Se vuoi che l’addio al pannolino non si trasformi in un’esperienza altamente frustrante per te e per il tuo bambino, allora devi sapere che la pazienza, la calma e il rispetto dei suoi tempi sono d’obbligo!
Così come per altri passaggi importanti che caratterizzano il percorso di crescita dei tuoi figli, anche per quanto riguarda lo spannolinamento le tue reazioni sono importantissime. La riuscita di questo importante percorso si gioca tutta nella relazione, in modo particolare nella fiducia che saprai accordare al tuo bambino perché, anche se ti sembrerà impossibile, imparerà da solo a non bagnarsi e sporcarsi più.
Non puoi insegnarglielo, anche se sei la sua mamma o il suo papà. Il controllo sfinterico non può essere influenzato o accelerato, ma può esser decisamente favorito.
Come?
Ti spiego.
A partire dal secondo anno, circa, la maturazione neuromuscolare permette al bambino di “avviarsi” al controllo degli sfinteri. Questa tappa importante implica un nuovo livello di consapevolezza: il piccolo comincia a diventare cosciente di ciò che accade dentro di sé. Avverte lo stimolo di fare la pipì o la cacca e inizialmente potrebbe preoccuparsi e spaventarsi. Non sa come controllarlo e non ha idea di cosa accadrà dopo. Ecco che in risposta a questa nuova situazione, a volte verbalizzata dal bambino, a volte no, si attivano una serie di comportamenti da parte degli adulti che possono metterlo ulteriormente in uno stato di apprensione, in quanto sono comportamenti diversi da quelli a cui è abituato. In fondo, fino a quel momento ha sempre fatto cacca e pipì senza che nessuno se ne accorgesse. In santa pace!
Improvvisamente, gli adulti intorno a lui cominciano a dirgli che è ora di togliere il pannolino, prendono il vasino e gli chiedono di sedersi sopra. Alcuni genitori sentono che possono fidarsi del loro bambino, perciò, lo osservano e lo seguono senza innervosirsi. Altri, invece, fin dai primi segnali non gli danno tregua, lo mettono più volte al giorno sul vasino, irritandosi se non comprende subito cosa deve fare.
Cara mamma, caro papà se ti trovi alle prese con lo spannolinamento devi sapere che chiedere in maniera martellante al tuo bambino se deve fare la pipì, spingerlo a sedersi sul vasino o addirittura promettere premi o punizioni, non fa altro che trasformare in problema quello che invece è la normale evoluzione di un processo e rimanda al bambino il messaggio che il suo corpo non è in grado di regolarsi da solo.
Un’educazione troppo rigorosa al vasino può indurre il bambino a scoraggiarsi, a perdere fiducia in se stesso e può farlo dubitare che la mamma e papà continuino ad amarlo, quando le loro aspettative rimangono deluse.
Credimi! Non è come sostiene qualcuno: uno, due, tre trucchetti e il gioco è fatto!
Non basta applicare strategie efficaci, anche se sono sicura che possono essere molto utili, e in questo mio articolo ti fornirò anch’io alcuni suggerimenti pratici. Ma, se mi segui da un po’, sai che non mi stanco di dire che non è tanto “cosa” mettiamo nella relazione con i nostri figli, ma “come” noi ci mettiamo in relazione con loro. Non si tratta di apprendere delle tecniche. Quando in un rapporto importante, come quello tra genitore e figlio, ci si affida al tecnicismo e si frappone “ciò che si sa” a “ciò che si è”, non ci si pone in una dimensione di cura e di amore.
Se il metodo educativo è mediocre, l’esito non sarà mai buono, anche se esternamente certi risultati sembrano raggiunti.
Perciò, nel caso dell’educazione al vasino, se stai tendendo a forzare tuo figlio perché impari velocemente a tenersi pulito può darsi che si “sottometta” alla tua volontà, ma ti sarà molto facile assistere a una serie di resistenze, dure opposizioni, caparbie regressioni e anche costipazioni.
Quando ricorriamo alla coercizione non aiutiamo i bambini a far da soli. Insegniamo loro, invece, che l’esercizio del potere è il mezzo più efficace per costringere gli altri a fare ciò che vogliamo e annulliamo la loro volontà. Ecco cosa scrive T.B. Brazelton, voce autorevole nel campo della pediatria e dello studio della prima infanzia: “Quando i genitori non sanno aspettare, e impongono l’abitudine all’uso del vasino come loro idea, il bambino sentirà questa scelta come intrusione“.
Quando si può cominciare, allora, a proporre il vasino? Come captare i segnali di “prontezza” del bambino?
Tenendo conto che ogni bambino ha un suo ritmo di sviluppo e perciò esprimerà le sue esigenze riguardo all’indipendenza dal pannolino in modo diverso, potremmo domandarci:
- bagna ancora molto spesso il pannolino o il bisogno di fare la pipì si fa più sporadico? Se a un certo punto ci accorgiamo che non sarebbe più necessario cambiarlo ogni due/tre ore, come facciamo solitamente, e che si risveglia asciutto dal sonno pomeridiano, allora siamo di fronte a chiari segnali che ci indicano che il nostro bambino comincia ad essere pronto.
- Avverte lo stimolo della pipì e riesce a farci sapere che la sta facendo o, ancora meglio, che sta per farla? Il controllo degli sfinteri si può considerare raggiunto dal bambino quando ha la capacità di tenere sotto controllo e trasformare un riflesso involontario in volontario. Si tratta di un grande atto di indipendenza. Il bambino si rende conto che il trattenere o il lasciare andare dipende da lui, è sotto il suo controllo. Questo è un aspetto da non sottovalutare. Attraverso questa nuova capacità il bambino esercita contemporaneamente un controllo su stesso e sull’ambiente. Su se stesso perché nel trattenere decide lui quando vuole fare la pipì o la cacca e sull’ambiente perché nel fare l’una o l’altra manifesta il proprio amore verso chi si prende cura di lui, così come la propria caparbietà nel momento in cui si rifiuta.
- Conosce la differenza tra asciutto e bagnato, tra sporco e pulito?
- Riesce a svestirsi da solo?
- Si muove in autonomia nell’ambiente?
- Accetta di separarsi da persone o oggetti a cui è affezionato? A volte un bambino fa fatica a “staccarsi” dal pannolino perché rappresenta qualcosa che gli ricorda le cure amorevoli dei suoi genitori.
- Riesce a tollerare una breve attesa?
- Esprime chiaramente ciò che vuole?
- È in grado di dire “no” se non desidera fare qualcosa?
Cara mamma, caro papà, se le tue risposte a queste domande sono positive allora puoi davvero cominciare!
E adesso qualche suggerimento pratico:
- Inizialmente puoi incoraggiare il tuo bambino a familiarizzare con il vasino, senza insistenze o forzature, proponendoglielo per pochi minuti. Sappi che anche in questa circostanza la concentrazione ha un valore fondamentale. Non possiamo aiutare i nostri figli a fare da soli, a esercitare il “muscolo” della volontà, se ricorriamo sistematicamente alla distrazione. Perciò, né sedute troppo lunghe condite da giochi e racconti interminabili, né tantomeno spinta a far veloce e presto.
- Poni molta attenzione alle parole che usi. Evita di spostare questo normale processo di crescita sul piano morale. Il tuo bambino non è “cattivo” se non fa la pipì o la cacca nel vasino. Ma neanche “buono” se la fa. Fai in modo che il controllo degli sfinteri “sia un’occasione di gioia come ogni altra attività naturale e non un momento di angosciosa protesta verso l’adulto, di cui restino nell’inconscio infantile penosi e durevoli segni”. G. H. Fresco
- Mostra soddisfazione quando ha fatto tutto quello che poteva fare nel vasino. E soprattutto non affrettarti a gettare via tutto. Per il tuo bambino, ciò che c’è dentro è parte di sé. Inizialmente prova a pulire il vasino solo quando il tuo bambino non lo vede.
- Accetta in modo giocoso e divertito le sue prime esibizioni. Non cedere alla tentazione di rimproverarlo, soprattutto se mostra le sue “produzioni” davanti a persone estranee. Piuttosto stai al gioco, dagli soddisfazione e poi allontanalo con tatto e delicatezza in un’altra stanza.
- Approfitta della stagione calda per farlo stare senza pannolino. La consapevolezza di ciò che sente all’interno del suo corpo e di quello che produce risulterà decisamente facilitata. Inoltre, sarà occasione per fargli indossare un abbigliamento più comodo e pratico che ti consentirà di aiutarlo a fare da solo, per esempio mostrandogli come si infilano le mutandine e i pantaloni (una gamba alla volta). Evita, pertanto, indumenti con bottoni, cerniere, cinture e scomode, anche se carine, salopette.
- Stabilisci una routine. L’allenamento alla pulizia è fatto di rituali, momenti che tornano sempre uguali per l’ora, il posto, gli oggetti. Ecco perché a volte i bambini hanno paura di andare in bagno in posti diversi da casa loro come la scuola o casa di amici e parenti. Non dimentichiamo che i rituali hanno a che vedere con un intimo senso di ordine, per questo sono rassicuranti. Ricordi cosa dice la Volpe al Piccolo Principe? «Se tu vieni, tutti i pomeriggi alle quattro, già dalle tre io comincerò ad essere felice. Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…Ci vogliono i riti»”.
- Organizza un bagno a “misura di bambino” con il vasino o un riduttore per il water, la carta igienica, qualche giochino, un tappetino, del sapone, un piccolo asciugamano e un piccolo specchio appesi alla sua altezza.
- “Tanti bambini si siedono sul vasetto o sul gabinetto con piacere: cantano, sfogliano il libro illustrato, godono del momento di concentrazione, di meditazione. Non disturbateli”. G. H. Fresco
- Se qualche volta il bambino mette le mani nel vasino per toccare la sua cacca e la sua pipì…trattieniti dal rimproverarlo. Non ne vale la pena. Cerca invece di comprendere che gli piace manipolare. Prima di diventare una proibizione, lo “sporco” è per il bambino motivo di piacere. Giocare e sporcarsi a questa età sono la stessa cosa. Attrezzati, perciò, offrendogli, in altri momenti, un po’ di creta morbida, acqua e terra, sabbia, cibi da impastare. Tutte attività che lo aiutano, in modo diverso, a esprimere il piacere di produrre, manipolare e sporcarsi. La grande e intensa soddisfazione che queste esperienze provocano nel bambino agisce da calmante e lo preparano al piacere di sentirsi pulito.
- Sii di esempio. I bambini sono i nostri naturali imitatori. Se nell’accompagnarli a togliere il pannolino daremo loro, qualche volta, la possibilità di osservarci mentre siamo in bagno, mostrando un rapporto piacevole ed equilibrato con il nostro corpo, non servirà insistere perché usino il vasino.
Per concludere:
- ad eccezione del bambino della coppia che hai conosciuto al corso di accompagnamento alla nascita, la maggior parte dei bambini raggiunge la maturità sfinterica intorno ai due anni e riesce a stare asciutta tra i due e i quattro anni. Gli studi ce lo confermano.
- Anche se più volte il tuo bambino è riuscito a fare la pipì nel suo vasino non vuol dire che questo processo si è concluso per sempre. Si tratta di un’abitudine che si consolida nei ritmi quotidiani. Ricorda che nel normale percorso di crescita di un bambino le involuzioni sono sempre possibili!
- Cambiamenti come l’arrivo di una sorellina, un trasloco, una malattia, ma anche un clima di tensione in famiglia possono causare regressioni, in questo periodo così delicato della sua crescita. Sii paziente! Rassicuralo e ricordagli con amorevole fermezza come deve fare. L’errore deve essere un’opportunità di crescita e non fonte di mortificazione. Anche la “pipì” e la “cacca” sono fasi che si stabilizzano lentamente, come la “pappa” e la “nanna”. Il bambino ha bisogno di tempo, delle sue sicurezze e di sentire che abbiamo fiducia nelle sue capacità. Ricorda, noi possiamo offrirgli solo un appoggio esterno. Il lavoro di costruzione della personalità è tutto suo! “Quando essi (i genitori) si persuaderanno di non essere i costruttori, ma semplicemente i collaboratori della costruzione, tanto meglio potranno compiere il proprio dovere e aiuteranno il bambino con una più vasta visione. Soltanto se questo aiuto è dato convenientemente il bambino realizzerà una buona costruzione”. Maria Montessori
- Se dopo tanti tentativi il tuo bambino la fa per terra, guardandoti con aria di “sfida”, oppure si ostina a non andare in bagno, evita di biasimarlo. Piuttosto controlla i tuoi nervi, altrimenti rischi di amplificare lo spirito di contraddizione, tipico dei bambini di questa età, e ritardare l’apprendimento naturale delle sue abitudini. Ricordati della fase del “no”. È probabile che il tuo bambino lo faccia per confermare la sua volontà. È davvero controproducente, perciò, trasformare questa circostanza in un “braccio di ferro”. L’atteggiamento tranquillo ed equilibrato degli adulti, pulito da eccessive aspettative, è determinante. Sappi che non lo sta facendo apposta per farti impazzire. Non si comporta in questo modo perchè ha un brutto carattere. Attraverso l’educazione agli sfinteri, il bambino comincia a sperimentare e a formare la fiducia in se stesso. Vuole raggiungere certi risultati da solo, con le sue forze. Si rende conto che ha il potere di fare e regalare qualcosa e tutto dipende esclusivamente dalla sua volontà! Come ho scritto nel mio ultimo libro https://danielascandurra.com/libro-montessori-solo-moda-se-non-diventi-genitore-consapevole/ le opposizioni dei bambini vanno riportate entro una cornice di normalità e accettabilità. Il nostro compito è quello di essere gli adulti della relazione, mantenendo calma e fermezza e dimostrando la nostra capacità di identificazione con loro.
Il periodo in cui si educa il bambino al controllo sfinterico e alla pulizia è molto delicato. “E’ un periodo della vita in cui l’«io» del bambino è ancora estremamente fragile, sensibile. E quindi più vulnerabile. Si sforza in ogni modo di farsi forte, di affermare e valorizzare se stesso, di attirare su di sé l’attenzione. Qualsiasi ferita al suo narcisismo, in questa fase, tende a lasciare segni particolarmente profondi”. S. V. Finzi
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