“Da un po’ di tempo a questa parte il nostro bambino si comporta in un modo alquanto strano” mi raccontano una mamma e un papà in consulenza. “Ogni volta che scarta un regalo si rifiuta di gettare carta e fiocchi. Ha sempre paura di perdere qualcosa. A volte, dopo essere stati a casa di amici o al supermercato, ci chiede di tornare indietro per controllare di non aver lasciato niente e ultimamente, durante il momento del bagno, si tiene stretti i giochini che abitualmente porta con sé, temendo di perderli nell’acqua. Abbiamo provato a rassicurarlo, ma a volte, non riuscendo nel nostro intento di aiutarlo a superare questo stato di apprensione, siamo stati anche molto duri, arrabbiandoci e dicendogli che doveva smetterla. Niente di tutto questo ha funzionato…e non capiamo ancora cosa possa esserci dietro questo strano comportamento. Ci sentiamo impotenti e sconfortati…”.
Pur con tutte le sfumature del caso, si tratta di narrazioni, sempre più ricorrenti, nelle consulenze che i genitori mi richiedono.
Bambini che
- non vogliono indossare abiti con i bottoni per paura di perderli o che si disperano quando è necessario buttare via qualcosa, dai rotoli della carta igienica, alle bucce della frutta o agli oggetti di casa che si rompono e non possono essere più riaggiustati
- rifiutano di andare all’asilo, a scuola, alle feste, di uscire di casa, esprimendo grande sofferenza al momento del distacco
- non ne vogliono sapere di proseguire con il corso di nuoto, nonostante abbiano già frequentato diverse lezioni
- rimangono serenamente a scuola, ma quando arriva il momento del pranzo chiedono insistentemente di andare a casa
- hanno costantemente paura che possa accadere qualcosa a loro o a mamma e papà, pertanto, rifiutano di separarsene
Situazioni che, seppur diverse tra loro per il modo e l’intensità con cui si presentano, hanno un comune denominatore: ansia da separazione.
Una particolare fatica che sperimentano i bambini di tutto il mondo nell’allontanarsi dai loro genitori, ma che rappresenta, addirittura, un’evoluzione indispensabile per prepararsi a diventare una persona emotivamente e mentalmente autonoma.
Ecco perché un po’ di ansia da separazione può essere considerata sana!
Come si manifesta l’ansia da separazione
Caro genitore, devi sapere che crescere non significa solo conquistare determinati traguardi, ma anche perdere qualcosa.
E siccome ciò che si perde è sempre ciò che è familiare e noto e pertanto rassicurante (le attenzioni di mamma e papà come quando si era più piccoli, il loro tempo, le loro coccole), ecco che
la “perdita” diventa un aspetto molto faticoso da affrontare sul piano emotivo e mentale tanto da manifestarsi attraverso comportamenti insoliti, irragionevoli, anomali.
La consapevolezza di diventare “grande” genera in tuo figlio parecchia ansia, molto più di quanto immagini.
Ogni volta che acquisisce nuove abilità e competenze, sia fisiche che mentali, oltre ad essere affascinato ed entusiasta per le nuove esperienze, il tuo bambino sperimenta un senso di incertezza che lo spinge a ritornare piccolo come prima. Ed è proprio in questi momenti che tu, caro genitore, devi essere lì non solo per sostenerlo quando si allontana, ma anche per accoglierlo tra le braccia quando ritorna e ha bisogno di ricevere la sua dose di “rifornimento affettivo”, quella che gli permette di allontanarsi senza timori. Per poi tornare nuovamente da te a ricevere attenzioni, coccole e affetto appena si sentirà scarico.
Esattamente come i passi di una danza – un, due, tre – tuo figlio
- si allontana
- sperimenta la paura del distacco
- ed esprime il bisogno di essere rassicurato affettivamente.
A partire dagli 8 mesi circa, quando comincia ad avere la percezione del familiare e dell’estraneo, l’intero sviluppo di tuo figlio sarà caratterizzato ciclicamente da questo comportamento. Man mano che crescerà ci saranno momenti in cui sembrerà attirato come da una calamita da tutto ciò che è nuovo e diverso, altri durante i quali tornerà a cercare conforto e rassicurazione nel suo mondo di sempre.
Come reagire di fronte all’ansia da separazione dei propri figli
Certo, non tutti i bambini esprimono allo stesso modo l’ansia da separazione. Molto dipende dalla combinazione di diversi fattori: le caratteristiche genetiche, il temperamento, il tipo di attaccamento con mamma e papà, l’ambiente a cui ciascuno è esposto, le reazioni dei genitori di fronte alla fatica del proprio figlio di fronteggiare l’ansia.
Ed è proprio su questo ultimo aspetto che vorrei invitarti a riflettere.
Potrebbe accadere infatti che, nel tentativo di gestire la situazione, tu finisca per rinforzare le reazioni emotive di tuo figlio.
Oppure, di fronte alle sue manifestazioni del tutto incomprensibili potresti irritarti e spazientirti dicendogli: “Ma come! Quando eri più piccolo eri coraggiosissimo e adesso che sei cresciuto hai tutte queste paure?”.
Niente di più nocivo in quei frangenti!
Questo tipo di reazioni genitoriali risultano molto insidiose in quanto rischiano di consolidare nel bambino la convinzione di essere pauroso, ansioso e di provare qualcosa di sbagliato di cui vergognarsi. Ciò di cui ha veramente bisogno il tuo bambino è di essere compreso e rassicurato perché
i bambini che soffrono di un’ansia da attaccamento amplificata richiedono una dose maggiore di amore, affetto, coccole e pazienza che li aiuti a interiorizzare un senso di sicurezza profondo e duraturo.
Voglio, però, che tu sappia una cosa molto importante, caro genitore.
Questa interiorizzazione non avviene in un batter d’occhio.
Ci vorranno un’infinità di volte in cui consolerai tuo figlio, lo incoraggerai e gli farai capire che può contare su di te.
Si lo so, purtroppo è sempre più diffusa l’idea che con i figli sia possibile ottenere risultati immediati e senza grandi sforzi. In realtà educare un bambino è un processo che richiede tempo, pazienza, perseveranza e duro lavoro.
L’ansia da separazione dei genitori
La relazione con i nostri figli è influenzata anche da una cultura familiare che si tramanda di generazione in generazione, a livello profondo e inconsapevole, ma che impatta notevolmente sul nostro modo di essere genitori.
Una maggiore conoscenza di questa cultura può sicuramente aiutarci a costruire una relazione più efficace con i nostri figli.
Per esempio: in che modo venivano vissuti il distacco e le separazioni dai tuoi genitori, durante la tua infanzia?
Perché sai, un conto è confrontarsi con una cultura familiare che comunica l’idea che separarsi è un’esperienza emotivamente faticosa ma possibile, un’altra cosa è aver assorbito la convinzione che separarsi non è proprio possibile, è troppo rischioso, ci si può smarrire.
La mia esperienza più che ventennale di lavoro con i genitori mi conferma che, spesso, dietro all’ansia da separazione che i bambini esprimono con i loro comportamenti incomprensibili e illogici ci sia la fatica di una mamma o di un papà a tollerare il distacco.
“Noi siamo gli adulti e il bambino dipende da noi; le sue sofferenze, a dispetto delle nostre buone intenzioni, provengono da noi. Se, per un errore da parte nostra, questi mali si producono, allora è necessario che l’atteggiamento dell’adulto sia riformato”. Maria Montessori
Anche per questo ho ideato una Scuola Genitori – https://danielascandurra.com/scuola-genitori-secondo-approccio-montessoriano/ – che, a differenza di altre proposte formative, accompagna con continuità le mamme e i papà nelle diverse fasi di crescita dei loro figli, per aiutarli ad affrontare le situazioni faticose in modo diverso ed efficace e stabilire relazioni sicure ed empatiche con i propri bambini.
Cara mamma, caro papà, se il comportamento di tuo figlio ti sta preoccupando, guarda dentro di te, ai tuoi sentimenti sulla separazione.
Potresti essere tu, più di lui, a fare fatica quando siete lontani.
Il più delle volte, sono le nostre esperienze interne a rinforzare alcuni strani comportamenti dei nostri bambini. È il caso in cui, da esseri straordinariamente empatici quali sono, riescono a captare il nostro malessere e allora per cercare di “proteggerci” si rifiutano di lasciarci!
Le questioni che abbiamo lasciato in sospeso si ripercuotono inevitabilmente sul nostro modo di essere genitori e provocano in noi e nei nostri figli frustrazioni e conflitti che potrebbero essere evitati.
I miei corsi possono aiutarti a diventare un genitore migliore, a lavorare sui tuoi automatismi e a trasformare le situazioni faticose e frustranti in un vantaggio incredibile per te e per i tuoi bambini.
Per iniziare il prima possibile a scoprire i risultati che puoi ottenere, ti basta contattarmi compilando il modulo qui sotto