Cercare di far ragionare tuo figlio, tua figlia quando è in crisi non funziona e addirittura non fa altro che renderlo/a più nervoso/a?
In questo articolo scoprirai una strategia grazie alla quale potrai aiutarlo/a a gestire meglio la sua emotività e incoraggerà te a sentirti più preparato e sicuro come genitore.
Pensa per un attimo a quando ti risponde in modo esagerato, solo perché gli/le hai chiesto se avesse da fare dei compiti. Oppure quando a una festa di compleanno insiste per avere un’altra fetta di torta, dopo averne mangiato già due, e al tuo “No!” comincia a piangere e urlare, sotto gli sguardi indiscreti e attoniti di tutti. E che dire delle scene epocali quando è ora di andare via dal parco!
Momenti in cui ti rendi conto che le parole e la logica non sortiscono l’effetto che ti aspetteresti, anzi tuo figlio, tua figlia invece di calmarsi si intestardisce ancora di più, mentre tu ti senti una mamma, un papà, sfiduciata/o e inadeguata/o che non riesce a porre fine a questo circolo vizioso.
Se questo è il tuo stato d’animo, voglio rincuorarti!
Sono tanti i genitori che si trovano in difficoltà nel gestire le crisi emotive dei propri figli.
D’altronde le competenze genitoriali non sono innate, non sono comportamenti istintivi, vanno apprese ed allenate.
Perciò, se gli esempi che hai appena letto ti hanno fatto esclamare “Sembra proprio la mia situazione!”, allora sei nel posto giusto.
In questo articolo ti spiegherò come gestire le crisi emotive di tuo figlio, tua figlia, in un modo più efficace.
Un cervello inferiore e un cervello superiore
Comincia con l’immaginare che tuo figlio, tua figlia possieda un cervello inferiore e uno superiore.
Non è esattamente così, ma si tratta di una semplificazione suggerita da chi studia lo sviluppo infantile che può aiutarti a comprendere meglio perché, in certe situazioni, è più facile che perda il controllo.
Ciascuno di questi due cervelli ha un compito preciso: quello inferiore controlla le funzioni vitali del corpo (la respirazione, la frequenza cardiaca, la regolazione dei cicli di sonno e veglia) ed è responsabile di emozioni forti e intense come la rabbia e la paura.
È proprio questa parte del cervello che fa perdere a tuo figlio, tua figlia il controllo, spingendolo/a ad agire istintivamente, irrazionalmente.
Il cervello superiore invece, quello più evoluto, gestisce abilità mentali complesse come la capacitá di decidere, di controllare il corpo, di prestare attenzione, di prevedere le conseguenze di determinate azioni, ecc…
Alla nascita il cervello inferiore funziona perfettamente, mentre quello superiore ci impiegherà circa 25 anni per funzionare in modo ottimale!
Ecco spiegato il motivo per cui tuo figlio, tua figlia – che sia piccolo/a o adolescente – spesso va in escandescenze per cose di poco conto e allora
- risponde male
- non è in grado di controllare la rabbia
- non ha alcuna percezione del pericolo
- si comporta in modo irragionevole.
Per lo stesso motivo, tutti i tuoi tentativi di farlo/a ragionare, di fargli/le capire che sta sbagliando, sia con le buone che con le cattive, non funzioneranno.
Anzi, non faranno altro che esasperarlo/a ancora di più.
Nel bel mezzo di una crisi tuo figlio, tua figlia non è in grado di accedere alla logica, al ragionamento, perché il suo cervello superiore, quello “pensante”, è offline, tenuto sotto scacco dal cervello inferiore, quello “istintivo”.
Cosa fare allora?
In questo articolo ti illustrerò la strategia delle 3 R, sviluppata dal neuroscienziato Bruce Perry, perché può aiutarti a migliorare significativamente il comportamento di tuo figlio, tua figlia.
La strategia delle 3 R
Si tratta di un modello neurosequenziale che rispetta il modo in cui si sviluppa il cervello, cioè, dal basso verso l’alto e, proprio per questo, prevede che, nelle situazioni critiche, le parole e il ragionamento debbano essere utilizzati come ultimo step.
È questa la procedura che devi seguire per fermare il comportamento scorretto di tuo figlio, tua figlia e aiutarlo/a calmarsi.
Il più delle volte, invece, come genitori alimentiamo, involontariamente, il malessere dei nostri figli
- facendo gli spiegoni “Guarda Giulia come ubbidisce alla sua mamma! Non fa i capricci come te quando è ora di andare via. Se continui così non ti porto più al parco!”
- incalzando con le domande “Perché ti comporti in questo modo?”
- rimproverando “Non ti permettere più di urlare!”
- fornendo consigli “Cerca di calmarti!”.
Con l’unico risultato di sentirci profondamente frustrati perché i nostri figli si dis-regolano ancora di più.
D’altronde abbiamo imparato, facendone esperienza sulla nostra stessa “pelle”, che i comportamenti “scorretti” vanno eliminati immediatamente, il più delle volte facendo ricorso a rimproveri e punizioni.
Se anche tu stai utilizzando questo approccio, ma non vedi miglioramenti, sappi che la strategia delle 3 R ti permetterà di ridurre drasticamente le crisi emotive di tuo figlio, tua figlia e costruire con lui/lei una relazione più soddisfacente.
Le 3 R che ti aiutano a gestire le crisi di tuo figlio, tua figlia
Regolare
Sapersi regolare significa avere la capacità di gestire i pensieri, le emozioni e i comportamenti nel momento in cui ci si sente sovraccarichi.
Quando tuo figlio, tua figlia è dis-regolato, anche per qualcosa di apparentemente banale (non trova il suo gioco preferito e va su tutte le furie oppure se è più grande inveisce contro di te perché non gli/le permetti di rimanere fuori fino a tardi con gli amici), il primo passo da fare è aiutarlo/a a regolare le proprie emozioni.
Come?
Seguendo il modo in cui si sviluppa il cervello.
Devi partire dal basso e cominciare a calmarne la parte inferiore, in modo che si senta abbastanza sicuro da poter accedere alle regioni superiori dove risiede la capacità di autocontrollarsi e prendere decisioni razionali.
Quando un/una bambino/a o un/una ragazzo/a è arrabbiato, turbato, spaventato, in preda alla collera, ha scarso accesso alla logica, alla ragione.
È inutile parlare, spiegare, fare la paternale, minacciare.
Niente di tutto questo potrà farlo/a rientrare in sé. Servirà solo a buttare benzina sul fuoco!
Finché tuo figlio, tua figlia non è regolato/a, non riuscirà ad essere ragionevole, non ti ascolterà, sarà come sordo/a.
In questi momenti la cosa più importante è aiutarlo/a a calmarsi.
Attenzione!!! Non si tratta di non dare delle regole precise o di dargliela sempre vinta.
Ma prima di coinvolgere le regioni cerebrali emotive e razionali del suo cervello, devi rivolgerti alle aree più basse e reattive, ”smorzare” le sue reazioni istintive.
Devi riportare il suo corpo in equilibrio, dandogli/le il tempo di calmarsi.
Potrebbe bastare la tua presenza vicina e costante.
A volte, sedersi semplicemente vicino e lasciarlo/a piangere o urlare è il modo più efficace per aiutare tuo figlio, tua figlia a sentirsi al sicuro. Non serve necessariamente un contributo attivo da parte tua. Il solo sapere che sei lì con lui/lei, nel vivo della sua ondata emotiva, lo/la aiuta a sentirsi al sicuro e protetto/a.
Se, però, dovesse allontanarti, assicurati che non rischi di farsi male ed eventualmente renditi disponibile per confortarlo/a quando si sarà calmato/a.
Altre volte potresti avere bisogno di offrirgli/le degli strumenti che può usare al momento per ritrovare la calma.
Per i più piccoli
- avere oggetti antistress da manipolare o schiacciare
- abbracciare un peluche
- colorare
possono fare miracoli. Anche il classico battere i piedi per terra o lanciare un urlo possono essere modi molto efficaci per far uscire dal loro corpo la rabbia e lo scontento.
Per i più grandi, possono risultare vincenti strategie come
- ascoltare la musica preferita
- leggere un libro
- annusare un fazzoletto imbevuto di profumo di lavanda
- rifugiarsi sotto una calda coperta.
In ogni caso, prima di aiutare tuo figlio/tua figlia a regolare le sue emozioni, è importante assicurarti che tu, per primo, sia calmo/a e regolato/a in questi momenti.
Un genitore dis-regolato non può calmare efficacemente un bambino dis-regolato.
Un’espressione arrabbiata, un tono di voce alto o una postura minacciosa non faranno altro che amplificare il nervosismo e l’agitazione di tuo figlio, tua figlia, invece di tranquillizzarlo e contribuire a cambiare in positivo il suo comportamento.
Se senti che stai per perdere le staffe, prova a fare qualche respiro profondo per calmarti. Potresti trovare utile allontanarti per un momento finché la tua rabbia va scemando. Anche concentrarti sul tuo respiro o ripetere a te stesso/a una frase calmante possono essere strategie efficaci.
Ricorda,
la tua presenza calma aiuterà tuo figlio, tua figlia a calmarsi.
Relazionare
Una volta che le grida e/o i pianti andranno riducendosi, prova a scendere al livello di tuo figlio, tua figlia. Nel senso più letterale possibile!
Accovacciati, siediti su una sedia o siediti sul pavimento.
Stai dove è lui/lei.
Un gesto piccolo e apparentemente banale che ti permetterà di agganciarlo/a emotivamente e dimostrargli/le che vuoi stargli/le vicino e lo/la ami anche quando si comporta nel peggiore dei modi. Questo lo/la farà sentire sicuro/a.
Connettiti con lui/lei, guardandolo/a negli occhi. Si tratta di un gesto che stimola il rilascio di ossitocina e comunica messaggi come, “Ti do tutta la mia attenzione” e “Sei importante per me”.
Se lo accetta, massaggiagli/le la schiena oppure abbraccialo/a.
Il tocco aiuta a calmare il sistema nervoso e predispone al rilassamento.
Prova, poi, a imbastire un dialogo calmo e rilassante. Che tuo figlio, tua figlia, sia piccolo/a o adolescente non dimenticare di convalidare i suoi sentimenti in modo compassionevole ed empatico: ”È comprensibile che tu ti senta arrabbiato/a in questo momento, mi sentirei allo stesso modo se fossi al posto tuo”. Senza dilungarti con le parole.
Se necessario, fallo anche proponendo semplici giochi e attività che implicano l’identificazione delle emozioni, per esempio attraverso l’uso di “carte emozionali” che possono aiutarlo/a a nominare e gestire i propri sentimenti.
Non fare troppe domande in questa fase, potresti riportare tuo figlio, tua figlia in uno stato di dis-regolazione.
No, non avere timore, non lo/a stai premiando per essersi comportato/a male. Si tratta solo di un modo efficace per ricostruire una relazione serena.
Sappi, inoltre, che anche se potrà sembrarti più calmo/a, in questa fase gli ormoni delle stress sono ancora in circolo e il suo stato di eccitazione rimane elevato.
Non è ancora il momento di cercare di farlo/a ragionare.
Potrebbe avvenire diverse ore o giorni dopo la crisi in quanto la vergogna, il senso di colpa e l’imbarazzo per il suo comportamento potrebbero prendere il sopravvento, perciò devi evitare di amplificare ulteriormente questi sentimenti.
Ragionare
Una volta che tuo figlio, tua figlia è completamente calmo/a puoi accedere al suo cervello superiore per parlare di ciò che è accaduto, di cosa è andato storto, del perché e di come si sarebbe potuto fare diversamente.
“Cosa è successo?”, “Secondo te, cosa ti ha fatto perdere il controllo?”, “Cosa potresti fare diversamente la prossima volta?” “Quando sei arrabbiato/a, triste, impaurito/a, cosa potrebbe aiutarti a stare meglio?” sono alcune delle domande che puoi utilizzare in questi momenti.
E non dimenticare di rassicurarlo/a dicendogli/le che il tuo amore nei suoi confronti è sempre lo stesso, ma è il suo comportamento che non va bene.
E’ questo il momento più adatto per esplorare insieme a lui/lei modi alternativi e più efficaci per gestire la sua emotività.
A volte può bastare una semplice chiacchierata, altre volte potrebbero essere utili alcune attività di cui può fare tesoro per utilizzarle in caso di necessità: a seconda dell’età puoi incoraggiarlo/a a
- creare storie
- leggere libri dove ritrovare situazioni simili che lo/la aiutino a capire come risolverle nella realtà
- utilizzare bambole, pupazzi o persino disegnare personaggi per illustrare quanto è accaduto.
Se tuo figlio, tua figlia si trova nella fase della preadolescenza o è adolescente potrebbe aiutarlo/a avere un diario in cui tenere traccia delle emozioni provate nei momenti di crisi.
Mettere su carta ciò che sperimenta lo/la rende più consapevole di ciò che gli/le fa perdere il controllo. In questo senso, il diario rappresenta un eccellente strumento di regolazione emotiva attraverso cui tuo figlio, tua figlia può imparare a gestire efficacemente le proprie emozioni.
Ricapitolando
Quando tuo figlio, tua figlia (non importa che abbia 2 anni o 14!) si comporta in modo scorretto e inadeguato, va in escandescenze e sembra addirittura volerti provocare, la cosa più saggia che puoi fare è limitare al massimo le tue parole, le argomentazioni, i tentativi di convincerlo/a con la minaccia delle conseguenze a cui andrà incontro.
Ricorda, non funzionerà!
In quel momento il suo cervello ”pensante” è spento e il controllo delle emozioni ridotto al minimo. La regione cerebrale più attiva è quella istintiva. Ed è a quella che devi rivolgerti in primis, se vuoi che ti ascolti e diventi collaborativo/a.
Devi prima regolare, poi relazionarti e solo allora puoi ragionare.
Lo so. Con molta probabilità tutto questo va contro ciò che fai normalmente.
Non è colpa tua.
Come genitore sei sottoposto quotidianamente a una forte pressione “mediatica” che ti suggerisce del continuo di intervenire con le parole, la logica e la ragione per porre fine ai comportamenti scorretti di tuo figlio, tua figlia.
Oggi, i consigli per genitori sono prevalentemente orientati sul cosa dire. Bisogna sempre verbalizzare!
“Se inizia a fare i capricci devi dire questo, se non riesce ad addormentarsi o non vuole mangiare, o non vuole fare i compiti, ecc., devi dire quest’altro“.
Non mi fraintendere.
Non dico che sia sbagliato,
ma se vuoi che tuo figlio, tua figlia ti presti attenzione e ti ascolti, ti serve, non una singola strategia, ma un’intera cassetta degli attrezzi, senza la quale rischi di non ottenere quel meraviglioso risultato tanto sperato.
E non una cassetta degli attrezzi qualunque! Quella giusta per te e per tuo figlio, tua figlia.
Perchè non ne esiste una valida per tutti i genitori. Quello che funziona per alcuni non è detto che funzioni per altri.
Se fosse così il mondo sarebbe pieno di bambini e ragazzi perfetti, ben educati, altruisti e premurosi. E saremmo tutti molto meno stressati!
Nel mio lavoro di consulenza mi occupo di questo ovvero di costruire un vero e proprio sistema di miglioramento genitoriale cucito su misura per te, per la tua situazione specifica, studiato in base al tuo punto di partenza e a quello che vuoi raggiungere.
Mi metto al tuo fianco, ti seguo nelle tue fatiche, curo ogni aspetto della tua relazione con i tuoi figli. Interagisco con te.
Non sei tu che devi adeguarti a ciò che ti propongo, ma sono io che adatto la mia proposta ai tuoi bisogni, alle tue necessità.
Se è questo ciò che stai cercando, non devi far altro che provare.
Contattami compilando il modulo qui sotto e richiedi la tua videocall gratuita e senza impegno, per sapere come posso aiutarti a creare la tua cassetta degli attrezzi