sopraffarlo/a?

Qui entra in gioco uno dei pilastri del Metodo Montessori: la libertà dentro un perimetro sicuro.
Un bambino, una bambina può scegliere cosa fare, come e quando, ma tra possibilità che l’adulto ha preparato con cura.

In pratica: non lo/la lasci allo sbando, che si arrangi. Ma nemmeno gli/le fai vivere la giornata come se fosse la tua, non la sua. Lo/la accompagni. Lo/la osservi. E costruisci per lui/lei uno spazio in cui possa sperimentarsi, decidere, riuscire.

Perché è proprio nella libertà (senza giudizio e senza urgenza) che un bambino, una bambina altamente sensibile inizia a sentirsi capace.
E quando si sente capace… si apre, si attiva, prova. E riesce.


Due semplici cose che puoi fare, concretamente, in casa

Offrigli sempre due opzioni, anche per le cose più semplici.
Non dire: “Metti la giacca!”.
Piuttosto: “Preferisci mettere la giacca rossa o quella blu?”.
Il messaggio cambia completamente. Non è più un ordine, ma una scelta.

Evita comandi secchi e bruschi.
Al posto di: “Metti via i giochi subito!” prova con: “Vuoi che li sistemiamo insieme tra un minuto, o preferisci iniziare tu e poi ti aiuto?”
Non è lasciare decidere a lui/lei.
È educare con rispetto, offrendo scelte reali dentro confini chiari.
Stai guidando, sì. Ma senza invadere, senza alzare la voce, e soprattutto senza farlo/a sentire sbagliato/a.


L’adulto che fa la differenza: presenza che accoglie, voce che calma, sguardo che capisce

Non serve che qualcuno te lo dica, lo sperimenti ogni giorno.
Ti basta incrociare lo sguardo di tuo figlio, tua figlia con un’espressione un po’ più seria, e subito si chiude.
Alzi appena il tono della voce — anche senza volerlo — e scoppia a piangere.
Gli/le dici “Dai, forza!” nel momento sbagliato… e da lì in poi, tutta la giornata si complica.

Tu lo sai, ci stai attenta/o, fai sempre del tuo meglio.
Ma a volte ti senti impotente.
Perché, pur conoscendo il problema, nessuno ti ha mai spiegato davvero come accompagnare un/una bambino/a così sensibile, senza farlo/a sentire sbagliato/a e senza esaurirti tu.

Il Metodo Montessori ti offre una chiave preziosa.
Non si tratta di teorie. Ma di un modo diverso di stare accanto a tuo figlio, tua figlia.
Fatto di presenza. Di attenzione vera. Di rispetto.

In questo approccio, l’adulto non comanda, ma guida.
Non dice “Fai così perché te lo dico io!”.
Osserva prima di agire.

Aspetta prima di intervenire.

Parla poco… ma quando lo fa, lo fa con uno scopo ben preciso.

Non elargisce complimenti vuoti tipo “Bravo! Brava!” ogni due minuti.
Ma fa notare cosa è stato fatto bene, con parole concrete:

“Hai portato a termine tutto con calma.”
“Hai scelto da solo/a cosa fare.”
“Hai avuto pazienza.”

Questa è la differenza.
Così tuo figlio, tua figlia inizia a sentirsi visto/a per davvero.
E non ha più bisogno di mettersi sulla difensiva, di cercare continuamente approvazione.
Si rilassa. Si apre. Si rafforza da dentro.


Cosa puoi fare tu, a casa, ogni giorno

Rendilo/a partecipare in casa con responsabilità semplici e su misura per lui/lei
Invece di dire “Lascia stare, faccio io”, prova con: “Ti va di aiutarmi a sistemare i cucchiaini nel cassetto?”, “Verseresti l’acqua nei bicchieri?”.
Gli HSC danno il meglio quando si sentono utili senza essere messi sotto pressione.

Inserisci piccole pause rigeneranti nella giornata
Tra un’attività e l’altra, concedetevi brevi momenti per rallentare insieme. Non servono grandi cose: bastano piccoli gesti che riportano entrambi nel “qui e ora”:

  • guardare fuori dalla finestra
  • ascoltare insieme una musica
  • accendere una candela profumata e osservare la sua luce rilassante.


Descrivi ciò che fa, non ciò che dovrebbe fare.
Invece di: “Sbrigati a mettere in ordine!” prova con: “Bene, hai già iniziato a sistemare i tuoi libri sullo scaffale.” Questo tipo di comunicazione non lo/la fa sentire giudicato/a o incalzato/a. Lo/la incoraggia invece a collaborare con te in modo naturale.


La prevedibilità: per far sentire sicuri i bambini altamente sensibili

Se tuo figlio, tua figlia è altamente sensibile, sai già cosa succede quando qualcosa “salta”.

Un cambio improvviso di programma: “Oggi non andiamo al parco, passiamo dai nonni”. Una frase lanciata all’ultimo momento: “Dai, adesso basta giocare, dobbiamo uscire!” Oppure anche solo un’attività bella, ma non prevista, come una visita a sorpresa da parte di amici.

Risultato? A volte scoppia in lacrime, altre esplode di rabbia. Oppure si fa da parte, e non vuole più saperne di niente e di nessuno.

E no, non lo fa per attirare l’attenzione.
Lo fa perché il suo corpo e la sua mente sono stati colti alla sprovvista.

I bambini altamente sensibili hanno bisogno di prevedibilità.
Hanno bisogno di sapere cosa accadrà, di potersi preparare mentalmente.
Un cambiamento improvviso, per loro, è come togliere una coperta calda in una stanza fredda.

Questa ricerca di prevedibilità è un vero e proprio bisogno di ordine interno.

Maria Montessori lo aveva compreso a fondo: l’ordine non riguarda solo l’ambiente fisico, ma anche le cure, i gesti, le parole, le circostanze.

Per il bambino, ogni cosa deve avere un suo posto, un suo tempo, un suo modo riconoscibile.
Solo così può orientarsi, sentirsi competente, e abbassare la soglia di allerta.

E per un/una bambino/a altamente sensibile, questa routine semplice ma piena di significato lo/la tranquillizza ed è ciò che lo/la protegge dal sovraccarico e gli/le permette di mostrarsi davvero per com’è.

Una delle strategie più semplici — ma straordinariamente efficaci — che suggerisco sempre ai genitori con cui lavoro, per aiutare i loro figli altamente sensibili a vivere la giornata con meno stress e più sicurezza, è quella di usare un promemoria visivo.

Non serve qualcosa di complesso o tecnologico: può bastare una lavagna o un cartellone in cameretta.
L’importante è che sia visibile, stabile e comprensibile per il/la tuo/tua bambino/a.

Se è ancora piccolo/a, puoi usare foto reali o illustrazioni semplici come immagini ritagliate da riviste.

Se è più grande, puoi coinvolgerlo/a nella creazione del promemoria: disegnate insieme le attività, scegliete un ordine e appendetele come una sorta di “striscia del tempo”.


La natura è il miglior terapeuta che tuo figlio, tua figlia possa avere

Potresti aver notato che dentro casa tuo figlio — o tua figlia — è spesso irrequieto/a, nervoso/a, sempre al limite.

Poi uscite.
Vi basta arrivare al parco, sentire un po’ di vento sul viso, trovare un angolo tranquillo sotto un albero…
E tutto cambia.
Si calma. Respira. Lo/la vedi più presente, più sereno/a. Come se finalmente si “riaccendesse” nel modo giusto.

Non è magia.
È che il suo corpo — e il suo cervello — hanno bisogno di meno rumore, meno confusione, meno stimoli tutti insieme.

Di fronte a uno stimolo, i bambini altamente sensibili elaborano quell’informazione in modo più intenso e profondo.
Il loro sistema nervoso è fatto così: percepiscono tutto di più — ogni suono, ogni odore, ogni sguardo, anche la minima tensione nell’aria.

Quando si trovano in un ambiente chiuso, rumoroso o troppo stimolante, il loro corpo e la loro mente si affaticano in fretta.
Non perché sono “difficili” o “viziati”.
Non è un problema “educativo”.

È come sono fatti.

È biologia.

E la natura è uno dei pochi posti che li aiuta davvero a stare bene.

Perché li stimola… ma in modo naturale, dolce, graduale.
Nessuna voce che urla, nessuna luce artificiale, nessun oggetto lampeggiante. Solo suoni reali, colori vivi ma non aggressivi, odori naturali che rilassano.

E se tuo figlio, tua figlia è altamente sensibile allora la natura non è solo benefica: è fondamentale.
Perché lui/lei non si limita a vedere un fiore. Lo sente.
Sente l’odore della terra bagnata. Il suono di una foglia che cade. Il ronzio degli insetti. Il cielo che cambia colore.
Sono dettagli minuscoli per molti… ma per lui/lei sono esperienze profonde, che lo/la toccano dentro. Ogni dettaglio lo nutre.

Ogni piccola cosa che percepisce diventa nutrimento.
Lo/la aiuta a calmarsi, a ricaricarsi, a sentirsi in equilibrio.

E sai chi lo aveva capito molto prima di noi?
Maria Montessori.

Per lei, la natura non è un “extra” o una gita da proporre ogni tanto.
È parte integrante del processo educativo.
Una vera e propria maestra silenziosa, paziente, sempre presente, capace di tirare fuori il meglio dai bambini.
Non con parole, ma con esperienze vere. Con ciò che un bambino, una bambina può toccare, annusare, osservare con calma.

E ogni volta che tuo figlio, tua figlia entra in contatto con gli elementi naturali, si rafforza.

Non fuori… ma dentro.

Il suo senso del sé si rafforza.
La sua psiche si nutre.
La sua sensibilità trova uno scopo, non un ostacolo.

Il Metodo Montessori lo sa bene: il contatto con la natura, la libertà di esplorare, il rispetto dei tempi di ogni bambino e bambina…

non sono “accorgimenti carini”. 

Sono fondamenta solide per sostenere la crescita di chi sente tutto più forte.

Montessori: uno dei modi più concreti ed efficaci per sostenere l’alta sensibilità di tuo figlio, tua figlia. 


Ecco cosa puoi fare tu, anche a casa, anche da subito


Esempio 1: Andate a piedi a scuola o al parco, anche solo per 10 minuti.
Durante il tragitto, prova a rallentare. Lascia che il/la tuo/tua bambino/a tocchi la corteccia di un albero, osservi le formiche, raccolga una foglia.
Non dirgli/le “Sbrigati!”. Osserva cosa attira la sua attenzione.
Quello è un segnale. Ti sta mostrando cosa lo/la aiuta a centrarsi.


Esempio 2: Crea una “routine verde” giornaliera.
Non serve un bosco: basta un balcone con alcuni vasi, un giardino, un cortile, un prato vicino casa.
Può annaffiare una pianta, raccogliere le foglie cadute, stare seduto/a su una coperta a guardare le nuvole.
Pochi minuti al giorno possono fare la differenza sul suo stato emotivo e sul livello di stress.

Conosci tuo figlio, tua figlia meglio di chiunque altro. Ora costruiamo l’ambiente che gli/le serve per fiorire

Arrivati a questo punto probabilmente ti starai chiedendo:
“È tutto vero Daniela… ma da dove inizio?”
“Come faccio ad adattare tutto questo alla mia casa, al mio ritmo, a mio figlio, mia figlia, senza stravolgere tutto?”

La risposta è: non devi farlo da sola/o.

Sono la prima pedagogista montessoriana in Italia a occuparsi in modo specifico di alta sensibilità.


E il mio lavoro è proprio questo: aiutare genitori consapevoli come te a trasformare la quotidianità con i loro figli, un passo alla volta, senza stress, senza pressioni, senza dover diventare esperti di pedagogia.

Attraverso una consulenza personalizzata, ti guiderò nel:

  • Leggere i segnali che tuo figlio, tua figlia ti sta già mandando
  • Capire quali aspetti del suo ambiente lo/la calmano… e quali lo/la mettono in difficoltà
  • Adattare la casa, i ritmi e la comunicazione quotidiana ai suoi bisogni reali
  • Creare una routine più stabile, più fluida, più adatta a un bambino, una bambina che sente tutto più forte

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Non è un corso, non è teoria: è un confronto diretto, chiaro, concreto, pensato per aiutarti a passare dalla consapevolezza all’azione.

Perché tuo figlio, tua figlia non ha bisogno di cambiare.
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E quel contesto puoi crearlo.
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Inizia con me.

Daniela Scandurra – Pedagogista Montessoriana

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