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L’AMORE NON BASTA!

La scena si svolge all’interno di un supermercato.

Un bambino di tre anni, a un certo punto “senza un apparente motivo”, esplode in una crisi di pianto disperato.

Urla e si getta per terra, di fronte agli sguardi sconcertati delle tante persone che affollano il grande magazzino. In preda al panico di non saper gestire questa improvvisa ed esagerata reazione, un tenero papà mette in mano al suo bambino un iPhone.

Magicamente il piccolo si calma!

Di fronte a “crisi” come queste, così come al primo “strillo” o al primo segnale di noia, sono molti gli adulti di oggi che credono che offrire l’iPhone rappresenti l’”unica” strategia in grado di calmare i propri bambini.

Lungi da me l’etichettare un comportamento del genere come giusto o sbagliato!

Non credo sia il cuore della questione.

Sono anch’io una mamma e so benissimo quale fatica comporta crescere un figlio, a volte può essere sfibrante.

Forse stiamo vivendo l’esperienza della genitorialità a “tempo pieno”. In qualunque momento, sia che siamo alla posta, o dal medico, o al panifico abbiamo costantemente con noi i nostri bambini, senza un attimo di respiro!

Oppure siamo impegnati in un lavoro che ci porta fuori casa per l’intera giornata e quando rincasiamo siamo talmente stanchi da non riuscire a dare loro retta, come vorremmo.

Ecco che cedere lo smartphone per quietarli diventa un gran sollievo!

Così come metterli davanti allo schermo durante la cena, l’unico modo perché mangino le verdure!

Ripeto, sono anch’io una mamma, assolutamente convinta che crescere un figlio costa sforzo e grande impegno.

In ogni caso!

Soprattutto se non si può contare su particolari aiuti, forse perchè il proprio compagno lavora tanto fuori casa, i genitori sono anziani e non possiamo aspettarci che ci aiutino come desidereremmo, ecc.

La fatica non deve, però, farci perdere di vista la responsabilità che ci si assume nel momento in cui mettiamo al mondo dei figli:

saper riconoscere le loro reali necessità

 e dare le giuste risposte.

 

L’amore non basta!

Serve anche la conoscenza dei loro bisogni, del loro sviluppo.

Compito dell’educazione per Maria Montessori è aiutare la vita, aiutare lo sviluppo. Ma se vogliamo aiutare il bambino, dobbiamo conoscerlo, altrimenti facciamo danni, il nostro aiuto diventa un ostacolo, anche se siamo mossi dalle migliori intenzioni!

 

“Noi dobbiamo conoscere lo sviluppo del bambino e abbandonare le nostre idee preconcette; (…) dobbiamo conoscerne la psicologia per aiutarlo quanto possiamo”. (Maria Montessori)

Sono sicura che il papà che offre il telefonino al suo bambino in crisi, così come quel genitore che usa lo schermo per far mangiare le verdure a sua figlia non sono mossi da cattive intenzioni, quanto da un sentimento di preoccupazione amorevole, poco impregnato, però, della conoscenza di chi è il bambino e di cosa può essere appropriato per la sua crescita, che non va ostacolata.

L’amore non basta!

Numerosi studi scientifici, a livello internazionale, confermano quanto è rischioso, per i bambini, l’uso precoce e abituale di cellulari, tablet, videogiochi e quant’altro.

Oggetti che non possono essere considerati una buona alternativa, in tantissimi casi l’unica!, per divertirli, distrarli o farli rilassare.

 

Siamo i custodi della vita dei nostri bambini e dobbiamo fare di tutto per prenderci cura di loro in senso profondo.

Magari offrendogli alternative di svago più adeguate di un tablet.

Senza sentirci madri o padri cattivi se non sempre ci riusciamo!

Nei primi 6 anni di vita, i bambini non avrebbero bisogno di videoschermi, di essere catapultati in realtà virtuali.

La loro conoscenza del mondo e di come esso funziona passa prevalentemente attraverso il corpo.

“L’educazione (…) è un processo naturale (…) che non si acquisisce ascoltando delle parole, ma per virtù di esperienze effettuate nell’ambiente” (Maria Montessori).

In questo periodo è solo incrementando l’attività corporea che hanno l’opportunità di sviluppare le proprie risorse neuronali: correre in un prato, preparare la pizza insieme alla mamma, raccogliere le foglie secche, camminare lungo la battigia per cercare conchiglie, vestirsi da soli, disegnare, ritagliare la carta, preparare una buona merenda, saltare nelle pozzanghere, rotolare nella neve, giocare a pallone con i compagnetti!

Sono solo alcune delle esperienze che mettono i bambini nelle condizioni di agire con il proprio corpo, di toccare con le mani per capire e costruire i concetti base della mente umana, di raccogliere attraverso i sensi, dall’ambiente, informazioni su tutto ciò che sta attorno a loro e di maturare un senso di ammirazione per la vita e il mondo intero che nessun programma televisivo, nessun videogioco può sostituire!

“Il bambino impara attraverso la sua attività e se gli viene data la possibilità di imparare attivamente sviluppa il suo carattere e la sua personalità” (Maria Montessori).

Non fraintendetemi! Non sto asserendo che la tecnologia non serva.

E neanche inneggiando a una sorta di fanatismo educativo!

In quanto genitori, dobbiamo ammettere, però, che la comprensione che crediamo di possedere nei confronti dei nostri figli è, spesso e volentieri, frutto di malintesi, inquinata dall’impazienza, dalla frettolosità, dalla superficialità, dalla presunzione e che con molta facilità, per fronteggiare i momenti faticosi della relazione con i nostri figli, ricorriamo a soluzioni rapide e accomodanti…per noi!

E diseducative per i nostri figli!  

Non dimentichiamo che ogni esperienza deve essere offerta loro al momento giusto, ed essere rispettosa della loro natura.

È solo quando i bambini passano dal piano concreto, sensoriale a quello astratto che si può pensare a introdurre la tecnologia nella loro vita.

Prima di allora il contrasto reale/virtuale è molto marcato.

Prima di allora, rischiamo di impoverirli sul piano sensoriale, di deprivarli di esperienze significative per la loro crescita, di favorire un intrattenimento passivo, poco costruttivo.

Oggi a causa dell’uso smodato di questi oggetti i nostri bambini sono maggiormente irritabili, non giocano più per contro proprio, i loro ritmi (pensiamo al ritmo sonno-veglia) sono alterati, manifestano disturbi dell’attenzione, del linguaggio, tendono a sviluppare un senso alterato della realtà che indebolisce la loro personalità in quanto vengono posti all’interno di una realtà virtuale, pertanto, inesistente.

In poche e tristi parole il loro cervello si addormenta!

Tanti di loro conoscono molto bene la play-station, recitano a memoria intere pubblicità, ma ignorano profumi e colori della natura, conoscono pochissimi animali, hanno rare possibilità di osservare i fenomeni della vita.

Stiamo attenti al tipo di nutrimento che offriamo alla mente e all’anima dei nostri bambini.

E soprattutto, ricordiamo: l’amore non basta! Montessori docet!

Cosa dicono i genitori del mio metodo

Consulenza e formazione per genitori secondo il metodo Montessori.

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