Anche se è stato richiesto con insistenza, l’arrivo di una sorellina (o di un fratellino) rappresenta per un figlio una fase davvero dolorosa, di inevitabile gelosia.
Ben presto si accorge che il piccolo non è il compagno di giochi che aveva tanto desiderato, ma un intruso che lo ha detronizzato, attirando su di sé tutte le attenzioni della mamma e dal papà.
Certo, ogni bambino ha un suo modo del tutto personale di manifestare la propria gelosia: chi apertamente, attraverso “aggressioni” verbali (“Non mi piace questa sorellina! Perché non la riportate indietro?”) o fisiche (schiaffi, morsi, strattonamenti…), chi in modalità meno palese, più incomprensibile e inspiegabile per i genitori, comportandosi, per esempio, come se il nuovo arrivato non ci fosse, evitando di guardarlo o cercando di stare il meno possibile in sua presenza.
In ogni caso è bene essere consapevoli che
“la gelosia non è una «colpa» da punire, né un difetto da correggere: anche se il bambino la manifesta in modo molto infantile, spesso paradossale, è una ferita che brucia, e che lo fa soffrire, proprio come succede da adulti. E a volte anche di più”.
Silvia Vegetti Finzi
Ma la gelosia è anche un sentimento che deve essere connotato positivamente. Come ci ricorda Winnicott
“la gelosia nasce dal fatto che i bambini amano. Se non sono capaci di amore, non dimostrano nemmeno gelosia”.
Perciò, provare gelosia per una sorellina o un fratellino ma, soprattutto, poterla esprimere e un po’ alla volta superarla, diventa un elemento importante nella crescita di ogni bambino, attraverso cui si arricchisce il suo mondo interiore.
Come comportarsi, allora, con i figli, per aiutarli ad attenuare questo sentimento, in modo non soffrirne eccessivamente?
Sappi che la tua sensibilità come genitore è di fondamentale importanza per rassicurare il tuo bambino e individuare quegli accorgimenti, quei modi, quei gesti, quelle parole che lo aiutino a fronteggiare adeguatamente la gelosia.
Ho raccolto per te alcuni suggerimenti pratici che trovi qui di seguito elencati:
- Durante l’attesa, sarebbe importante informare il tuo bambino di quello che avverrà, aiutandolo a “prevedere” la presenza di un fratellino o di una sorellina. E a questo proposito, adeguatamente alla sua età, gli si può spiegare quali sono le esigenze di un neonato, di quanto abbia bisogno di essere allattato, cullato e cambiato diverse volte durante la giornata. Sarebbe utile anche coinvolgerlo nei preparativi – sistemare gli indumenti, allestire il luogo del cambio, preparare piccoli giochi che potrà utilizzare man mano che cresce.
- Diversi mesi prima del parto potrebbe risultare “geniale” creare insieme al tuo bambino uno spazio tutto suo, arredato come vuole lui e soprattutto all’interno del quale preparare dei contenitori o un armadio chiuso dove sistemare i suoi giochi, da “proteggere” quando il fratellino o la sorellina cominceranno a gattonare e a prendere tutto in mano. In questo modo potranno essere evitati i litigi per i giochi rovinati e distrutti!
- Quando il fratellino o la sorellina saranno arrivati, per “scongiurare” che il grande si senta messo da parte gli si può dimostrare di non averlo “perso di vista”, chiedendogli qualche piccolo aiuto, facendolo, per esempio, partecipare al cambio, al bagnetto. Mentre tu cambi o lavi il piccolo, il “grande” può fare altrettanto con il suo bambolotto.
- Appena possibile, gratifica il “grande”, ritagliandoti del tempo da dedicare solo a lui: un’attività giocosa, una merenda fuori casa, un bel libro da leggere insieme, una passeggiata, una chiacchierata. È importante continuare ad offrirgli esperienze piacevoli e divertenti che gli passino il messaggio che si può sperimentare l’amore e l’attenzione dei genitori anche in modalità diverse da quelle che si riservano ai piccolissimi.
- Accogli le sue regressioni, il suo desiderio di “sentirsi” piccolo nuovamente, anche se ti sembra che sia un tornare indietro a traguardi di crescita da tempo superati (vuole essere imboccato, bagna il letto di notte, chiede aiuto per vestirsi). Lasciaglielo fare. Si tratta di un bisogno temporaneo. È davvero inutile preoccuparsi per queste regressioni. Passeranno presto. Si tratta di strategie di difesa che il tuo bambino mette in atto, inconsapevolmente, per riconquistare quel posto che sente gli è stato sottratto dal nuovo arrivato. E’ fondamentale, quindi, che comprenda che i suoi tentativi di tornare piccolo vengono colti e accolti. “Se noi non abbiamo sufficiente esperienza o non sufficiente amore per poter distinguere tutte le fini e delicate espressioni della vita infantile, se non le sappiamo rispettare, ci accorgeremo di esse solo quando si manifesteranno violentemente; a questo punto il nostro aiuto arriverà troppo tardi”. Maria Montessori. E, soprattutto, non cedere all’impulso di sgridarlo o ironizzare sulle sue reazioni. “Non chiedetegli di «essere bravo», di «fare silenzio», ma piuttosto, dopo una crisi di rabbia o dopo un pianto inaspettato, ditegli frasi come: «Forse sei molto triste perché c’è lui, ma io ti voglio tanto bene, sei il mio amore grande!…». Grazia Honegger Fresco
- Ricorda al tuo bambino che anche lui è stato neonato. Sfogliate insieme l’album delle sue prime foto, raccontagli la sua nascita e parlagli di tutti quei momenti in cui veniva allattato, cambiato, cullato, circondato da tante attenzioni, proprio come, adesso, il suo fratellino o la sua sorellina.
- Fai in modo che il tuo bambino percepisca il piacere e il “vantaggio” di essere “grande”, apprezzando le sue personali capacità e valorizzando ciò che sa fare diversamente dal piccolo: sa apparecchiare la tavola, sa lavarsi i denti, disegna bene…
- Evita per quanto è possibile, i cambiamenti, nel periodo appena prima del parto e subito dopo: un trasloco, il trasferimento a casa dei nonni per distogliere il tuo bambino dal vedere continuamente il più piccolo al centro delle attenzioni, l’inizio dell’asilo nido o della scuola dell’infanzia, che possono essere rinviati di qualche mese. Diversamente, si confermerebbe nel bambino l’idea che mamma e papà vogliono sbarazzarsi di lui.
Infine, sappi che la gelosia del bambino nei confronti del nuovo arrivato è solo un aspetto parziale di questo momento di grande cambiamento.
L’altro aspetto che ti invito a prendere in considerazione è la nascita del legame fraterno.
È importante riconoscere il valore aggiunto di questa esperienza nella vita di un figlio. Verso il nuovo arrivato il bambino
“può provare sì gelosia, ma anche curiosità, tenerezza, divertimento per le sue «strane» espressioni, orgoglio nel presentarlo ai coetanei, desiderio di protezione. In seguito sarà felice di avere vicino qualcuno cui insegnare le proprie conquiste e anche un alleato nei confronti dei genitori, con cui sentirsi forte per sfidare la loro autorità. Tutti questi sentimenti costituiscono la base dell’amore e dell’affetto verso il fratello, e man mano che la gelosia si attenuerà e si ridimensionerà saranno più evidenti tutte le componenti del legame fraterno”.
Grazia Honegger Fresco
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