Nel primo libro della Bibbia, la Genesi, si narra che i discendenti di Noè si trasferirono nelle fertili pianure della Mesopotamia ed iniziarono la costruzione di una città e di una Torre che, secondo le loro intenzioni, sarebbe dovuta arrivare fino al cielo. Fino a quel momento “tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole”. Purtroppo l’arroganza e la presunzione di queste persone fu tale che Dio si adirò e li punì, confondendo il loro linguaggio. Parlando lingue diverse non furono più in grado di capirsi e di continuare la costruzione della torre, che rimase incompiuta.
Al di là del suo significato biblico, la storia della Torre di Babele rappresenta un’ottima metafora che voglio utilizzare per farti comprendere quanto l’incoerenza educativa tra genitori, l’approcciarsi ai propri bambini con stili educativi che si contrappongono, parlando “lingue diverse”, rischia di non portare da nessuna parte, ma soprattutto getta nella confusione i nostri figli.
Alzi la mano chi non si è mai trovato a discutere con il proprio partner – ahimè, spesso e volentieri davanti ai bambini – a causa di divergenze sull’educazione dei figli.
La mamma non vuole assolutamente che si guardino i cartoni poco prima di andare a letto, ma il papà è più accondiscendente e lascia fare. Oppure, il papà esige che ci si alzi da tavola solo dopo aver mangiato tutto e la mamma, che invece è più morbida, lascerebbe la propria bambina alzarsi anche se non ha terminato di mangiare. E ancora…uno dei due genitori non ci pensa due volte a punire le disubbidienze, mentre l’altro tenderebbe ad essere più accogliente ed empatico, anche di fronte alle tempeste emotive dei propri figli.
Si arriva, perciò, a dirsele di santa ragione: “Non mi ascolti mai! Te l’avevo detto che non voglio che vada a letto troppo tardi!”, “Sei troppo morbido!”, “Ma non ti rendi conto che l’educazione autoritaria è superata?”, “Sei tale e quale a tuo padre, non fai altro che predicare! Poveri figli!”, “Tu e la tua Montessori!”.
La verità è che le scelte educative possono trasformare il rapporto di coppia in una vera e proprio lotta di potere, con conseguenze nefaste sui bambini. E così, nello stesso modo in cui gli uomini della narrazione biblica, spinti dal loro ego, nel desiderio di costruire una torre che arrivi al cielo, provocano l’ira di Dio che confonde il loro linguaggio, i genitori che non riescono ad andare oltre il loro punto di vista e agiscono spinti dalla convinzione che il proprio “metodo” educativo sia migliore dell’altro, non fanno altro che causare confusione, incertezza e spaesamento nei loro figli…che si domandano: “Chi devo ascoltare? Mamma o papà?”, “Chi ha ragione tra di loro?”, “Di chi posso fidarmi?”, “Con papà riesco a fare sempre quello che voglio! E’ più divertente ascoltare lui!”. L’incoerenza dei messaggi che i nostri figli sperimentano li rende confusi e incerti perché non sanno se le loro aspettative verranno soddisfatte o disattese o se possono continuare a fidarsi di noi. E nella maggior parte dei casi, non faranno altro che cercare di adattarsi alle situazioni più “vantaggiose” per ottenere, di volta in volta, ciò che risponde meglio ai loro desideri.
Cosa è possibile fare se ci troviamo in questa situazione?
Innanzitutto voglio rassicurarti. Sono tanti i papà e le mamme che si trovano spesso in disaccordo sull’educazione dei figli.
Ogni genitore, nella sua infanzia, ha fatto esperienza di uno stile educativo diverso, ha una storia di vita differente e porta con sé una sua idea di educazione. Tutto ciò che abbiamo vissuto da bambini è stato “assorbito” inconsapevolmente dalla nostra mente dove vi è rimasto in una sorta di archivio e da dove viene recuperato come “modello” da utilizzare nella relazione con i nostri figli.
Di questo spesso non ne siamo consapevoli, pertanto, replichiamo quanto abbiamo sperimentato nella relazione con i nostri genitori.
Perciò, il primo passo da fare è diventare consapevoli degli stili educativi che ci portiamo dentro, prendendo le distanze da ciò che può risultare dannoso nella relazione con i nostri figli e prelevando il buono e il bello dello stile genitoriale che abbiamo sperimentato.
Un approccio educativo che funziona in “automatico”, guidato, cioè, da risposte più impulsive che ragionate, può causare tanta sofferenza ai nostri figli, farci perdere occasioni preziose di crescita e impedirci di diventare genitori competenti.
Nel momento in cui facciamo chiarezza sulla “provenienza” delle nostre “preferenze” educative è fondamentale cercare di evitare di screditarci, tra genitori, davanti ai bambini. Questo comportamento che spesso nasconde un desiderio, più o meno cosciente, di conquistare le attenzioni e l’amore dei nostri figli a discapito del nostro partner, crea in loro malessere e nervosismo. Il messaggio che arriva è che un genitore vale meno dell’altro. Se la mamma dice che non si salta sul divano e il papà lo permette è come se quest’ultimo dicesse a suo figlio che l’opinione della mamma non ha valore. Nel tempo, se questi episodi si ripetono, il bambino riterrà opportuno non prendere in considerazione quanto dirà la mamma. Perciò, pur nella consapevolezza che qualche volta è davvero difficile sottrarsi a un litigio, non sottovalutiamo quanto può essere destabilizzante, sui bambini, la conflittualità e la disistima tra mamma e papà.
Un aspetto molto importante su cui voglio, infine, spostare la tua attenzione riguarda la capacità degli adulti di ricercare e costruire una forte alleanza educativa.
Mi spiego meglio.
Per quanto all’interno della coppia genitoriale le idee sull’educazione dei figli siano profondamente diverse e agli antipodi è necessario “sedersi a tavolino”, parlare e confrontarsi sui diversi stili genitoriali sperimentati e cercare una mediazione, una linea comune che tenga conto, soprattutto, delle esigenze più profonde dei propri figli, del loro punto di vista. I nostri bambini hanno bisogno di sapere che non sono un trastullo per le nostre ambizioni sull’educazione. Non agiamo istintivamente, ma seguiamo la logica dei loro reali bisogni. Sia che si tratti di cose semplici o più complesse, ci sforziamo di parlare lo stesso linguaggio, perché abbiano chiaro cosa ci si aspetta da loro. Altrimenti avranno la percezione di poter contare su un solo genitore.
Potremmo, perciò, chiederci reciprocamente:
- Quali sono gli aspetti su cui ognuno di noi può soprassedere e quali, invece, quelli su cui non scendiamo a compromessi?
- In quali situazioni ci riesce più facilmente andare incontro all’altro?
- Quali sono le questioni su cui si manifestano maggiormente le nostre divergenze e quelle sulle quali siamo in accordo su come comportarci?
La ricerca dell’accordo tra i genitori è fondamentale per costruire un nuovo modo di pensare all’educazione dei figli. Non sto dicendo che bisogni diventare identici, ma più capaci di fidarsi l’uno dell’altro, di riconoscere che il punto di vista del partner può essere di arricchimento per affinare l’osservazione dei propri figli, per riuscire a vederli da altre angolature e offrire risposte più adeguate ed equilibrate ai loro bisogni.
Hai mai pensato che la diversità dell’altro genitore nell’approcciarsi ai figli può rappresentare un’opportunità per potenziare la tua sensibilità educativa e aiutarti a scoprire nuovi modi di manifestare l’affetto ai tuoi bambini?
Forse, in questo periodo complicato, senti che i tuoi figli avrebbero bisogno di messaggi più coerenti da parte tua e dell’altro genitore. E invece, continuate a discutere, a criticarvi reciprocamente, accusandovi di non essere in grado di educare i figli come si deve! E tu temi che questa situazione faccia male, non solo al vostro rapporto di coppia, ma anche ai vostri bambini. Una vera Babele!
Se sei alla ricerca di una soluzione a questo problema, che ti ribalti completamente la situazione sappi che il primo passo da compiere è la trasformazione della tua mentalità. Occorre essere disponibili al cambiamento, a “depurarsi” da tutti quei preconcetti di cui è impregnata la conoscenza che crediamo di avere su come vanno educati i bambini e che ci porta continuamente a ragionare, con il nostro partner, secondo la logica del “io ho ragione e tu hai torto”.
Essere genitori richiede l’impegno a migliorarci giorno per giorno, per avvicinarci sempre di più alla migliore versione di noi stessi.
Per questo motivo ho dato vita al progetto di Scuola Genitori secondo l’approccio montessoriano, un laboratorio di formazione permanente per genitori con bambini da 0 a 11 anni, una formazione di qualità, concreta, pratica, applicabile nell’immediato. In questi giorni sono aperte le iscrizioni ai nuovi percorsi.
Clicca sul link per avere maggiori informazioni https://danielascandurra.com/scuola-genitori-secondo-approccio-montessoriano/