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IL BAMBINO, UN ESSERE SPIRITUALE

“Uno dei miei piccoli allievi era dell’età di sette anni compiuti quando in casa sua, un amico di famiglia, vedendolo intelligente e sapendolo educato nella «libertà», volle provare a descrivergli brevemente l’evoluzione animale, secondo i principi di Lamarck e di Darwin. Il fanciullo seguì con molta attenzione il discorso e poi chiede: «ebbene, l’uomo viene dalla scimmia, e questa da un altro animale e così via: ma il primo da chi viene?» «Il primo,» rispose il narratore, «si è formato a caso». Allora il bambino scoppiò in una grande risata, e chiamando la madre, le diceva concitato: «Ma senti, senti che sciocchezza: la vita che si forma a caso! Questo è impossibile». «E come dunque si forma la vita?» «È Dio,» rispose il bambino con convinzione”.  (MARIA MONTESSORI)

In un capitolo de L’Autoeducazione dedicato alla questione morale, Maria Montessori si occupa del sentimento religioso nei bambini. Riporta alcuni esempi di cui lei stessa è stata testimone, come quello sopra citato. Sono esempi di bambini vissuti in famiglie dichiaratamente atee che la inducono a credere nell’esistenza di una dimensione spirituale innata e spontanea nel bambino, un vero e proprio

“periodo sensitivo religioso”,

che non si lascia assolutamente intaccare da ambienti ostili.

Nel cuore dell’uomo esiste “il pensiero dell’eternità” cita un verso della Bibbia, nel libro di Ecclesiaste, come a sottolineare che l’uomo è stato “programmato” per credere.

Maria Montessori, riferendosi ai bambini di cui parla ne L’Autoeducazione, sostiene che in loro non si era formata “la rozza scoria fatta di tenebre, che rende così difficile all’uomo adulto di abbracciare i misteri dello spirito con la semplicità del bambino”, confermando quanto

la fede nasca dallo stupore originario e il senso del sacro con cui si guarda al mondo.

Uno sguardo privo di dogmatismi e pregiudizi, tipico dell’infanzia.

Per la Dottoressa vi è una naturale affinità tra il bambino e il mondo dello spirito.

E quando Montessori parla di spiritualità non si riferisce esclusivamente alla religione, ma alla dimensione psichica dell’uomo, quella dimensione che nasce dal sentirsi riconosciuti come soggetti degni di amore e rispetto, ma anche dalla consapevolezza di saper amare e rispettare gli altri.

La spiritualità è, perciò, un’esperienza d’amore e risponde nel bambino a un bisogno profondo, a un’esigenza esistenziale che può influire sullo sviluppo armonico della sua personalità.

Questa profonda esigenza

“è più sentita ed evidente nel bambino, che è particolarmente ricco d’amore e bisognoso d’amore, quasi ci sia una certa connaturalità tra lui e Dio, che è Amore”.

(SOFIA CAVALLETTI)

 “«Dio e il bambino se la intendono» era l’espressione abituale di Adele Costa Gnocchi, una delle prime collaboratrici di Maria Montessori”.

(SOFIA CAVALLETTI)

Perciò, educare un bambino significa anche

risvegliare e sviluppare le forze spirituali”.

(MARIA MONTESSORI)

Non possiamo sottrarci a questo compito.

I bambini, proprio come quello citato da Montessori, portano dentro di sé domande e intuizioni profonde su Dio e sul senso della vita.

In modo particolare, intorno al terzo o quarto anno di vita cominciano a porre quesiti importanti ai quali desiderano ottenere risposte serie: “Dov’ero prima di nascere? Da dove vengo?”.

Una mamma mi raccontava tempo fa che la sua bambina di 5 anni le chiedeva spesso: “Ma quando io sarò grande, tu sarai anziana e allora vuol dire che morirai?”

Tutte domande esistenziali che nascondono il profondo desiderio di sentirsi in buone mani, di poter contare su legami sicuri con persone di cui ci si può fidare. È nel contatto con Dio, però, che il bambino

“trova il nutrimento che il suo essere richiede e di cui ha bisogno, per svilupparsi nell’armonia. Dio – che è Amore – e il bimbo, che chiede l’amore più del latte materno, s’incontrano quindi in una particolare corrispondenza di natura; e il bimbo, nell’incontro con Dio, gode per la soddisfazione di un’esigenza profonda della sua persona, di una autentica esigenza di vita. Nell’aiutare la vita religiosa del bambino, lungi dall’imporgli qualcosa che gli è estraneo, rispondiamo a una sua silenziosa richiesta: «Aiutami ad avvicinarmi a Dio da me».

(SOFIA CAVALLETTI)

“I bambini hanno un’autonoma vita spirituale che dovrebbe essere riconosciuta ed aiutata. Il problema non è, al solito, quello di insegnare ai bambini, ma quello di permettere loro di viverla in pienezza”.

(RANIERO REGNI)

Solo in questo modo, per Maria Montessori, si possono migliorare le condizioni dell’umanità.

Se i bambini crescono all’interno di un ambiente dove gli adulti da cui sono circondati riescono a comprendere il “linguaggio della loro anima” essi saranno in grado di costruire un mondo migliore.

Un bambino cresciuto adeguatamente sul piano educativo e morale, sarà in grado di distinguere il male dal bene, pertanto, di espandersi spiritualmente.

Secondo uno studio condotto da alcuni professori di psicologia della Columbia University e pubblicato online su Journal of Religion and Health, coltivare e incoraggiare la spiritualità dei bambini è il modo migliore per renderli più felici e più sani. Lo studio sostiene che lo sviluppo della vita interiore del bambino è potente antidoto contro depressione e disagio. Come si nasce potenzialmente in grado di imparare a parlare, a leggere e a pensare, così si viene al mondo con una spiritualità innata che deve essere coltivata e alimentata continuamente.

Montessori lo aveva capito molto bene!

In un articolo del figlio, Mario Montessori, sul loro soggiorno in India (dal 1939 al 1949), è scritto:

“La dottoressa Montessori ha sempre annunciato una verità: che l’infanzia è sempre la stessa indipendentemente dalla nazione o dalla razza, e che nel bambino si celano forze spirituali che hanno immense potenzialità, ma che necessitano di essere riconosciute e coltivate (…). Il destino ha portato la Dottoressa Montessori in India; Dio l’ha trattenuta qui. Nonostante la guerra, centinaia di anime sono venute da lei da tutta la nazione per ascoltare la voce del profeta che annunciava una nuova speranza, che rivelava una nuova fonte della divina bontà (…). Il bambino, indipendentemente dal luogo in cui è nato, non fa politica, non lotta per possedere cose materiali, la sua lotta è tesa ad arrivare al possesso delle facoltà umane che deve acquisire per portare a manifestazione i semi di divinità che si trovano in ogni bambino che nasce e che tanto spesso vengono ostacolati o distrutti. Se le sue forze, invece di essere ostacolate, fossero aiutate, se le sue facoltà fossero attentamente coltivate e sviluppate con l’avidità con cui la società umana cerca l’oro – come sarebbe diverso il nostro mondo! La dottoressa Montessori ha trovato il segreto per coltivarle. Ha scoperto il segreto per distruggere i cattivi effetti creati da insegnamenti sbagliati e per dare alle qualità autentiche una possibilità di evoluzione”. (MARIO MONTESSORI)

Al di là delle nostre convinzioni in tema di spiritualità non possiamo non aver presente che il bambino si muove con naturalezza nel mondo del trascendente, perché ciò corrisponde alla sua natura.

Pertanto, come ci ricorda Sofia Cavalletti, è nostro compito “iniziarlo” al mondo spirituale, trasmettergli quel patrimonio di verità e di valori che il bambino desidera conoscere

“guidandolo col cenno, col leggero mormorio della voce (…), col silenzio eloquente dell’esempio (…) e con molta umiltà, per proporre e non imporre, per consentire che egli prenda una forma religiosa in armonia con la propria personalità”. (VINCENZO CERESI)

Se desideri approfondire questo argomento contattami direttamente scrivendo una mail a info@danielascandurra.com

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