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Mio Figlio Mi Dà Filo Da Torcere! Montessori Per Un’Educazione Amorevole e Consapevole

Quante volte, in preda allo sconforto e al senso di impotenza di fronte al rifiuto di tuo figlio di fare ciò che gli chiedi, ti sei ritrovata/o a dire “Mio figlio mi dà filo da torcere!”.

Momenti in cui ti sembra di non farcela più e durante i quali provi la sensazione che, letteralmente sordo alle tue richieste, ti dia “filo da torcere” con i suoi comportamenti esagerati e scorretti, non permettendoti, in questo modo, di essere la “brava” mamma o il “bravo” papà che vorresti essere!

 

Probabilmente in queste circostanze ti domandi se esista da qualche parte un approccio educativo equilibrato e “giusto” che ti aiuti ad essere convincente, in modo che il tuo bambino possa rivelarsi più collaborativo nei tuoi confronti. Soprattutto quando:

  • piange apparentemente senza nessuna ragione
  • si butta per terra perché gli hai appena detto che quel gioco non glielo compri
  • si rifiuta di collaborare e ad ogni tua richiesta ti risponde “Non voglio farlo!”
  • strilla perché vuole continuare a guardare i cartoni, nonostante avevate concordato che dopo due episodi avresti spento la TV
  • dice parolacce
  • non vuole andare a dormire la sera
  • ti dice le bugie.

Esperienze che ultimamente la pandemia ha reso ancora più faticose da sostenere! E alle quali si aggiungono nuove paure da parte dei nostri figli: irrequietezze notturne (tornano spesso nel lettone, si risvegliano più volte) e reazioni spropositate di fronte a richieste apparentemente semplici – “E’ ora di fare la doccia!”, “Metti il pigiama!”, “Preparati che dobbiamo uscire!”.

E a te viene da dire: “Me lo fa apposta, per provocarmi!”, “E’ capriccioso!”, “Si impunta!”, “Mio figlio mi dà filo da torcere!”.

 Il braccio di ferro è dietro l’angolo! Così come le tue reazioni automatiche!

 

Frequentemente, sono queste le difficoltà dei genitori con cui entro quotidianamente in contatto durante le consulenze o i percorsi di Scuola Genitori.

Non sanno più come comportarsi. Spesso hanno provato a fare finta di niente, a rimanere fermi sulle loro posizioni, a non cedere, hanno cercato risposte in rete, hanno letto tanti manuali sull’educazione. Le hanno davvero provate tutte!

In alcuni casi, ciò che ha funzionato bene qualche giorno prima, ha sortito l’effetto contrario successivamente, anche di fronte allo stesso comportamento del proprio figlio.

Tanti di loro mi raccontano di sentirsi come se avessero perso la bussola. Si sentono in balìa di sentimenti di ansia e inadeguatezza. E si domandano se esista una soluzione a tutto questo, un modo giusto per disinnescare tutte quelle situazioni che portano all’esasperazione, una soluzione che potrebbe aiutarli a sentirsi genitori migliori, a non scivolare nelle sabbie mobili dei sensi di colpa che provano quando reagiscono come non avrebbero voluto!

“Cosa devo fare, Daniela?”, “Come devo comportarmi?”, sono le domande più frequenti che le mamme e i papà mi rivolgono.

Forse te lo stai chiedendo da tempo anche tu cara mamma, caro papà che mi leggi.

 

Innanzitutto, devi sapere che essere genitori è un compito complesso e ricco di sfide. Non è un gioco da ragazzi!

Come mamma di una bambina conosco molto bene le difficoltà del mestiere. L’ho detto e scritto spesso.

La mia pazienza non è illimitata e anche a me è capitato e capita ancora, a volte, di non riuscire nel mio intento, pur mettendo in campo le migliori strategie.

Ma ci sono delle consapevolezze che ho guadagnato con tanto studio, tanto entusiasmo e tanto tanto lavoro su di me che si riflette nella relazione con mia figlia. Grazie a Maria Montessori ho compreso determinate cose, mi ci sono anche scontrata con esse e nel tempo ho imparato a gestirle con maggiore serenità. Ho fatto dell’errore il mio migliore amico e questo ha modificato positivamente la percezione dei miei sbagli, ma anche di quelli della mia bambina. Ho imparato, così, a educare con amorevole consapevolezza. Per questo, mi sono posta l’obiettivo di trasferire quanto ho acquisito ai genitori che desiderano vivere la relazione con i loro figli in modo emotivamente sostenibile, adottando uno stile educativo che invece di continuare a “infiammare” gli animi è in grado di riportare alla calma sia i bambini che gli adulti.

 

La via maestra per vivere relazioni soddisfacenti con i nostri figli è la conoscenza profonda dei loro bisogni e contestualmente un percorso di consapevolezza che ci permetta di “riprogrammare” le nostre convinzioni sull’educazione.

Non ci sono altre strade.

Si, hai letto bene. Non ci sono altre strade.

Perciò, se vuoi diventare il genitore che avresti voluto avere da bambino non devi affannarti a cercare le risposte, ma impegnarti a porti le giuste domande. Ti accorgerai, strada facendo, che il più delle volte sono proprio queste a mancare.

Chi è il mio bambino? In che modo lo guardo? In profondità o in superficie? Cosa penso di lui? In che modo la mia storia d’infanzia influenza il nostro rapporto?

 

Essere un genitore sufficientemente buono non significa imparare tecniche e strategie che sì, potranno sortire qualche buon effetto nell’immediato, ma a lungo termine, se non avrai lavorato su di te, si riveleranno solo delle chimere.

“L’adulto non può diventare maestro d’amore senza un esercizio speciale e senza aprire gli occhi della coscienza, per vedere un mondo più vasto”.

Maria Montessori

 

No, non sto dicendo che dobbiamo andare avanti a tentoni senza avere in mente procedure ben precise, ma come ho già scritto nel mio articolo https://danielascandurra.com/stai-affilando-lascia/ le tecniche e le strategie non faranno di te un genitore migliore se prima non sarai pronto a metterti in discussione, a “riprogrammare” le tue credenze sull’educazione, a cambiare il tuo paradigma, ad uscire dai tuoi schemi mentali, a spostare il tuo “focus” dal “cosa fare” al “come farlo”.

 

Perciò, quando tuo figlio ti dà “filo da torcere”, in realtà, non lo fa perché è mosso dall’intenzione di metterti in difficoltà. Ti sta, invece, comunicando che le sue emozioni hanno preso il sopravvento, in modo “incontrollato”, sulla sua capacità di pensare e reagire adeguatamente.  I nostri figli non si comportano in modo scorretto perché vogliono indispettirci, ma perché le zone cerebrali preposte al controllo e alla gestione degli impulsi, delle emozioni, delle frustrazioni non sono ancora mature e loro non sono in grado di relativizzare.

Ma noi, spesso, non lo comprendiamo.

“I capricci e le disobbedienze del bambino non sono altro che aspetti di un conflitto vitale fra l’impulso creatore e l’amore verso l’adulto, il quale non lo comprende. Quando, invece di trovare obbedienza, insorge un capriccio, l’adulto deve pensare sempre a cotesto conflitto e individuarvi la difesa di un gesto vitale necessario allo sviluppo del bambino”.

Maria Montessori

 

Né l’ostinarci a rimanere sulle nostre posizioni, costringendo i nostri figli a fare quello che vogliamo noi – magari utilizzando minacce e punizioni -, né l’essere arrendevoli di fronte alle loro levate di scudi, lasciando che si trasformino nei nostri più spietati tiranni, rappresentano la risposta adeguata ai loro bisogni di crescita. Sia in un modo che nell’altro, nel tempo, la relazione si indebolisce e viene meno la fiducia.

 

Ma allora, cosa si deve fare?

Voglio offrirti tre spunti di riflessione.

 

  1. Innanzitutto bisogna imparare a considerare questi momenti, in cui i bambini sono in preda alle loro intense emozioni e non riescono a contenerle né tantomeno a controllarsi, da una prospettiva diversa. Ecco cosa scrivono J. Siegel e T. P. Bryson, voci autorevoli nell’ambito delle neuroscienze applicate all’età evolutiva: “(…) i nostri figli non vogliono sentirsi frustrati, farsi assalire dalla rabbia o perdere il controllo. Non solo non è piacevole, è anche estremamente stressante. Generalmente, il comportamento sbagliato del bambino deriva da una sua difficoltà a far fronte a ciò che succede intorno a lui – e dentro di lui. Prova emozioni intense che non ha ancora la capacità di gestire e così si comporta male. Le sue azioni – soprattutto quando è fuori controllo – ci comunicano che ha bisogno di un sostegno. Sono una richiesta di aiuto e di vicinanza”. Anche per Maria Montessori la disubbidienza del bambino è da collegarsi a una mancanza di maturità, di sviluppo della coscienza, di controllo di sé e dei propri impulsi. Per la Dottoressa, anticipatrice delle moderne scienze sullo sviluppo infantile, la capacità infantile di ascoltarci pazientemente non è immediata. Il bambino, infatti “edifica la sua mente, finchè pezzo per pezzo giunge a costruire la facoltà di capire, la facoltà di ragionare”. E’ solo adottando questo diverso punto di vista che potremo essere veramente di aiuto ai nostri figli: “Quando ci rendiamo conto che la mente infantile è diversa dalla nostra, allora tutto il concetto dell’educazione cambia e diventa quello di un aiuto alla vita del bambino e non imposizione a ritenere idee e fatti e parole nostre”.

 

  1. E’ proprio nei momenti in cui i bambini ci danno “filo da torcere” che hanno maggiormente bisogno del nostro aiuto, della nostra comprensione. La prima cosa da fare, perciò, è quella di sintonizzarsi con il loro stato emotivo, con la loro vita mentale interiore, mettendoci sulla stessa lunghezza d’onda dei loro sentimenti, dei loro pensieri, di tutto ciò che è importante per loro. Quando tuo figlio, nel pieno di una crisi di rabbia, si butta a terra piangendo o comincia a urlare come un ossesso, ti sta comunicando che è sopraffatto dalle sue emozioni e ha bisogno, perciò, che gliele rendi più sopportabili. Sintonizzarsi emotivamente con lui significa proprio “sentire ciò che sente”: “Ti capisco, non è facile”, “Anch’io al tuo posto mi sentirei così arrabbiata”. Più che sul comportamento in sé, dovremmo rivolgere la nostra attenzione al vissuto emotivo che ha provocato quel comportamento, resistendo all’impulso di lasciarci prendere dalla rabbia o di fare la cosa più facile e veloce. Sappi che, entrando in sintonia con lo stato d’animo di tuo figlio, lo metterai nelle condizioni di imparare a “comportarsi bene”. “Si tratta di dare al bambino la possibilità di svilupparsi tranquillamente secondo le leggi della sua natura. Così, egli si irrobustirà e, diventando forte, farà più di quanto non osassimo sperare in lui”. Maria Montessori

 

  1. Nella relazione con i nostri figli, ogni occasione ci offre l’opportunità di riflettere su quanto spesso le nostre risposte ai loro comportamenti “irragionevoli” siano dettate dall’automatismo: “Lo faccio per il tuo bene!”, “I grandi hanno sempre ragione!”, “Deve ubbidirmi, è una questione di principio!”. Purtroppo un approccio automatico all’essere genitore può causare, nel tempo, ferite profonde ai nostri figli: sensi di colpa, disistima, rancore…Osservati quando tuo figlio ti fa perdere le staffe. Sappi che i suoi comportamenti sollecitano in te particolari emozioni. Non respingerle. Hanno qualcosa da dirti, sulla tua persona e sul modo in cui reagisci. Poi, prova a immaginare come ti vede tuo figlio. Come si sente ad averti come genitore in questi frangenti? Questa nuova consapevolezza in che modo riesce a modificare il tuo modo di rivolgerti a lui? “I genitori dovrebbero trattare diversamente i figli, cercando di non sopraffarli, di non obbligarli con la forza. È un modo di trattare i figli meno diretto e più delicato, diverso da quanto siamo solitamente abituati a concepire nei confronti dei bambini”. Maria Montessori

 

S vuoi approfondire questo argomento ti suggerisco di leggere il mio libro Montessori è solo una moda se non diventi un genitore consapevole, dove troverai un capitolo intero dedicato a questo argomento https://danielascandurra.com/libro-montessori-solo-moda-se-non-diventi-genitore-consapevole/ 

Se invece senti la necessità di una consulenza contattami direttamente scrivendo una mail a info@danielascandurra.com

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