Un bambino non potrà mai non essere geloso nei confronti dei fratelli che arrivano dopo di lui. Ne ho scritto in un mio precedente articolo https://danielascandurra.com/mamma-ma-io-non-la-volevo-giulia-in-famiglia-la-gelosia-tra-fratelli-e-sorelle/dove ho anche elencato alcuni suggerimenti pratici per prevenire e gestire la gelosia tra figli.
Si tratta di un’esperienza che porta un grande smarrimento nella vita di un figlio, soprattutto se primogenito. C’è chi improvvisamente diventa “capriccioso”, chi torna a farsi la pipì addosso, chi perde l’appetito, qualcuno inizia a balbettare. Certo, molto dipende dall’ età, dalla capacità di esprimere i propri sentimenti, dal temperamento.
In ogni caso, la questione più importante riguarda l’aiuto che possiamo offrire ai nostri figli per sostenerli in modo appropriato mentre vivono questo momento critico.
Spesso, invece, “dinanzi all’atteggiamento ostile del maggiore nei confronti del nuovo venuto, lo si rimprovera, gli si fa intendere ragione, si tenta di provargli dolcemente o rudemente che il suo comportamento è egoista, brutto, e dispiace all’adulto. Che grave errore!”. F. Dolto
Già! Di fronte a questo atteggiamento, da parte dell’adulto, il bambino, infatti, potrebbe cominciare a “sopportare” l’ultimo arrivato perché ha compreso che questo è il prezzo da pagare per non essere più rimproverato.
Se pensi che questo sia il tuo caso, devi sapere che la gelosia non espressa rischia di diventare un macigno nell’anima di tuo figlio, un’emozione ancora più sorda e profonda che, nel tempo, lo renderà eccessivamente sensibile a cogliere le differenze nel tuo comportamento, anche in dettagli marginali, con il rischio che ciò si trasformi in una vera e propria ossessione.
Al contrario, per prevenire la gelosia, sia con i più piccoli che con i più grandi, è necessario accettare e legittimare l’espressione di tutto il loro fastidio, senza sgridare o ironizzare. Si tratta di reazioni del tutto sane e normali e vanno accettate per come sono.
“Il primogenito è il solo a conoscere la prova che affronta, potete solo dirgli che lo comprendete e che in realtà è doloroso”.
F. Dolto
Rispecchiare le emozioni dei nostri figli, nominandole, si rivela una strategia vincente. Permette loro di trovare sollievo nel momento in cui si sentono in balìa di emozioni troppo forti, ma anche di diventare consapevoli dei propri stati d’animo e imparare, nel tempo, a governarli e a non lasciarsene sopraffare.
“Osservate il fratello maggiore con amore partecipe e parlategli. Non chiedetegli di «essere bravo», di «fare silenzio», ma piuttosto, dopo una crisi di rabbia o dopo un pianto inaspettato, ditegli frasi come «Forse sei molto triste perché c’è lui, ma io ti voglio tanto bene, sei il mio amore grande!».
Grazia Honegger Fresco
Può comunque succedere che un genitore con più figli ne preferisca uno piuttosto che un altro. Se questo è ciò che stai sperimentando sappi che le preferenze sono assolutamente frequenti, naturali e istintive. L’importante è che tu le riconosca, perché solo l’esserne consapevoli può esserti di aiuto per non comportarti in modo ingiusto verso i tuoi bambini. D’altronde, e soprattutto in particolari periodi della nostra vita di relazione con i figli, ci si può sentire più o meno distanti da qualcuno di loro perché, per esempio, piangono più spesso, sono più irritabili, difficilmente si lasciano consolare, sono più restii a esprimere apertamente le loro emozioni. È inevitabile, perciò, che ci “attirino” di meno dei fratelli che, invece, sono più tranquilli e sorridenti.
Cosa fare se i nostri figli se ne accorgono?
Possiamo rispondere: “Hai ragione, mi innervosisco di più con te quando piangi ininterrottamente e ti rifiuti di farti consolare, ma questo non vuol dire che ti amo di meno”. Oppure, “E’ vero, preferisco tua sorella perché non urla quando mi chiede qualcosa, ma preferisco te perché sai inventarti tante storie divertenti!”. Non dobbiamo uniformare il nostro atteggiamento verso i figli perché non esiste un solo modo di dimostrare l’amore. Piuttosto che negare, riconosciamo queste differenze, accettiamole fino in fondo, facendo risaltare agli occhi dei nostri bambini gli aspetti positivi della loro personalità e, soprattutto, domandiamoci se queste diversità di approccio nei loro confronti provocano una reale differenza di trattamento.
“Tutto questo fa parte dei naturali equilibri che si stabiliscono nella famiglia. Se non è possibile evitare le preferenze, certo si può fare in modo che non acuiscano la normale dose di rivalità già presente fra fratelli: l’importante è mantenere un’imparzialità di fondo, saper dosare cure e attenzioni, spostandole ora verso uno e ora verso l’altro, senza mai dare ai figli l’impressione che i giochi siano fatti. E i posti ormai assegnati una volta per tutte: da una parte il prediletto, e dall’altro la pecora nera”.
Silvia Vegetti Finzi
Infine, per aiutare i tuoi bambini a superare la gelosia il mio suggerimento è di ripensare alla tua storia d’infanzia. Insisto molto, con i genitori che seguono i miei percorsi e che incontro durante le consulenze, sull’importanza di diventare consapevoli delle proprie esperienze infantili, in modo da non proiettare sui figli ansie e contrasti irrisolti. Spesso le mamme e i papà che più difficilmente riescono a gestire la rivalità tra fratelli e sorelle sono coloro che da piccoli l’hanno vissuta fortemente, senza superarla in modo adeguato.
“Se in noi sono presenti elementi lasciati in sospeso o non risolti, è di cruciale importanza trovare il tempo di riflettere sulle risposte emozionali che diamo ai nostri figli. Cercando di comprendere noi stessi offriamo ai nostri bambini la possibilità di sviluppare un proprio senso di vitalità e la libertà di sperimentare il loro mondo emozionale senza restrizioni e paure”.
Daniel J. Siegel – Mary Hartzell
La nascita di un altro bambino può rappresentare davvero una grande opportunità per un genitore, per lavorare sulle proprie modalità relazionali ed evitare di schierarsi inconsapevolmente a favore di uno o dell’altro figlio, amplificando in questo modo la loro gelosia e rendendo difficile una naturale risoluzione.
Se desideri approfondire questo argomento e richiedere una consulenza pedagogica contattami direttamente scrivendo a info@danielascandurra.com