fbpx
Skip to content Skip to footer

BAMBINI DIFFICILI. SI NASCE O SI DIVENTA?

“Mio figlio non sta mai fermo, anche da seduto!”,

“Siamo sfiniti, la nostra bambina continua a sfidarci. Dice che non dobbiamo comandarla!”,

“Non mi ascolta!”,

“Quando qualcosa non gli garba comincia a lanciare tutto quello che gli passa tra le mani!”,

“Da un po’ di tempo non sopporta che gli dica di no e mi prende a calci!”

 

Bambini sempre più irrequieti, impulsivi, inclini agli scatti d’ira, incapaci di aderire a semplici regole sociali, con in corpo una dose di energia “eccessiva” tale, da impregnare tutto il loro essere, i gesti, il tono di voce, il modo mangiare, di parlare e persino di camminare.

Bambini facilmente irritabili e soprattutto molto irritanti che mettono a “dura prova” la pazienza dei genitori provocando in loro sentimenti di rabbia, di impotenza, di grande frustrazione e sfinimento.

Se a tutto questo si aggiungono i dati allarmanti riportati da riviste autorevoli, non c’è di certo da stare tranquilli.

 

“Crescono le emergenze neuropsichiatriche nei bambini e negli adolescenti” titolava qualche anno fa il numero estivo della rivista SIP (Società Italiana di Pediatria).

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 2018 stimava che nel mondo dal 10 al 20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi mentali. La stessa rivista sostiene che, in Italia, l’aumento complessivo degli utenti di neuropsichiatria infantile negli ultimi 5 anni è stato pari al 45%.

Tra i disturbi psichiatrici rientrano i disturbi della condotta, i disturbi da deficit di attenzione e l’iperattività.

 

Non intendo mettere in dubbio la scientificità di questi dati, sia chiaro!

 

Ciò che, a mio parere, risulta ancora più preoccupante è la “spinta diagnostica” che sta pervadendo il nostro paese e non solo, e che rischia, laddove i contorni di gran parte di queste problematiche non sono netti, di confondere comportamenti faticosi da gestire con patologie vere e proprie.

Così, per esempio, “tutti” i bambini agitati, vivaci e distratti diventano “iperattivi” o con “deficit dell’attenzione”, aumentando in questo modo e in tanti casi la facilità ad affrontare le inevitabili fatiche relazionali in un’ottica sanitaria, credendo che ci sia una malattia che deve essere curata e in tanti casi e sin dalla più tenera età, con l’assunzione di psicofarmaci.

 

Quando la Dottoressa Montessori – che dopo la laurea in Medicina partecipa attivamente alla nascente psichiatria in Italia – comincia a occuparsi insieme a un gruppo di giovani colleghi di bambini allora definiti “frenastenici” e considerati irrecuperabili, “deboli di mente”, “ritardati”, si rende conto che la cura per la guarigione di questi bambini non sta nell’intervento medico, ma è di natura pedagogica,

la soluzione è nella relazione, nel lavoro educativo!

 

Questa straordinaria e rivoluzionaria intuizione di Maria Montessori è paradossalmente più vera ed utile ai nostri giorni, che non ieri, ai suoi tempi.

 

Hai mai riflettuto su come sono cambiati i nostri comportamenti nel corso degli anni e su quali ricadute hanno sui nostri figli?

 

I bambini non vengono al mondo “difficili”.

Lo diventano man mano che crescono, se non trovano un ambiente di vita che sostiene lo sviluppo delle loro capacità sociali, morali, empatiche innate!

“Durante i primi due o tre anni operano sul bimbo influenze che possono alterare il carattere nella vita avvenire: se il bambino ha avuto qualche trauma o esperienza violenta o ha incontrato considerevoli ostacoli durante questo periodo, ne possono risultare deviazioni. Il carattere perciò si sviluppa in rapporto agli ostacoli incontrati o alla libertà che ne ha favorito lo sviluppo”. Maria Montessori

 

Il bambino è frutto del suo contesto di vita.

 

A quale ambiente stai esponendo tuo figlio?

 

L’aumento spropositato di situazioni “difficili” non ci sta forse dicendo che sarebbe necessario esercitare con i nostri bambini un ascolto paziente, che bisognerebbe trascorrere maggior tempo con loro e osservarli di più per capire di che cosa hanno veramente bisogno, invece di affermare con rassegnazione “E’ il suo carattere!”?

 

Il bambino è programmato fin dalla nascita a comportarsi in modo giusto ed etico.

Non dobbiamo creare in lui la bontà, il senso morale, l’empatia, la gentilezza, la calma.

Dobbiamo solo nutrire e sostenere queste qualità perché “se queste non hanno la possibilità di stabilirsi, non le ritroveremo più tardi e sarà inutile predicare e dare buone esempi per suscitarle”. Maria Montessori

 

La ricerca scientifica oggi ci avverte che le situazioni ambientali di scarso ascolto e attenzione, prive di amore e aggressive – “Se continui a spingere tuo fratello ti taglio le mani”, “Sei lento come una lumaca! Sbrigati!”, “Chiudi quella bocca!”, “Hai visto cosa hai combinato? Se un disastro!” – possono alterare fortemente le tendenze prosociali innate dei bambini, sia nell’immediato presente che nel futuro.

 

Se durante l’infanzia è costantemente questo il clima in cui sono immersi “come aspettare che la gente cresciuta in tale atmosfera sia buona a venti o trent’anni, solo perché qualcuno predica la bontà? Io dico che è impossibile, poiché nessuna preparazione è stata fatta alla vita dello spirito”. Maria Montessori

 

Caro genitore che mi leggi, in che modo stai preparando tuo figlio a diventare quell’adulto che sarà domani?

 

Sei consapevole che quando umili il tuo bambino non fai altro che insegnarli a umiliare? Lo stesso vale quando lo tratti con durezza, gli fai fretta, lo ricatti, non lo ascolti, lo deridi, ironizzi su di lui, gli urli contro!

 

So molto bene quanto spesso sia faticoso prendersi cura di un figlio, anch’io sono madre e genitore come te. E l’epoca in cui viviamo, con i suoi ritmi incessanti e frenetici, non ci aiuta a stare sereni. Non è sempre semplice affrontare con la calma tutti i momenti che compongono la quotidianità con i nostri bambini.

 

Ma voglio essere sincera, soprattutto con te che ti trovi a gestire la relazione con un figlio “difficile”: non esistono formule magiche o una bacchetta fatata che possa risolvere qualsiasi problema, di tutte le famiglie, nello stesso momento e nella stessa maniera per ciascun genitore!

 

Ogni famiglia ha la sua storia e vissuto, ma esiste un Approccio, quello Montessori, le cui intuizioni risalgono a più di un secolo fa e oggi vengono continuamente sostenute dalla ricerca Psicopedagogica e dalle Neuroscienze, che può fare la differenza nel tuo rapporto con tuo figlio e può aiutarti ad accorgerti che il bambino che sei abituato a conoscere, quello che fa tanti capricci, che pretende un giocattolo dietro l’altro, che urla per ottenere qualcosa o che non riesce a stare fermo, non è il vero bambino, ma un bambino le cui energie sono state dirette altrove, proprio come all’acqua di un fiume possono frapporsi ostacoli che ne impediscono il normale scorrimento.

 

E’ un bambino che necessita di un ambiente che aiuti e sostenga il suo sviluppo e dove può trovare le condizioni necessarie per sentirsi più rilassato e più disposto ad ascoltare.

 

“Se c’è un problema” – suggeriva la Dottoressa alla sua allieva Adele Costa Gnocchi, – “non mettere il dito sulla piaga. Se un bambino dice una bugia, non metterlo in rilievo; piuttosto capire cosa non va nell’insieme. Non è dicendogli: «Saluta!» o «Non fare i capricci!» che un bambino cambia, ma rendendo armoniose le sue giornate”.

 

Un invito, quello di Montessori, a porci le giuste domande.

 

E allora, invece di chiederci cosa possiamo fare per cambiare i nostri bambini, dovremmo domandarci quali sono le condizioni di vita che fanno risaltare in loro solo caratteri di stanchezza, difesa o disagio. E poi, su quali aspetti della nostra modalità di entrare in relazione con loro dovremmo lavorare, per consentirgli di svilupparsi in modo armonioso ed equilibrato?

 

Riflettiamo dunque sui nostri comportamenti, sui nostri gesti, sui nostri atteggiamenti, sul modo in cui parliamo.

 

La nostra responsabilità è enorme!

 

Se desideriamo che i nostri figli si esprimano in maniera armoniosa, delicata, appropriata non esiste alternativa: per prima cosa dobbiamo farlo noi stessi!

 

 

Se desideri migliorare la relazione con i tuoi figli e richiedere una consulenza pedagogica contattami scrivendo a info@danielascandurra.com

 

Cosa dicono i genitori del mio metodo

Consulenza e formazione per genitori secondo il metodo Montessori.

© 2023 Daniela Scandurra – P.I.01876040229 – Privacy Policy Cookie Policy – Concept by maccom