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Le 2 Cose Che Devi Assolutamente Sapere Se Hai A Che Fare Con Un Figlio Oppositivo

È prepotente

Se rispondo di no a una sua richiesta si butta per terra disperato

Pretende tutto e subito

Passa repentinamente dal riso al pianto

Quando gli dico di uscire mi risponde che vuole stare a casa a giocare, ma se dico “Ok, andremo domani al parco” comincia a piangere e urlare e lo fa per un’ora esatta

Ogni decisione che prendo eccolo lì pronto a mettermi in discussione e a sfidarmi

Le sue frasi tipo sono “Tu non mi comandi!” “Io non faccio come dici tu!”

Non so più cosa fare. Sono molto preoccupata. Questa situazione, che si ripete quotidianamente, sta mettendo a dura prova i miei nervi. Io ci provo a mantenere la calma, me lo riprometto per le volte successive, ma poi non ce la faccio. Sono esausta! Sento di non avere gli strumenti per gestire questa cosa più grande di me.

Cara mamma, caro papà, se ti ritrovi in quello che hai appena letto allora sappi che 99 su 100 hai a che fare con un bambino “oppositivo”.

Prima di fornirti alcune indicazioni su come gestire i comportamenti oppositivi di tuo figlio voglio che tu sappia che non è una passeggiata avere a che fare con un bambino che continua a opporsi, a mettere in discussione qualsiasi cosa tu gli dica, che cerca intenzionalmente (almeno sembra!) di oltrepassare i limiti posti, poco collaborativo. Perciò è assolutamente normale perdere la pazienza o, come mi ha detto di recente una mamma, “sclerare” e fare e dire cose di cui poi ti penti.

Molto probabilmente avrai provato in tanti modi a risolvere questa difficoltà, forse cercando tra le miriadi di soluzioni che offre il web, oppure leggendo libri che trattano l’argomento o chiedendo consigli a esperti o, ancora, applicando qualche strategia che ti ha suggerito un altro genitore.

E forse, per un po’ di tempo le cose hanno anche funzionato.

Ma ecco che a un certo punto, per un nonnulla, sono ripartite le scenate e tu ti sei ritrovata/o nuovamente nella situazione di partenza.

ECCO 2 COSE CHE DEVI ASSOLUTAMENTE SAPERE SE HAI A CHE FARE CON UN BAMBINO OPPOSITIVO

IMPARA A GUARDARE TUO FIGLIO CON OCCHI NUOVI

Perché la situazione possa migliorare, devi imparare a vedere le cose in modo nuovo.

Altrimenti assisterai, inevitabilmente, a un peggioramento.

Maria Montessori, grande scienziata dell’educazione, ci invita a metterci nei panni dei nostri bambini, perché è solo in questo modo che possiamo dargli “quell’aiuto che gli è necessario”.

Cara mamma, caro papà, finchè non guarderai tuo figlio con occhi diversi, nessuna informazione, nessun approccio, nessun suggerimento e nessuna strategia potranno apportare un vero cambiamento.

Diversi studi confermano come uno stile genitoriale che sa ascoltare il punto di vista dei propri figli è associato a comportamenti positivi nei bambini.

  • Ti sei mai fermata/o per analizzare le situazioni specifiche in cui tuo figlio, con più probabilità, è particolarmente irritabile, poco collaborativo, provocatorio?
  • Hai mai osservato quali sono le condizioni che lo “attivano”, alimentando in questo modo la sua rabbia e i comportamenti aggressivi?

Se ti limiti a giudicare il suo comportamento, a esprimere frettolosamente un giudizio, non riuscirai a comprendere veramente le sue fatiche, le motivazioni più profonde che lo spingono ad opporsi.

I bambini che manifestano comportamenti oppositivi, il più delle volte, provano tristezza, angoscia, solitudine, rabbia, gelosia. Emozioni che vengono “camuffate” dalle reazioni “da duro”.

Il tuo bambino è un essere “irrazionale” – e lo rimarrà per molto tempo! – che non ha ancora imparato a regolare le sue emozioni e il suo comportamento. Spetta a te il compito di insegnarli come fare.

In che modo?

Devi cercare di interpretare il suo comportamento mettendo in standby il tuo giudizio, rimanendo il più possibile sganciata/o dai tuoi schemi mentali, da tutti quei preconcetti sull’educazione che si sono radicati dentro di te e che condizionano pesantemente il tuo modo di guardarlo, portandoti a pensare che ti stia provocando o manipolando.

Sai, uno degli errori tipici che spesso commettono i genitori di bambini con comportamenti oppositivi (e non solo!), credendo di conoscere “fin troppo bene” i propri figli, è quello di arrivare frettolosamente alle conclusioni, anticipando possibili richieste o comportamenti.

“Ho capito cosa vuoi dirmi, e non è assolutamente possibile. Non chiedermelo neanche!”

“Guarda so benissimo cosa vuoi fare. Non ti permettere!”  

Se è questa la tua esperienza allora dovresti allenarti ad ascoltare tuo figlio in modo meno condizionato, senza presupporre ciò che ti sta per dire o come si sta comportando.

Devi vigilare su te stessa/o e sulle tue reazioni, misurare ogni tua forma di intervento verbale e non.

Sta qui il segreto.

Apprendere un nuovo modo di connetterti a te stessa/o stessi e al tuo bambino, che ti porti ad assumere l’atteggiamento più corretto nei confronti delle sue manifestazioni.

La ricerca ci conferma che un’educazione troppo rigida che utilizza punizioni, impone regole, orientata prevalentemente a marcare il comportamento scorretto dei bambini non fa altro che rafforzare in loro un’immagine di sé come “prepotenti”, “cattivi”, “ribelli”, favorendo il comportamento oppositivo e attivando un circolo vizioso da cui potrebbe essere difficile uscirne.

Mamma e papà danno delle regole – a volte poco chiare e perentorie -, il bambino non riesce a rispettarle e si sente “cattivo”, perciò, si comporta di conseguenza. A quel punto arriva la punizione del genitore e la ruota ricomincia a girare.

Attenzione! Non ti sto dicendo che ascoltare tuo figlio significhi lasciargli fare tutto quello che vuole. Come genitori abbiamo la responsabilità di delineare confini chiari, fermi e amorevoli.

Anche l’eccessiva libertà aumenta le probabilità che compaiano comportamenti oppositivi.

“Chiedete a vostro figlio solo ciò che è in grado di darvi; ossia chiedete obbedienza nei modi in cui lui sarà felice di darla, e imparerà con facilità l’abitudine all’obbedienza perché l’avrà imparata in modo naturale”. Maria Montessori

 Certo, non è facile.

Ma se vuoi essere un genitore migliore devi sforzarti di guardare il mondo non solo dalla tua prospettiva, ma anche da quella di tuo figlio.

Altrimenti ti metterai al suo livello e reagirai come fossi un suo coetaneo.

“Il compito più importante del genitore è imparare a intuire con il sentimento il senso che possono avere le cose per suo figlio, e comportarsi di conseguenza. Il modo migliore per riuscirci, per acquistare questo «feeling», consiste nel richiamare alla memoria che cosa aveva significato per noi, da bambini o da ragazzi, una situazione analoga, e pensare a come avremmo voluto, allora, che i nostri genitori gestissero quella situazione. In tal modo useremo creativamente le nostre stesse esperienze di vita”. Bruno Bettelheim

SVILUPPA UNA STRATEGIA COMUNICATIVA PIU’ RAZIONALE E MENO IMPULSIVA

Il modo in cui reagiamo ai comportamenti dei nostri figli risulta decisivo per il loro sviluppo e per la costruzione della loro personalità. Addirittura, ci spiegano oggi le Neuroscienze, contribuisce a plasmare in modo significativo – nel bene e nel male – la crescita cerebrale dei nostri bambini.

Da qui la necessità di osservarci, ascoltare le nostre emozioni, diventare consapevoli delle aspettative che nutriamo verso i nostri figli e verso noi stessi, per comprendere quanto questi elementi potrebbero modificare la conoscenza che abbiamo dei nostri bambini.

A questo proposito, una strategia che possiamo mettere in atto quando ci sentiamo provocati dai comportamenti eccessivi dei nostri figli e che ci viene suggerita da coloro che studiano come funziona il cervello è quella di rallentare, prendersi tempo, mettendo in discussione la percezione originaria.

Provare a distaccarsi emotivamente permette di analizzare meglio la situazione ed evitare di agire impulsivamente.

Perciò, quando senti che la frustrazione e la rabbia stanno per avere la meglio su di te, prova a rimanere in silenzio e aspetta che il turbinio di quelle emozioni si plachi. Se cominci a parlare, a fare commenti, a intervenire, correggendo e rimproverando, il tuo bambino percepirà il tuo stato d’animo e da lì alla “lotta di potere” il passo è breve.

Se senti di non avere proprio il controllo sulle tue emozioni, allora, allontanati un po’ e ritorna da tuo figlio quando avrai ritrovato un po’ più di calma.

Ricorda:

  • ogni volta che agisci impulsivamente con tuo figlio, urlando, strillando, punendo, gli stai insegnando a fare lo stesso e a lasciarsi dominare dalle emozioni quando si sente frustrato e arrabbiato.
  • Invece, ogni volta che gli risponderai con calma gli offrirai  un esempio positivo di come si fa a calmarsi quando ci si trova in una situazione frustrante.

Mi rendo conto quanto la capacità di guardare i nostri figli con occhi nuovi riduca drasticamente il rischio di interpretare arbitrariamente le situazioni, travisandole. E quanto l’osservazione di noi stessi ci aiuti a controllarci, a vigilare sul nostro stile genitoriale in modo da sviluppare un’azione educativa efficace.

Per questo motivo ho creato un percorso che ti aiuterà a diventare un genitore migliore e a trovare un modello educativo soddisfacente per te e rispondente ai veri bisogni dei tuoi figli.

E ti fornirà tanti spunti pratici da applicare subito con i tuoi figli.

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Daniela Scandurra – Pedagogista Montessoriana

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