Educare con calma non significa approvare i comportamenti scorretti dei tuoi figli e lasciarti tiranneggiare dai loro desideri. Reagire senza alzare la voce, o minacciando, non vuol dire viziare i propri figli.
Sappi che per un bambino è fonte di stress non sapere che cosa ci si aspetta da lui, quali sono le regole del “gioco”.
“Ok, ma praticamente, come devo comportarmi se mio figlio colpisce con un pugno il fratellino perché è stato bruscamente interrotto, mentre si divertiva a ritagliare?”, mi ha chiesto una mamma durante un incontro di Scuola Genitori. Le ho risposto che in questo caso, sarà importante che faccia sapere al suo bambino che comprende la sua arrabbiatura e anche a lei dà fastidio essere interrotta mentre è concentrata in un’attività, ma con tono fermo e non punitivo deve comunicargli che le mani non si usano per infierire su chi ci infastidisce. Quando, poi, si sarà calmato e si troverà in uno stato mentale più ricettivo la mamma potrà soffermarsi a parlare con lui di quanto è successo, mostrandogli modi diversi e più maturi di gestire le emozioni spiacevoli.
Educare con calma, sintonizzandosi emotivamente con gli stati d’animo dei nostri figli e ponendo dei limiti rappresentano due aspetti della relazione con i bambini che possono andare di pari passo.
Ogni volta che riteniamo necessario mettere dei “paletti” ai comportamenti sbagliati dei nostri figli, occorre farlo con amore e fermezza, cercando di vedere il mondo con i loro occhi e guidati dalla consapevolezza che dare regole non significa imporre ordini o gestire le situazioni impegnative in un’ottica di comando o manipolazione –“Si fa così perché lo dico io!”, ma rimanere coerenti e fermi nella regola, nel limite posto e allo stesso tempo interagire con i nostri figli con empatia e affetto: “So che ti piacerebbe attraversare da solo la strada, ma non posso permettertelo adesso. Tra un po’ di tempo sarai più grande e pronto per poterlo fare. Capisco comunque perché piangi e urli così forte. Rimarrò vicino a te fino a quando ti calmerai”. “Se ci si comporta così, il bambino si esprimerà liberamente e saprà prendere iniziative via via più complesse; soprattutto imparerà a correggere da solo ciò che sta facendo. “Chi tenta di correggere il bambino con la forza e con il peso della propria autorità, si accorge ben presto di aver fallito nel suo intento: il bambino risponderà in modo forte, esplicito, perfino violento”. Maria Montessori
Certo, non è sempre semplice, soprattutto quando si tratta di sostenere la fatica nel tollerare e gestire le reazioni oppositive dei bambini!
Ci sentiamo frustrati, la prendiamo sul personale, ci irritiamo, ci lasciamo assalire dal panico: “Ecco! Non mi ascolti mai! Quante volte te lo devo ripetere che non ci si alza da tavola?”. In realtà, soffriamo perché i nostri figli si discostano molto da noi, dal modello di bambino ideale che abbiamo in mente.
Devi sapere che i bambini hanno necessità, durante la loro crescita, di opporsi agli adulti per cercare ciò che più gli corrisponde e li interessa, e noi dovremmo legittimare, custodire e preservare questo loro bisogno. “I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo in un senso profondo, come chi assume una missione sacra”. Maria Montessori
Perciò, non avere timore di accogliere le loro contrarietà, si tratta di una fase necessaria che i bambini devono attraversare, ciclicamente, per crescere, diventare autonomi e imparare a controllare le proprie emozioni.
Ricorda: queste opposizioni sono del tutto normali.
Vanno solo comprese, accolte e gestite con amorevole risolutezza. Siamo noi gli adulti della relazione. La calma e la fermezza con cui ci relazioniamo ai nostri figli quando sono emotivamente sottosopra, definendo limiti e confini chiari da non oltrepassare – “capisco che sei arrabbiata, ma i morsi a papà non si danno” -, li aiuta a sentirsi al sicuro e gli fornisce un prezioso esempio di come ci si comporta in queste situazioni sfidanti e impegnative.
“Per costruire il futuro è necessario vigliare sul presente. Quanto più verranno curati i bisogni di un periodo, tanto maggiore successo avrà il periodo successivo”. Maria Montessori
Certo, non otterremo sempre i risultati desiderati. E non sempre riusciremo a mantenere uno stato d’animo sereno.
Ma, lavorando sulla calma, come ti ho spiegato nel mio articolo https://danielascandurra.com/educare-con-calma-e-possibile/saremo in grado di lasciarci andare sempre meno alla rabbia e alla frustrazione; emozioni che se vissute per troppo tempo diventano seriamente dannose per la nostra salute psicofisica.
A lungo termine, se avremo lavorato con perseveranza, consolideremo una relazione intima e soddisfacente con i nostri bambini e soprattutto li avremo aiutati a crescere più sicuri di sé e più felici.
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