Da un po’ di tempo, puntuale come un orologio, arriva il lamento di tua figlia.
- ti chiama chiedendo – “maaammaaaaa voglio l’aaacquaaaa”, ma poi quando gliela porgi ti risponde che non la vuole
- le proponi di entrare in vasca, invece di fare la doccia, e comincia a piagnucolare
- le dici di “no” quando vuole il gelato prima di cena e scoppia in un pianto lamentoso
- la mattina piagnucola perché non vuole mettere i pantaloni, ma quando le suggerisci di provare la gonna ti dice – lamentandosi – che vuole i pantaloni
- non trova il suo peluche e fa la lagna
- rovescia un po’ di acqua dalla brocca, mentre cerca di riempire il bicchiere, e scatta il pianto/lamento.
“Vorrei che qualche volta piangesse per un motivo valido! Per esempio, se qualcuno le desse un morso…” ha esclamato tempo fa una mamma in consulenza. “Non mi fraintenda dottoressa, non sto dicendo che preferisco che le facciano del male. Ma non capisco perché qualsiasi cosa la mandi in crisi. Anche quando non ce ne sarebbe motivo! E comunque le ho provate tutte. Mi sono arrabbiata, l’ho rimproverata, in altri momenti ho cercato di spronarla…ma il piagnisteo continua ancora a regnare sovrano!”.
Cara mamma, caro papà, forse anche tu ti trovi ad avere a che fare con questo tormentone infantile e non sai come venirne fuori.
Beh, lasciami dire che non sei sola/o.
Sono certa che non esiste un genitore che non abbia avuto mai a che fare con la lamentosa cantilena dei propri figli.
Ma sono anche convinta che spesso dietro ai loro comportamenti irragionevoli si nascondano motivi diversi da quelli a cui abbiamo sempre pensato che, pertanto, richiedono nuovi approcci per essere affrontati in modo efficace.
I BAMBINI FANNO LA LAGNA PERCHE’ SANNO CHE FUNZIONA!
Quando i nostri figli piagnucolano, sanno che la nostra attenzione si focalizzerà su di loro. Certo non lo fanno per irritarci o manipolarci. Si lamentano perché non riescono ancora a gestire bene tutti gli impulsi interiori come la stanchezza, la noia, la fame o le richieste esterne come il dover attendere, prendere la medicina, lasciare il confort di casa propria per andare a scuola e non conoscono un modo più maturo di esprimere i bisogni.
È rilevante, perciò, riuscire a rispondere adeguatamente ai loro lamenti.
Se lo facciamo cedendo alle loro richieste per sfinimento o rimproverandoli – “Ti ho detto di smetterla!”, gli confermiamo comunque la nostra attenzione, ma non nel modo in cui ne avrebbero necessità. E’ molto probabile, allora, che continueranno a lamentarsi perché, in questo modo rinforziamo il comportamento che non vorremmo che si ripetesse.
COME FARE QUINDI PER FAR CESSARE IL PIAGNUCOLIO?
- Sintonizziamoci sulla lunghezza d’onda dei loro sentimenti e accentuiamo il positivo
Quando i nostri figli ci danno filo da torcere con il lamento è come se ci dicessero: “Mamma, papà, ho bisogno di fare pratica su come esprimere in modo adeguato la mia frustrazione perché mi dici di no, perché sono stanco, perché vorrei più attenzioni da parte tua”. Ed è proprio in questi momenti che i bambini hanno maggiormente bisogno del nostro aiuto, della nostra comprensione.
La prima cosa da fare, perciò, è quella di sintonizzarsi con il loro stato emotivo, con la loro vita mentale interiore, mettendoci sulla stessa lunghezza d’onda dei loro sentimenti, dei loro pensieri, di tutto ciò che è importante per loro. Sintonizzarsi emotivamente significa proprio “sentire ciò che sentono”: “Ti capisco, non è facile”, “Anch’io al tuo posto mi sentirei così arrabbiata”.
Più che sul comportamento in sé, dovremmo rivolgere la nostra attenzione al vissuto emotivo che ha provocato quel comportamento, resistendo all’impulso di lasciarci prendere dalla rabbia o di fare la cosa più facile e veloce.
È solo entrando in sintonia con i loro stati d’animo che mettiamo i nostri figli nelle condizioni di imparare a “comportarsi bene”.
Nel caso della lamentela una strategia utile è quella di sottolineare i lati positivi del comportamento dei nostri figli, concentrandoci su ciò che vogliamo piuttosto che su ciò che non vogliamo: “Chiedimelo con la tua voce normale che mi piace molto, altrimenti non capisco”.
2. Impariamo a dire di NO con amorevole fermezza
Quando cediamo alle lamentele dei nostri figli dopo avergli detto di no è perché in quel momento è molto più facile fare così. Lasciargli guardare uno, due, tre cartoni in più di quelli che avevamo concordato, per evitare che si mettano a strillare e partano “in quarta” con la lagna, sarà molto più semplice nell’immediato, ma a lungo termine i nostri bambini continueranno ad aspettarsi di poter avere sempre tutto quello che vogliono nel momento in cui lo vogliono.
Entrare in empatia con gli stati d’animo dei nostri figli, con i loro desideri non significa dargli qualsiasi cosa chiedano, cedendo ai loro voleri. Da un po’ di tempo a questa parte, si è creato un grande malinteso su cosa significhi crescere i figli con amore e tenerezza, un malinteso che porta i genitori a confondere l’indulgenza con l’amore e la comprensione.
Ecco che di fronte al primo piagnucolio si arrendono, abdicano al loro ruolo di guida.
“Siamo talmente ansiosi di correre in suo aiuto, ci sembra che il peso della crescita e dello sviluppo sia così grande che dobbiamo fare tutto il possibile per facilitargli il cammino. E così il nostro amore rischia di strafare; distoglie il bambino dal sentiero naturale dello sviluppo, dirotta la sua energia in modo che questa ritorni su se stessa generando molte malattie nervose e un ventaglio di altre caratteristiche indesiderabili che avrebbero potuto essere evitate”. Maria Montessori
Amare i nostri bambini non significa evitargli ogni frustrazione.
Sappi che il cervello, mentre si fanno determinate esperienze, crea delle associazioni. Cedere a ogni loro richiesta ci porterà nel tempo a dover gestire le pretese e la rabbia che esprimeranno ogni volta che non otterranno quello che vogliono. In base, infatti, alle esperienze passate si aspetteranno di averla vinta ogni volta.
Possiamo invece dire di NO amorevolmente e con la consapevolezza che stiamo facendo la cosa giusta. Più ci dimostreremo sicuri, tranquilli e affettuosi nel dire di NO, più facile sarà per i nostri figli comprenderlo.
3. Diamo ai nostri figli una quantità sufficiente di attenzioni
Ritagliamoci ogni giorno 10/15 minuti da trascorrere esclusivamente con i nostri bambini per condividere insieme un’attività – una lettura, la preparazione della merenda, un gioco, una passeggiata – o semplicemente per parlare e ascoltare ciò che hanno da raccontarci. Mi raccomando, TV e cellulari spenti!
Facciamo in modo che si caratterizzi come un momento “magico”, che torna regolarmente ogni giorno e che proprio per queste assume un potere rassicurante con un unico messaggio: “Siamo qui l’uno per l’altro e ci ascoltiamo”.
In un tempo in cui la nostra quotidianità è messa a dura prova dai ritmi frenetici a cui siamo continuamente sottoposti, i bambini possono avvertire che anche se siamo presenti fisicamente accanto a loro, non lo siamo altrettanto con la nostra mente perché focalizzati sul tenere sotto controllo più elementi (il lavoro, la cura delle relazioni familiari, della casa…) e con la cosante preoccupazione di non arrivare a fare tutto quello che abbiamo programmato.
Ecco che nella paura di “perderci”, diventano insopportabili, lagnosi e poco collaborativi.
CONSIDERAZIONI FINALI
Non dimentichiamo che i buoni comportamenti non si consolidano da un giorno all’altro, quindi disinnescare il lamento dei nostri figli può richiedere giorni e persino settimane di impegno da parte nostra. Tuttavia, con un po’ di pazienza, pratica ed esercizio di consapevolezza, li aiuteremo a disimparare una modalità “inefficace” per impararne una molto più efficace.
Contattami se hai bisogno di aiuto e vuoi parlare con un’esperta che ti aiuti a svolgere nel modo migliore il tuo compito educativo
2 Comments
Barbara
Grazie, delle tue parole spero riescano a raggiungere e fornire utili strumenti a quei genitori che vivono l esperienza genitoriale focalizzati su tante informazioni e poca consapevolezza, che investono sulla quantità di stimoli confondendoli con la qualità di buone pratiche
Un caro saluto
Barbara
Daniela
Grazie Barbara per questo feedback. Sono sicura che le mie parole raggiungeranno le mamme e i papà che sono alla ricerca di un altro modo per approcciarsi ai loro figli e costruire con loro una relazione soddisfacente. Un caro saluto anche a te
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