“La genetica svolge solo un ruolo minoritario nel film della nostra vita: ciò che siamo è determinato essenzialmente dal nostro ambiente. Sono soprattutto il nutrimento fisico e psichico assimilato, le persone che frequentiamo, le parole che ascoltiamo, quelle che pronunciamo, il modo in cui gestiamo lo stress, le esperienze vissute, la qualità del cibo ingerito, il tempo di esercizio fisico che ci concediamo a fare di noi ciò che siamo”.
(C. Alvarez)
Le straordinarie scoperte in campo epigenetico ci confermano, oggi, quanto Maria Montessori scopre più di 100 anni fa!
Tutte le esperienze che viviamo quotidianamente influenzano la nostra mente e la struttura del nostro cervello e questo va, a sua volta, a modificare l’espressione genetica delle nostre cellule.
Il nostro DNA non è un programma rigido e immutabile, come per tanto tempo abbiamo creduto, ma può essere modificato dalle informazioni che riceve dall’ambiente.
Maria Montessori aveva “visto” molto lontano!
Prima di chiunque altro aveva capito quanto fosse di fondamentale importanza l’ambiente, non solo quello fisico, materiale, ma soprattutto quello che ha a che vedere con le nostre relazioni, che sostiene la nostra crescita, che ci dà la considerazione che meritiamo, dove esistono le condizioni necessarie perché possiamo sperimentare la serenità emotiva.
E’ questa la scoperta rivoluzionaria che fa Maria Montessori nel 1906: da scienziata esperta in biologia prepara l’ambiente per accogliere un gruppo di bambini
“piangenti, paurosi; tanto timidi che non si riusciva a farli parlare: il loro viso era senza espressione: gli occhi smarriti come se non avessero mai visto nulla nella vita. Erano infatti poveri bambini abbandonati, cresciuti in case smantellate e buie, piangenti, paurosi, senza uno stimolo psichico, senza nessuna cura. Agli occhi di tutti apparivano denutriti, non c’era bisogno di essere medico per riconoscere che avevano necessità urgente di nutrizione, di vita all’aria aperta e al sole. Fiori chiusi, ma senza la freschezza dei bocciuoli: anime nascoste dentro a un involucro serrato” (Maria Montessori)
Maria Montessori li osserva con attenzione scientifica, per capire come funziona la loro mente, la loro psiche. Non impone, né tantomeno si mette a fare l’insegnante. Scopre così che, in un ambiente preparato, dove è garantita un’attenzione individualizzata e affettuosa ad ogni bambino, ricco di oggetti e proposte rispondenti ai bisogni, agli interessi e alle abilità evolutive di ciascuno e dove i piccoli sono liberi di scegliere, il clima è tranquillo, i litigi sono rari, i bambini collaborano tra di loro, si rivelano capaci di concentrarsi intensamente e questo li rende soddisfatti, riposati, addirittura felici!
“Quali furono dunque le condizioni che permisero la trasformazione impressionante di questi bambini, anzi l’apparizione di nuovi bambini, la cui anima si manifestò con uno splendore tale che diffuse la sua luce tutto attorno nel mondo intero? Dovevano essere condizioni singolarmente favorevoli, per realizzare «la liberazione dell’anima del bambino»
(M. Montessori).
Ancora oggi, se siamo in grado, come allora, di creare le condizioni favorevoli, avremo il privilegio di assistere all’ “apparizione di nuovi bambini”, di scoprirne la vera natura.
L’epigenetica dimostra che il contesto di vita è in grado di influire sulla nostra esistenza, più di quanto non riesca a fare il nostro codice genetico. Un esempio straordinario ci arriva dal mondo delle api: le larve delle api nascono tutte con lo stesso patrimonio di geni, ma solo chi viene nutrita con la pappa reale diventa regina!
Con grande anticipo su queste straordinarie scoperte moderne Maria Montessori aveva compreso che per sostenere al meglio la crescita e lo sviluppo del bambino, l’adulto deve concentrarsi sull’ambiente, preoccupandosi di disporlo con amore e consapevolezza.
Educare per Maria Montessori significa eliminare quelle condizioni di vita che impediscono il libero flusso dell’energia e fanno risaltare solo caratteri di stanchezza, difesa o disagio, per offrire al bambino l’opportunità di esprimersi per chi veramente egli è.
E’ in un contesto attento alle esigenze di crescita e di sviluppo fisico e mentale in cui ogni piccolo è aiutato a fare da solo che si manifesta quello che Maria Montessori chiama il “nuovo bambino” con le sue caratteristiche psichiche naturali: attivo, operoso, riflessivo, autonomo, contento, amante dell’ordine, sereno, sicuro di sè, capace.
Per crescere bene ogni bambino necessita di
“un ambiente amorevole, vivace, ricco ordinato, che favorisca l’esplorazione e le attività spontanee, l’incontro con l’altro, le interazioni amichevoli, calme, l’aiuto reciproco, l’empatia e la generosità. Prestare attenzione a simili fattori ambientali non dovrebbe più essere un’opzione. Questi elementi stanno al bambino come la pappa reale sta alla larva d’ape. Nutrono direttamente e in modo positivo la sua parte migliore”. (C. Alvarez)
Maria Montessori lo ha sempre ribadito!
Il segreto non sta nel materiale, negli oggetti, ma nelle condizioni ambientali che nutrono la mente e il cuore del bambino: lo sguardo affettuoso, la qualità dei gesti, il tono caldo della voce. Elementi che agiscono favorevolmente sul suo sviluppo, andando addirittura a modificarne l’informazione biologica.
L’ambiente conta. Montessori docet!
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