Chi non si è mai sentito dire, almeno una volta, durante la propria infanzia: “Se non fai il bravo viene il lupo cattivo e ti porta via!”, “Se continui a lagnarti chiamo la polizia!”, o ancora “Se non mi ubbidisci, arriva l’uomo nero!”.
E tante altre frasi di questo genere.
Molti genitori, nel passato, usavano spesso la paura per ottenere ubbidienza. Si tratta di uno “stratagemma” vecchio come il mondo e se anche tu, quando eri bambina/o, qualche volta ne hai fatto esperienza, è molto probabile che nel momento in cui hai avuto dei figli hai giurato a te stessa/o che con loro non avresti mai utilizzato questo metodo per farti ascoltare.
Poi, un giorno tuo figlio, tua figlia, ha dato in escandescenze, improvvisamente, senza nessun preavviso.
Eravate al supermercato e mentre stavi per pagare, ti ha chiesto di comprargli/le gli ovetti di cioccolato esposti alla cassa. Al tuo no deciso ha cominciato a piangere e a urlare e come se non bastasse si è buttato/a per terra, urlando a squarciagola frasi inconsulte: “Sei una mamma brutta e cattiva!”, “Vai via! Non lo voglio un papà come te!” . Nel più totale imbarazzo e soprattutto per la paura che gli altri potessero pensare che non sai educare tuo figlio, tua figlia, senza nessuna esitazione gli/le hai detto in tono minaccioso: “Se non la smetti di fare i capricci arriva il lupo cattivo!”
Sentendoti, subito dopo, un genitore davvero brutta/o e cattiva/o.
Cara mamma, caro papà, sappi che hai tutta la mia comprensione (sono anch’io una mamma e so per esperienza che solo i figli sanno tirare fuori il peggio di noi stessi! In modo particolare quando abbiamo fretta, siamo stanchi, in debito di sonno…).
Il problema è che ricorrere alla paura e alle minacce ti permette, con molta probabilità di raggiungere il risultato che desideri, ma solo per breve tempo.
E non senza conseguenze!
Ti faccio subito 3 esempi di cosa può generare, nel tempo, un’educazione basata sulla paura:
Il legame affettivo verrà compromesso
Se il tuo obiettivo nell’educare tuo figlio, tua figlia è costruire un rapporto basato sulla fiducia e sul rispetto, minacciarlo che arriverà qualcuno a “punirlo/a” è poco efficace, anzi controproducente, soprattutto per gli esiti negativi che questo comportamento può avere sulla vostra relazione.
È ovvio che il lupo cattivo, il poliziotto o l’uomo nero non arriveranno.
A quel punto, che ne sarà della tua credibilità, della tua autorevolezza come genitore?
Queste bugie mineranno il vostro legame di attaccamento e la sua convinzione che tu sia la sua base sicura per orientarsi nel mondo.
Nel tempo tuo figlio, tua figlia imparerà a diffidare di te, finirà per credere che non farai mai sul serio.
Inoltre, sapendo che ogni volta che non si comporterà bene la tua reazione sarà particolarmente severa e punitiva, man mano che crescerà eviterà di raccontarti di aver commesso degli errori, arrivando addirittura a mentirti. Perdendo, in questo modo, l’opportunità di riflettere sulle sue azioni e su come migliorarsi, perché avrà imparato a spostare l’attenzione dal proprio comportamento alla tua reazione.
Tuo figlio, tua figlia imparerà che fare leva sulla paura permette di ottenere ciò che si vuole
Se vuoi che tuo figlio, tua figlia si comporti in modo accettabile non è incutendogli/le paura che lo/a motiverai a comportarsi bene.
Anzi, in questo modo imparerà che l’esercizio del potere è il mezzo più efficace per costringere qualcuno a fare ciò che vogliamo.
Con la paura renderai sicuramente tuo figlio, tua figlia sottomesso/a, ma non ubbidiente.
La vera ubbidienza non ha niente a che fare con la paura e il conformismo. È invece un atto di fiducia e di amore! Tuo figlio, tua figlia deve sentire di volerti ubbidire perché ti ama, e non perché prova paura nei tuoi confronti.
La paura prenderà il sopravvento su tutto il resto
Non c’è nulla di educativo nell’instillare paure immotivate nei bambini.
Devi sapere che durante la loro crescita e fin dai primi mesi di vita, si ritrovano spesso ad essere impauriti. Temono di essere separati dai loro genitori, che il fratellino o la sorellina “rubi” loro l’amore di mamma e papà, hanno paura del buio, dei temporali, dei mostri…
Come genitori abbiamo il compito di aiutare i nostri figli a sentirsi al sicuro dai pericoli e questo significa proteggerli non solo fisicamente, ma anche sul piano emotivo e relazionale. Dobbiamo, perciò, evitare a tutti i costi di diventare noi stessi fonte di paura e minaccia per loro.
E poi…alludere all’essere portato via da fantomatici personaggi che hanno cattive intenzioni non insegna a tuo figlio, tua figlia a essere disponibile ad ascoltarti e a collaborare, piuttosto che il tuo amore è condizionato dal suo comportamento. In futuro farà ciò che gli/le chiederai solo per paura di perderti, di perdere il tuo affetto, non perché avrà fiducia in te e avrà compreso l’importanza di ascoltarti.
Tuo figlio, tua figlia ha bisogno di sentirsi protetto/a
Detto tutto ciò, se questo è il metodo che hai utilizzato finora con tuo figlio, tua figlia per farti ubbidire, non voglio che tu ti senta in colpa.
Genitori si diventa, non si nasce.
Quando i nostri figli vengono al mondo nessuno ci dice che si tratterà di un “lavoro” impegnativo e a tratti snervante e che le bizze e i “capricci” rappresenteranno, per tanto tempo, delle tappe normali della crescita.
Ecco perché, quando non si comportano come vorremmo, andiamo letteralmente fuori di testa. Ci mancano gli strumenti per gestire in modo efficace i loro comportamenti. Ci sentiamo sfidati, a volte presi in giro e non ci resta che minacciarli e ricattarli per fargli fare ciò che gli chiediamo.
Reagiamo nel modo peggiore!
Ma c’è una cosa che devo dirti, per aiutarti a riflettere più a fondo su cosa significhi proteggere i figli.
Durante l’infanzia e l’adolescenza il fatto che un bambino abbia potuto sperimentare un senso generale di protezione dagli adulti di riferimento, è di fondamentale importanza.
Se ciò non avviene, in quanto si trova ad affrontare esperienze che scatenano la paura (come per esempio quando i genitori si rivolgono a lui con il volume o il tono della voce sempre alto, duro o con espressioni del viso che incutono paura, o minacciando che qualcuno lo porterà via da mamma e papà se non si comporta bene), rimarrà in uno stato di ansia e ipervigilanza, costantemente preoccupato di dover contare solo sulle proprie forze, per proteggersi da eventuali minacce e pericoli.
Sai che implicazioni ha tutto questo?
Un bambino che vive questo stato perenne di paura, sarà un bambino che non riuscirà
- a dedicare tempo ed energie psichiche a fare ciò che gli piace
- a sviluppare i suoi talenti
- a imparare a gestire le sue emozioni
- a impegnarsi nell’apprendimento.
Cercherà in tutti i modi di evitare nuove esperienze, invece di dedicarsi a esplorare il mondo con curiosità.
Cosa puoi fare allora per evitarlo?
Ecco 3 suggerimenti!
Cambia il modo in cui interpreti il comportamento scorretto
Il modo migliore per affrontare il comportamento sbagliato di tuo figlio, tua figlia non consiste nel cercare di estinguerlo, ma nell’osservarlo con occhi diversi.
Cosa succederebbe se invece di considerare il tuo bambino un abile manipolatore che cerca solo di farti perdere la pazienza e farti arrabbiare, lo guardassi come una persona illogica e inesperta da poco arrivata su questa terra, che cerca di fare di tutto per capire qual è il modo corretto per stare al mondo, ma non sa come fare?
Tornando all’esempio iniziale, devi sapere che un bambino, specialmente in età prescolare, non riesce a gestire con equilibrio la noia, la frustrazione, il caldo, la confusione, il rumore che trova all’interno di un supermercato.
Non c’è da stupirsi che a un certo punto vada in crisi!
Eppure, quante volte noi adulti “trasciniamo” i nostri figli in luoghi non adatti a loro (grandi negozi, centri commerciali, ristoranti, concerti…) con l’aspettativa che si comportino da piccoli adulti, per spazientirci quando per ovvi motivi danno in escandescenza, gridando, inveendo verbalmente e fisicamente contro di noi, piangendo a dirotto…
Quando tuo figlio, tua figlia non si comporta bene, in realtà ti sta comunicando che non possiede le abilità per gestire quella determinata situazione.
No, non sto affermando che devi accondiscendere ad ogni sua richiesta, ma se comincia a urlare, scalciare e buttarsi per terra, potresti sollevarlo con risolutezza, tenendolo in braccio in modo fermo (perché è del contatto fisico che lo contiene ciò di cui ha bisogno) e quando si sarà tranquillizzato potrai parlare con lui di quanto è accaduto e spiegargli il motivo del tuo NO.
Ricorda, tra il minacciare e l’accondiscendere a ogni “capriccio” esiste la via dell’educare con amorevole fermezza.
Metti in conto che tuo figlio, tua figlia si comporterà male
Dai per scontato che tuo figlio, tua figlia
- combinerà dei guai
- urlerà perché non vuole andare via dal parco
- non vorrà uscire di casa la mattina e si butterà per terra
- ti dirà che “sei una mamma cattiva!” o che non vuole un papà come te, quando gli dirai di no comincerà a piangere ininterrottamente
- ti dirà le bugie…
insomma a volte sarà davvero insopportabile!
In tutti questi casi (e in tanti altri ancora!) cerca di non lasciarti dominare dalla rabbia e soprattutto non prendertela sul personale.
Tuo figlio, tua figlia non è un/una cattivo/a bambino/a e tu non sei un genitore sbagliato.
È solo che i bambini sono fatti così e il nostro compito principale come genitori è offrire loro gli strumenti di cui hanno bisogno, per comportarsi in modo accettabile e imparare a regolare le proprie emozioni.
Mantieni la calma
Se vuoi che tuo figlio, tua figlia sia calmo/a, lo devi essere prima tu.
Riuscire a rimanere calmo/a nel mezzo della sua tempesta emotiva, ha un’influenza enorme sul suo stato d’animo. Non solo nel preciso momento di crisi, ma anche a lungo termine. Nel tempo, tuo figlio, tua figlia imparerà a calmarsi da solo/a, senza il tuo aiuto. Gli/le avrai fornito l’abilità che gli/le serve per traghettare da uno stato di sovraccarico emotivo a uno di calma.
È impegnativo. Non lo nego. Ma sappi che ne varrà la pena.
Ricorda:
il capriccio è una richiesta di aiuto. Tuo figlio, tua figlia non riesce letteralmente a farcela in quel momento e tu sei lì per guidarlo/a in sicurezza dall’altra parte del caos emotivo.
Concludendo
Alla fine di questo articolo ti sarà sicuramente più chiaro quanto sia rischioso educare sulla base della paura. Minacciando i nostri figli, offriamo loro un pessimo esempio: quello di persone che non sanno controllare la propria rabbia, perciò, ricorrono alle minacce.
Al contrario, se riusciamo a gestire i nostri stati d’animo e a controllare l’impulso di fare e dire solo ciò che abbiamo visto fare e sentito dire quando eravamo bambini, aiutiamo i nostri figli a fare lo stesso.
È da noi genitori che imparano a non lasciarsi dominare dalle loro emozioni.
Certo, per quanto ce la metteremo tutta, non saremo sempre comprensivi e pazienti come “dovremmo” essere.
Si tratta di un lavoro lento “come una creta che viene modellata un po’ alla volta” dice Marta, una mamma che ha partecipato alla mia Scuola Genitori. “Non è che fai subito il capolavoro, a volte va bene, altre volte meno. Piano piano ci si trasforma, si cambia” https://danielascandurra.com/testimonianze/
Se per capire come motivare i tuoi figli ad ascoltarti e collaborare senza dover ricorrere a minacce, ricatti e punizioni, vuoi affidarti a chi da anni si dedica ad aiutare le mamme e i papà a diventare genitori migliori, allora sei nel posto giusto.
Come Marta, sono centinaia coloro che, frequentando la mia Scuola, sono riusciti a passare dall’essere mamme e papà che perdevano sempre la pazienza a genitori autorevoli, capaci di gestire i momenti di tensione con i figli con amorevole lucidità e determinazione.
A breve ripartiranno le nuove classi di Scuola Genitori, un percorso di gruppo durante il quale potrai confrontarti con altre mamme e altri papà che vivono esperienze simili alle tue e imparare da me un approccio educativo pratico ed efficace, che ti aiuti a gestire i comportamenti sfidanti dei tuoi figli senza farti trascinare dall’impulsività e dalla reattività.
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