Nel mese di Giugno la stampa mondiale ci ha regalato foto e filmati in cui il più piccolo dei figli di Kate Middleton- duchessa di Cambridge – in occasione delle celebrazioni per il Giubileo di Platino della regina Elisabetta, si rivolge alla mamma facendo smorfie, pernacchie, boccacce ed espressioni buffe. Ed ecco che il principino Louis di appena 4 anni, tra linguacce e gesti di insofferenza, riesce in un sol colpo a rubare la scena mondiale, diventando la star incontrastata di questa parata reale.
Ovviamente, non è stato risparmiato nessun tipo di commento a mamma Kate.
C’è chi l’ha criticata per aver portato il piccolo Louis a un evento troppo impegnativo e noioso per la sua età.
Qualcuno ha avuto da dire che i genitori non hanno saputo educare il principino a comportarsi bene in una situazione che esigeva serietà.
C’è chi, addirittura, ha ironizzato ritenendo la duchessa “ostaggio” del proprio figlio che con quel comportamento sembra aver “minacciato” di rovinare la vita alla sua mamma!
No, non ti ho raccontato questa storia per fare gossip.
Ma quanto accaduto mi ha riportato alla mente situazioni analoghe che mi vengono raccontate quotidianamente dalle mamme e dai papà che arrivano da me in consulenza o durante i percorsi di formazione da loro frequentati.
Proprio l’altro giorno una mamma mi ha detto: “Sono esaurita, mio figlio mi sfianca. Non ascolta, non ubbidisce e sembra che spesso lo faccia apposta perché sa che mi arrabbio. Oggi quando era ora di andare via dal parco ha cominciato a buttarsi per terra, a urlare, a prendermi a calci…e a quel punto mi è montata la rabbia. L’ho preso di peso e l’ho trascinato con forza fino alla macchina. Il tutto sotto gli sguardi impietriti dei genitori presenti che sembravano dirmi che non so educare mio figlio! Arrivata a casa, ero sfinita, scoraggiata, mi sono sentita divorata dai sensi di colpa per non aver saputo gestire con calma la situazione e per aver trattato in quel modo il mio bambino.
Eppure ho letto tanti libri per capire come gestire le situazioni esplosive con mio figlio, ma di fronte alle sue provocazioni non ho sempre la pazienza di aspettare che la “sfuriata” gli passi. Così, tutte le mie buone intenzioni sembrano svanire nel nulla”.
Rispetto al passato, oggi i genitori sono molto informati su ciò che riguarda i loro figli, su quali sono le tappe che caratterizzano la crescita. Non perdono occasioni per saperne di più sulle motivazioni che stanno alla base dei comportamenti incomprensibili dei loro bambini e sono molto interessati al loro ruolo genitoriale.
E’ fantastico!
La conoscenza è potere, ne sono convinta.
Soprattutto quando si tratta della relazione con i nostri figli, ci fornisce nuovi modi di vedere le situazioni e può aiutarci a nutrire aspettative più realistiche nei loro confronti.
Ma c’è un’altra faccia della medaglia.
Se ti limiti a saperne di più e a ricercare le strategie che possono renderti più performante, senza occuparti di conoscere te stesso/a, rischi soltanto di compromettere la relazione con i tuoi figli.
Qualsiasi approccio educativo, anche il più innovativo, se non è integrato da un lavoro interiore e profondo da parte del genitore, è destinato a non funzionare e a far sentire una mamma e un papà sbagliati, frustrati e inadeguati.
Il ruolo del genitore è caricato di un bagaglio emotivo che appartiene alla sua storia d’infanzia e che può impedirgli di pensare lucidamente, danneggiando la sua capacità di comprensione e di amore nei confronti dei suoi stessi figli.
“Lo sta facendo apposta per rendermi la vita impossibile!”
“Se fossi una brava mamma non si comporterebbe così!”
Spesso i genitori cercano di gestire le tempeste emotive e i comportamenti “irragionevoli” dei propri bambini, ignorando il fatto che in realtà sono i loro vissuti, e non i comportamenti dei figli, a provocare loro frustrazione e irritazione.
Incontro tante mamme e tanti papà che si trovano in questa situazione e, credimi, nella maggior parte dei casi, sono genitori particolarmente attenti alle questioni educative, aggiornati sulle più recenti scoperte nel campo dell’educazione e delle neuroscienze e sulle strategie educative più efficaci da applicare nel rapporto con i propri figli.
Si tratta di un trend in crescita.
Non dico che questo sia il tuo caso, ma se nella relazione con i tuoi figli, nonostante tutte le buone intenzioni, continui a perdere la pazienza, a urlare e ad avere la sensazione di non riuscire a prendere le giuste decisioni educative, significa che qualcosa non va.
È proprio per questo che ho ideato la Scuola Genitori secondo l’approccio montessoriano.
Nei miei corsi ti insegno a lavorare sui tuoi automatismi, ad acquisire maggiore consapevolezza di come funziona la tua mente, a “rieducarla”, a disimparare le “vecchie” modalità e impararne di nuove, più efficaci e compatibili con quanto desideri realizzare nel rapporto con i tuoi figli, a EDUCARE CON CONSAPEVOLEZZA attraverso l’applicazione dei principi montessoriani.
Essere buoni educatori equivale a “uno studio di se stessi” (M. Montessori).
Diventare un genitore consapevole non solo ti permetterà di “estrarre” ciò che è positivo, efficace e vantaggioso dal modo in cui tu stessa/o sei stata educata/o, ma anche di essere centrata/o sui tuoi figli, sui loro veri bisogni, senza perdere di vista i tuoi e arrivare allo stremo delle forze, esausta/o e sopraffatta/o.
Scrivimi una mail per essere informata/o sulle classi in partenza – info@danielascandurra.com