Simone ha due anni. Urla disperatamente perchè il papà l’ha fermato mentre si “accingeva” ad attraversare la strada da solo.
Giovanni di anni ne ha quattro e picchia la mamma quando è ora di tornare a casa dal parco.
Poi c’è Giada di otto anni che continua a reagire con molta rabbia e maleducazione ad ogni richiesta che le rivolgono i genitori, si offende per tutto e dice loro che sono la mamma e il papà peggiori del mondo.
Simone, Giovanni e Giada sono un po’ i figli di tutti e probabilmente anche tu ti sei ritrovata/o ad essere il “loro” genitore.
La mamma e il papà di Simone, Giovanni e Giada si sentono molto frustrati dalle reazioni dei loro figli. Non capiscono da dove abbiano origine.
Sono sempre stati gentili, premurosi, calmi, hanno cercato quanto possibile di non alzare la voce, di non urlare (praticamente mai)…
Perché i loro figli si comportano in questo modo?
E perché anche il tuo magari ha gli stessi comportamenti?
Innanzitutto lascia che ti dica che è perfettamente normale e naturale e non c’è nulla di cui preoccuparti.
Non solo a due anni, ma fino all’adolescenza l’opposizione fa parte del normale percorso di crescita di tuo figlio.
È proprio opponendosi, esprimendo in maniera “spettacolare” la sua frustrazione quando lo limiti nel fare qualcosa, che pezzo dopo pezzo costruisce la sua personalità, differenziandosi in questo modo da mamma e papà.
Non ce l’ha con te
- quando continua a dirti di “No!”
- quando piange perché vuole attraversare la strada da solo
- quando si rifiuta di mettere il pigiama
- o urla perché non vuole andare via da casa del suo migliore amico
- quando non vuole salire in macchina e ti dice “non me ne frega niente di te!”.
In realtà non fa altro che reclamare la sua autonomia!
Anche se ti può sembrare strano, tuo figlio ha tutto il diritto di protestare e tu non devi fare altro che accogliere la sua frustrazione senza prendertela sul personale, ma riportandola in una cornice di normalità.
Il fatto che si contrapponga sempre e comunque non significa che ci sia in lui qualcosa che non va né tantomeno che tu sia sbagliato.
Pensaci un attimo.
Se eseguisse tutto quello che gli chiedi senza fiatare, come potrebbe capire chi è? Come riuscirebbe a costruirsi un carattere e una volontà? I nostri figli non sono robot che possiamo programmare a nostro piacimento. Non possiamo aspettarci che si comportino sempre e comunque con impeccabile self-control come fossero adulti (a volte neanche noi adulti ne siamo in grado!).
Sicuramente, oggi più che mai, non è un compito facile per un genitore dare limiti.
Tante volte le mamme e i papà che vedo in consulenza mi dicono: “Quel poco tempo che riesco a passare con i miei figli dopo una giornata di lavoro mi dispiace passarlo a dire continuamente di no!”.
Capisco.
Anch’io sono una mamma.
Desidereremmo che i nostri figli avessero sempre quello che chiedono e non darglielo ci sembra di farli soffrire.
Non solo.
A volte, un genitore cede perché sa molto bene con quanta rapidità una situazione può trasformarsi in una escalation senza tregua, quando il proprio figlio si sente contrariato.
Il problema, in realtà, è che pur sapendo che è abbastanza normale sentirsi frustrati, mamma e papà non riescono a reggere questa fonte di stress.
Sappi però che cercare di evitare che tuo figlio sperimenti la frustrazione significa non fare il suo bene e danneggiare notevolmente il suo sviluppo.
Cosa ne sarà di lui quando si troverà a dover gestire le attese e gli insuccessi che la vita inevitabilmente gli metterà davanti?
Spesso dire NO è la scelta più amorevole che puoi compiere!
Perciò, se ritieni che la richiesta di tuo figlio sia inaccettabile, non aver paura a farlo, anche se ciò scatenerà un fiume di pianti e urla.
L’importante è che il no sia fermo e sicuro, in modo che tuo figlio senta che sei una guida per lui, capace di proteggerlo anche con i tuoi divieti. “So che vorresti attraversare da solo la strada, ma non posso permettertelo adesso. Quando sarai più grande sarai pronto per farlo. Capisco comunque perché piangi e urli così forte. Rimarrò vicino a te fino a quando ti calmerai”.
“Se ci si comporta così, il bambino si esprimerà liberamente e saprà prendere iniziative via vi più complesse; soprattutto imparerà a correggere da solo ciò che sta facendo. Chi tenta di correggere il bambino con la forza e con il peso della propria autorità, si accorge ben presto di aver fallito nel suo intento: il bambino risponderà in modo forte, esplicito, perfino violento”.
Maria Montessori
Se invece il no è incerto (perché sei stanca/o, perché alla fine della giornata hai finito la pazienza, perché ti spiace troppo) allora comincerà un crescendo di rabbia, pianti e strilli che sfiniranno sia te che tuo figlio e ti costringeranno a dire di sì anche se non avresti voluto, con il risultato che vi sentirete entrambi infelici.
Tu perché ti renderai conto di non aver aiutato tuo figlio a tollerare la sua frustrazione e a interiorizzare un limite necessario.
Tuo figlio perché non si sarà sentito contenuto, rassicurato e confortato dalla tua fermezza.
Che cosa puoi fare in pratica nella vita di tutti i giorni?
- Cerca di dire pochi no (altrimenti ti complichi la vita!), riservati ai casi veramente importanti come quando si tratta di proteggere tuo figlio dai pericoli. Soprattutto nei primi anni della sua vita.
- Dai limiti chiari. Se a volte ci sono e a volte no, a seconda del tuo umore del momento, in tuo figlio aumenteranno la confusione e l’incertezza. Non saprà mai, in questo modo, quali saranno le conseguenze dei suoi comportamenti, perché alla stessa azione possono far seguito diverse tue reazioni.
Perciò, poche parole, che non lascino spazi a fraintendimenti e che mostrino chiaramente il “qui” e “non lì”, il “non adesso” ma “dopo”, il “non questo” ma “quello.
- Utilizza sempre un tono gentile e una comunicazione amorevole anche quando devi ricorrere a un “no” deciso. Meno tuo figlio si sentirà prevaricato, più sarà disposto a eseguire quello che gli chiedi.
In ogni caso, ricorda che per quanto cercherai di migliorare il tuo approccio questo non significa che tuo figlio farà sempre quello che gli chiedi o che non manifesterà il suo disappunto quando non otterrà ciò che desidera.
La frustrazione continuerà a essere un elemento “naturale” del suo percorso di crescita. E’ normale che ci sia, è giusto che ci sia e non puoi e non devi evitarla.
Quelli che ti ho dato sono sicuramente consigli preziosi che ti raccomando di testare in prima persona, ma so che comprenderai bene che la crescita e l’educazione di tuo figlio non posso basarsi su una singola strategia.
È la totalità delle tue azioni che fa la differenza, imparare a osservare, ascoltare, comprendere, interpretare, avere una chiave di lettura dei comportamenti di tuo figlio…
E’ questo che cambia completamente il vostro rapporto.
Come dire di no, perché farlo e perché non farlo è uno degli strumenti della cassetta degli attrezzi di un genitore, MA non è il solo.
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