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Le 5 Caratteristiche Indispensabili per essere un Genitore di Pace

In questo articolo voglio condividere con te 5 condizioni che considero indispensabili per essere un genitore di pace.

CONOSCERE I BISOGNI DEI PROPRI FIGLI IN CIASCUNA FASE DELLA LORO CRESCITA

A partire dalla nascita i bambini attraversano diverse fasi di sviluppo, o “periodi sensitivi” come li definisce Maria Montessori. Per ciascuna di queste fasi manifestano bisogni specifici che è importante conoscere per poter dare loro “quell’aiuto che gli è necessario”. Maria Montessori

Come genitori abbiamo urgenza di conoscere profondamente le leggi che regolano la crescita dei nostri figli, per rispondere adeguatamente alle loro necessità. Per esempio, è di fondamentale importanza garantirgli la possibilità di fare determinate esperienze nel loro tempo, altrimenti l’interesse svanisce, ma soprattutto passa il valore formativo di queste stesse esperienze.

Mi spiego.

Non ha senso spingere i nostri bambini verso traguardi per i quali non sono ancora pronti, né tantomeno sostituirci al loro voler fare – come quando gli diciamo: “Ma sei ancora troppo piccolo, faccio io” – perché in questo modo rallentiamo un ritmo di crescita guidato da leggi naturali.

Devi sapere che nello stesso modo in cui, in precisi momenti della vita, avvengono delle maturazioni nell’organismo (come per esempio la comparsa dei denti), così esistono dei periodi durante i quali, soltanto, è possibile realizzare degli apprendimenti importanti per la costruzione della personalità umana.

Lo sviluppo non va forzato, non va anticipato, ma va osservato e sostenuto con amore e comprensione.

È in questo modo che possiamo offrire nel corso del tempo risposte appropriate e adeguate ai bisogni di crescita dei nostri bambini.

Solo se conosciamo nel modo giusto i nostri figli possiamo amarli in modo giusto.

Essere un genitore di pace significa, pertanto, rispettarli, non imponendo i nostri ritmi ma cercando di assecondare i loro, anche se questo comporta dover aspettare tempi molto lunghi. Come quando, ancora piccoli, provano ad allacciare da soli la cerniera della giacca.

“Il fatto più pericoloso per lo sviluppo infantile è questo: tendere a sostituire le proprie energie a quelle del bambino oppure obbligare il bambino ad agire secondo la volontà dell’adulto”. Maria Montessori

AVERE FIDUCIA NELLA SPINTA A CRESCERE DEI BAMBINI

Caro genitore, se ti senti stressato perché continui a preoccuparti che i tuoi figli studino, crescano onesti, sinceri, felici, non litighino …sappi che non sei il loro proprietario!

Non devi modellarli perché siano perfetti, perciò, abbandonare pure il tuo potere e riponi la tua fiducia nella loro spinta a crescere.

“La pace si costruisce allevando il bambino in un clima di rispetto, riconoscendo che la molla dello sviluppo è interna a lui, come a ogni organismo vivente. Ha dentro di sé potenzialità misteriose: chi diventerà? Illuminerà di  sé il mondo, come è dato a pochi esseri umani o sarà una persona semplice, contenta della propria vita, dei suoi legami affettivi? Chissà. Questo è il mistero del bambino, il segreto del suo sviluppo. Non possiamo agire al fine di ottenere…il prodotto perfetto, eccezionale. Il segreto è inesplorabile. Possiamo solo mettere le nostre energie al servizio di questo segreto, perché il bambino nascosto a poco a poco emerga e non anneghi nella paura, nel conformismo, nella passività le sue parti migliori”. Grazia Honegger Fresco

PRATICARE L’AMOREVOLE FERMEZZA

“Non pensate neppure per un istante che io affermi che un bambino debba fare sempre ciò che vuole. Non è ciò che intendo quando dico che è sbagliato ostacolare i bambini. Esistono tuttavia due modi per cercare di insegnare l’obbedienza. Nel vecchio modo sbagliato non si fa altro che dire loro di fare questo e quello, e non c’è altro da sapere; vengono puniti se disobbediscono. Esiste poi l’altro modo. Chiedete a vostro figlio solo ciò che è in grado di darvi; ossia chiedete obbedienza nei modi in cui lui sarà felice di darla, e imparerà con facilità l’abitudine all’obbedienza perché l’avrà imparata in modo naturale”. Maria Montessori

Cara mamma, caro papà, sai chiedere l’obbedienza ai tuoi figli nel modo giusto?

No, non si tratta di essere rigidi, punitivi, vendicativi: “Smettila, altrimenti le prendi!”.

Ma fermi.

Amorevolmente fermi.

Dando limiti nel segno dell’amore.

Se è giusta, la fermezza degli adulti, fa bene ai bambini. Soprattutto, dona loro sicurezza.

Ricordiamoci costantemente che il nostro compito è quello di essere gli adulti della relazione. Dobbiamo essere calmi e fermi e nello stesso tempo continuare a esercitare il nostro ruolo genitoriale di àncora in mezzo alla tempesta delle emozioni dei nostri figli che devono sapere di poter contare sulla nostra stabile e continua presenza, anche quando sono emotivamente sottosopra. Il modo in cui affrontiamo e gestiamo il loro caos emotivo, definendo, con amorevole fermezza, limiti e confini chiari da non oltrepassare – “capisco che sei arrabbiata, ma i morsi a papà non si danno” -, li aiuta a sentirsi al sicuro e gli fornisce un prezioso esempio di come ci si comporta in queste situazioni impegnative.

ESSERE PAZIENTI

È indubbio. Siamo continuamente presi dalla mania del “tutto e subito”.

Basti pensare ai messaggi di Whatsapp. Ovunque ci troviamo basta un clic e il gioco è fatto.

Ma con i bambini non funziona così!

Loro hanno bisogno di tempo; tempo per capire verso cosa si volge il loro interesse, tempo per concentrarsi, per eseguire bene le azioni. Essi necessitano di tempi non stretti, compressi, ma dilatati. Non hanno bisogno che gli buttiamo addosso l’ansia dei risultati. Questo non appartiene al loro mondo, ma a quello di noi adulti che pensiamo solo che nel loro prendersi tempo i bambini lo stiano perdendo.

“Noi (…) che li vediamo «faticare» e «perder tempo» a compiere un’azione che potremmo in un attimo e senza fatica compiere, ci sostituiamo al bambino e la facciamo noi. Sempre per lo stesso pregiudizio che lo scopo da raggiungere sia il compimento dell’atto esteriore, noi vestiamo e laviamo il bambino, gli strappiamo dalle mani oggetti che tanto ama di maneggiare; noi gli versiamo la minestra nella scodella, lo imbocchiamo, gli sparecchiamo la tavola. E dopo tali servizi, lo giudichiamo, con molta ingiustizia (…) come un incapace, un inetto: egli spesso è giudicato da noi «impaziente» sol perché noi non sapemmo trovare la pazienza di attendere i suoi atti che obbediscono a leggi di tempo diverse dalle nostre”. Maria Montessori

Non tormentiamoci con l’idea che i nostri figli debbano comportarsi in modi e tempi rigidamente prestabiliti: “Non cammina ancora…”, “Dovrebbe già parlare…”, “Sua sorella, alla sua stessa età, sapeva già…”.

Sforziamoci di essere pazienti con la “lentezza” che caratterizza lo sviluppo infantile.

“I vostri figli piccoli sono donne e uomini in formazione. Vedrete, nel corso degli anni, come il segreto della loro infanzia si trasformi in adulta fermezza di carattere e in meravigliosa indipendenza”. Maria Montessori

FARE PACE CON IL PROPRIO BAMBINO INTERIORE

Spesso quello che ci irrita nei nostri figli è qualcosa che tocca un nostro “nervo scoperto”, una sofferenza interna.

Se ci prendiamo cura di noi stessi, dei bambini che siamo stati abbiamo meno necessità di arrabbiarci con i nostri figli.

I nostri bisogni infantili che sono rimasti inappagati non appartengono ai nostri figli, ma al nostro bambino interiore. Prendiamocene cura perché se non ce ne facciamo carico noi è facile che lo faccia, inconsciamente, qualcun altro al nostro posto. Molto probabilmente saranno i nostri bambini a sobbarcarsi i nostri conti in sospeso, a rimanere intrappolati nelle tempeste emozionali delle nostre questioni irrisolte. Non dimentichiamo che sono esseri particolarmente vulnerabili e se non portiamo a consapevolezza le nostre emozioni inconsce e i nostri vissuti infantili, facilmente li proietteremo su di loro che ne diventeranno i bersagli principali.

“Ogni bambino” scriveva la nota psicologa Alba Marcoli “è l’intrecciarsi di tre storie: la sua, quella di sua madre e quella di suo padre. Non si può assolutamente cercare di capire quello che succede nel mondo interno del bambino se non si conoscono le altre due”.

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Daniela Scandurra – Pedagogista Montessoriana

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