Se hai più figli, allora sai molto bene che anche se sono fratelli e si vogliono un mondo di bene, a volte, non si sopportano proprio.
Ogni pretesto è buono per provocarsi e punzecchiarsi a vicenda, e in alcuni casi per darsele di santa ragione! Un minuto prima sono migliori amici e quello dopo acerrimi nemici.
È assolutamente comprensibile!
Se ci pensi, non hanno scelto di diventare fratelli. Sono costretti a vivere sotto lo stesso tetto e a trascorrere gran parte del loro tempo libero insieme. È inevitabile che facciano “a gara” a chi riesce ad avere più attenzioni dai genitori, che sbuffino (il minimo!) perché non vogliono condividere il loro giochi, i loro amici, i loro spazi.
Chi non si irriterebbe in una situazione del genere, almeno una volta ogni tanto?
Ma soprattutto, come bisogna comportarsi in quei frangenti?
È meglio intervenire, stroncando immediatamente il litigio o funziona di più ignorare e lasciare che se la cavino da soli?
Sono alcune delle domande più frequenti che mi rivolgono i genitori con cui lavoro in consulenza o nei miei percorsi di gruppo. Mamme e papà esasperati dai continui litigi dei loro figli, combattuti sul da farsi e proprio per questo con qualche senso di colpa addosso per non riuscire a gestire questi conflitti, senza perdere la pazienza e senza arrabbiarsi.
Per cominciare…non è come pensi
I bambini funzionano diversamente da noi adulti, non “ragionano” allo stesso modo nostro.
Anche in tema di litigi.
Quando i tuoi figli litigano, quello che tu percepisci come un’ingiustizia, una prevaricazione, una terribile offesa, per loro potrebbe essere qualcosa di irrilevante. È molto probabile, infatti, che subito dopo aver litigato, tornino a cercarsi come se niente fosse accaduto.
Per i bambini, in modo particolare fino ai 6/7 anni circa, il litigio è un fatto naturale e fisiologico che riescono a gestire con competenza, senza per questo compromettere in modo definitivo il loro legame.
Siamo noi adulti a dare al litigio una connotazione negativa, lo consideriamo moralmente sbagliato. Perciò, a ogni minimo diverbio tra i nostri figli ci intromettiamo e facciamo di tutto per mettere fine alla disputa.
Inconsapevoli del fatto che, se li lasciassimo fare da soli, i loro scontri durerebbero pochissimo e noi non ci sentiremmo snervati e sfiniti.
Dobbiamo applicare un metro diverso nel valutare questi comportamenti e guardarli in un’ottica evolutiva.
I bambini in età prescolare, ma ancora per qualche anno dopo, esprimono le loro emozioni in modo immediato, impulsivo, senza filtri, senza la mediazione del linguaggio verbale.
Ti faccio un esempio:
se un bambino vuole il gioco che ha in mano un suo coetaneo, non farà altro che andare a prenderselo. Senza se e senza ma. La stessa cosa se vuole salire sullo scivolo e si trova davanti una lunga fila di bambini. Si farà strada spingendoli, fino a salirvi su.
Non è un bambino violento. Non ha ancora sviluppato l’abilità di controllare i propri impulsi, il proprio corpo. Ci vorranno un po’ di anni prima che questa capacità sia del tutto matura.
Ecco perchè i nostri interventi spesso non servono, se non a colpevolizzare i nostri figli e farli sentire ciò che non sono: cattivi, aggressivi, maleducati.
Non fraintendermi. Non sto dicendo che dobbiamo lasciare che si picchino “a sangue”!
Ma, diversamente da come credi, il litigio rappresenta una vera opportunità di crescita per i tuoi figli perchè “grazie” ad esso imparano a prestare ascolto, a prendere in considerazione il punto di vista dell’altro, a rendersi conto delle conseguenze delle proprie azioni. Più avranno la possibilità di fare questo tipo di esperienza, più svilupperanno una relazione autenticamente calorosa tra di loro e la rivalità diminuirà drasticamente – a questo link trovi un altro mio articolo di approfondimento su questo tema https://danielascandurra.com/amici-nemici-10-cose-che-un-genitore-deve-sapere-sui-litigi-tra-bambini/
Perciò, puoi sicuramente aiutare i tuoi figli a fare pratica di “buon litigio”, favorendo la loro naturale capacità di risolvere i conflitti da soli.
Come?
Di seguito trovi alcuni accorgimenti che puoi adottare per contribuire a mantenere la pace in casa.
Dedica molta attenzione individuale a ciascuno dei tuoi figli
In cima alla classifica dei motivi che spingono i fratelli a litigare c’è la competizione per avere l’attenzione di mamma e papà.
I tuoi figli hanno bisogno della tua attenzione, vogliono la tua attenzione e faranno tutto ciò che è in loro potere (nel bene e nel male) per ottenerla.
Dedica periodicamente – ogni giorno, ogni due/tre giorni, ogni settimana, una volta al mese – un momento per un incontro “speciale” tra te e ciascuno dei tuoi figli in cui fare qualcosa insieme. Possono essere 10 minuti, oppure un’ora, o un intero pomeriggio. Non si tratta di quantità: è il modo in cui scegli di trascorrere quel tempo che conta davvero per i tuoi figli.
L’importante è che questo momento “magico” torni puntualmente, perché la regolarità ha un grande potere rassicurante.
Questo momento speciale lo puoi creare mentre svolgi attività quotidiane come apparecchiare la tavola, caricare il bucato in lavatrice, preparare una gustosa merenda. Oppure potete prendervi del tempo per fare una passeggiata, mangiare un gelato, giocare a giochi da tavolo, leggere un bel libro insieme.
Nel giro di poco tempo ti accorgerai che i tuoi figli litigheranno di meno.
Mostra come andare d’accordo
Che ci piaccia o no, i nostri figli ci imitano. Ricalcano esattamente ciò che facciamo o diciamo. Nel bene e nel male. Il che ci costringe a domandarci: cosa stanno imitando di noi? Che tipo di esempi siamo per loro?
Caro genitore,
- come ti comporti in macchina quando qualcuno ti taglia la strada?
- Come risolvi le divergenze con il tuo partner, con i nonni, con un amico, un’amica?
- Con calma e rispetto o urlando e utilizzando un linguaggio offensivo, sarcastico, aggressivo?
Ricorda: tu sei il modello numero uno per i tuoi figli. Loro ti osservano in ogni istante.
Se desideri che risolvano i disaccordi senza perdere la calma e mantenendo il rispetto, hanno bisogno di vederti fare lo stesso. Vuoi che siano in grado di chiedere scusa agli altri? Sappi che hanno bisogno di vedere che anche tu ti scusi.
Imposta una buona routine familiare
Quando in famiglia si è ben organizzati, risulta molto più facile gestire i disaccordi sui vari aspetti di vita quotidiana. Questo vuol dire che tutti in casa dovrebbero sapere
- a chi tocca scegliere un film per la serata cinema
- chi si occupa di apparecchiare/sparecchiare e in quali giorni
- chi è il primo ad usare il bagno la mattina
- chi sceglie per primo le storie della buonanotte
- o i posti preferiti in macchina, e così via.
Favorisci lo sviluppo delle loro abilità sociali
Una cosa è dire ai bambini di smetterla di litigare, un’altra è insegnare loro come disinnescare e risolvere i loro conflitti. Quindi:
- Non intervenire, a meno che non rischino di farsi veramente male. Osserva i tuoi figli per vedere se riescono a risolvere il conflitto in autonomia e intervieni solo se la situazione sta diventando particolarmente “rischiosa”. L’unica cosa da non tollerare è che si facciano veramente male. Invitali piuttosto a prendersi una pausa e a ritrovarsi quando si saranno calmati.
- Mantieni la calma quando intervieni. Più sei calma/o e sicura/o di te, più i tuoi figli sentiranno di potersi fidare per essere guidati nella risoluzione dei loro conflitti.
- Non cercare di capire chi ha torto o chi ha ragione. Se ti schieri, i tuoi figli tenderanno a mettersi sulla difensiva e cercheranno di darsi reciprocamente la colpa. Prova, invece, a chiedere loro cosa è successo. In questo modo saranno più propensi ad assumersi la responsabilità di quanto sta accadendo, perché non devono preoccuparsi che tu li accusi o li colpevolizzi. Ascolta ognuno di loro mentre ti racconta cosa è successo dal suo punto di vista.
- Incoraggiali a esprimere le emozioni provate in quel momento e i motivi del loro comportamento. In un conflitto, dai ai tuoi figli la possibilità di esprimere i loro sentimenti l’uno verso l’altro. Non cercare di dissuaderli da quello che provano in quel momento. Aiutali, piuttosto, a trovare le parole per comunicare le loro emozioni. “Prova a spiegare a tuo fratello, tua sorella, cosa ti fa arrabbiare così tanto!”. Se sono molto piccoli e ancora non parlano, puoi andargli incontro mettendo parole sulle loro azioni: “Ti piace il gioco di Caterina e volevi giocare con lei, vero?”.
- Invitali a pensare alle soluzioni. Aiuta i tuoi figli a risolvere il problema da soli. Certo, puoi offrire suggerimenti, ma lascia che siano loro a decidere quali sono le opzioni migliori. Incoraggiali a fare lo sforzo di trovare soluzioni alternative.
Non solo è normale che fratelli e sorelle litighino tra loro. E’ addirittura necessario
Detto tutto questo, è innegabile sentirsi infastiditi, irritati e snervati quando i figli litigano.
Eppure, anche se lo fanno dal momento in cui si svegliano fino a quando vanno a letto, sappi che è una situazione fin troppo comune.
Se immaginavi che i tuoi figli sarebbero andati sempre d’amore e d’accordo, rispettandosi e comprendendosi reciprocamente, ma poi la realtà ti ha messo di fronte un altro scenario e ti ritrovi spesso a fare da arbitro, a mediare le loro infinite controversie e a cercare di gestire i loro implacabili litigi…voglio rincuorarti.
Non solo è normale che fratelli e sorelle litighino tra loro. E’ addirittura necessario.
Nel tempo svilupperanno competenze di vita fondamentali che si tradurranno in:
- una maggiore capacità comunicativa
- una migliore gestione della rabbia
- una grande capacità di risoluzione dei problemi.
Certo, è importante che tu offra loro gli strumenti corretti per risolvere i conflitti in modo costruttivo, facendo al contempo attenzione a non incorrere nel rischio di giudicare le loro litigate attraverso il filtro dei sentimenti e delle emozioni che provi tu adulto, quando litighi con qualcuno.
Ricorda: per almeno 6/7 anni rientra in una cornice di normalità che un bambino non voglia condividere i suoi oggetti con altri, che voglia salire per primo sull’altalena e allora si faccia avanti spingendo i compagni o che non sia gentile con la sorellina perché le “ruba” le attenzioni di mamma e papà. Senza che tutto questo abbia a che fare con la violenza, l’ingiustizia, la cattiveria, la vendetta, il rancore, la furbizia.
Se stai facendo fatica nel trovare il modo giusto per affrontare i litigi dei tuoi figli e non sai da cominciare a riorganizzare le tue idee, sei nel posto giusto.
È per dare risposta a questo bisogno che ho creato un percorso di consulenza “sartoriale” per le mamme e i papà che si rivolgono a me.
A differenza di altre proposte standardizzate e generaliste che propongono a tutti la stessa soluzione, il mio percorso è cucito “su misura” per ogni genitore e la sua situazione specifica, con strumenti utili e concreti da applicare subito per innescare un vero cambiamento che trasformi in positivo la relazione con i propri figli.
Questo è il lavoro che faccio e che posso fare anche per te.
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