Rimango convinta del sincero interesse, da parte dei genitori, nei confronti della pedagogia montessoriana. Tanti di loro intuiscono che Montessori, con la sua scoperta dell’infanzia, può offrire a madri e padri un modello straordinario di relazione con i propri figli.
Purtroppo, sul versante opposto ciò che spesso viene propinato e offerto, soprattutto per quel che riguarda l’applicazione dei principi montessoriani in famiglia, ha a che fare con una serie infinita di attività, così come avviene nelle aule montessoriane, oppure con tante indicazioni su come arredare una casa a misura di bambino.
Attenzione. Leggimi attentamente.
Non sto sottolineando l’inutilità di questi aspetti, di un ambiente preparato, per esempio, perché i nostri figli possano essere incoraggiati nella loro libertà esplorativa. Nel mio primo libro Un’altra educazione è possibile. La risposta montessoriana ai bisogni dei bambini ho scritto un capitolo intitolato Una casa a misura di bambino, nel quale spiego come allestire un ambiente familiare che accompagni lo sviluppo dei propri bambini.
Ciò su cui voglio spostare la tua attenzione è invece il fatto che possiamo organizzare una casa in perfetto stile montessoriano, ma se non siamo in grado di riorganizzare la nostra disponibilità mentale per metterci in ascolto dei veri bisogni dei nostri bambini, rischiamo di essere di intralcio al loro percorso di crescita e non di aiuto.
Prima che in una casa di mattoni i nostri bambini devono trovare ospitalità adeguata nella nostra mente, nel nostro spazio interiore. Altrimenti, per quanto mossi dalle migliori intenzioni e dal grande amore che nutriamo nei loro confronti, soprattutto nei momenti più critici e impegnativi della loro crescita, rischieremo di agire d’impulso con quell’incontrollato automatismo che, senza rendercene conto, ci fa ricorrere a modi e metodi punitivi, coercitivi, alle urla, alle prediche, alle minacce e che possono causare tanto dolore e sofferenza.
Prima di una casa a misura di bambino serve un genitore a misura dei propri figli.
Di seguito 3 caratteristiche che contraddistinguono questa “tipologia” di genitore:
- vede e accetta i propri figli per quello che sono e non attraverso il filtro delle proprie aspettative. “Mio figlio deve avere le opportunità che non ho avuto io. Per questo lo iscriverò in una scuola d’eccellenza, anche mi costerà parecchi sacrifici!”. Spesso, pensando di agire per il loro bene, offriamo ai nostri figli quanto invece è mancato a noi, senza accorgerci che gli stiamo complicando seriamente la vita. Non mi fraintendere. Quando diventiamo genitori è normale nutrire delle aspettative nei confronti dei nostri figli. Ma perché queste attese non ostacolino la loro crescita, invece di destinarle a compensare i nostri desideri non realizzati e curare le nostre ferite è necessario che vadano a sostenere il loro progetto autoformativo. Al “bambino della notte”, il bambino immaginato, ideale, ci ricorda Silvia Vegetti Finzi, è necessario sostituire il “bambino del giorno”, il figlio reale e accoglierlo così com’è, con la sua indole, la sua personalità, le sue inclinazioni e tenere conto che anche se lo abbiamo generato noi, quel figlio non è al mondo per dare un senso alla nostra vita, per il nostro piacere o per salvare un rapporto di coppia andato in frantumi. Il bambino è individuo per suo diritto di nascita e pertanto bisogna accettarlo come tale. “Non conviene davvero incasellare il bambino in un proprio schema mentale: «Mio figlio dovrà essere così…fare questo…, diventare quest’altro…». In tal modo si negano a priori le possibilità di ricerca autonoma di una propria strada (…) Non sappiamo oggi chi egli sia, ma rispettiamo fin d’ora il suo nascosto disegno interiore. A poco a poco egli si rivelerà a noi e in modo tanto più autentico, per quanto meno, fin dalla nascita, saremo stati «impresari» del suo vivere, dei suoi gesti, delle sue scelte”. (Grazia Honegger Fresco) Facciamo attenzione e chiediamoci se le aspettative che nutriamo verso i nostri figli sono rivolte a colmare i nostri vuoti. Se è così, cerchiamo di occuparci noi di queste antiche ferite senza delegarle ai nostri bambini, altrimenti rischiamo di tenerli prigionieri di problemi che non gli appartengono, senza che se ne possano difendere.
- È un genitore causativo. Di fronte alle fatiche che inevitabilmente comporta crescere un figlio, il genitore a misura di bambino si considera causa e non loro effetto. Mi spiego. Quando i nostri figli non si comportano come vorremmo – urlano, ci aggrediscono con morsi e calci, si oppongono di fronte a qualsiasi cosa proponiamo loro, non ci ascoltano – potremmo lasciarci andare a pensieri di sconforto: “Me lo fa apposta per provocarmi”, “E’ capricciosa!”, “Ma proprio a me doveva capitare un figlio così difficile?”, “E’ nata con un brutto carattere. Non posso farci niente!”. Oppure, potremmo cercare di sforzarci di vedere le cose dal loro punto di vista, comprendere, perciò, che si comportano in questo modo non perché sono mossi dall’intenzione di metterci in difficoltà, ma perché le zone cerebrali preposte al controllo e alla gestione degli impulsi, delle emozioni, delle frustrazioni non sono ancora mature. E poi chiederci: “Cosa posso fare io per cambiare questa situazione e trasformarla in un’opportunità di crescita mia e dei miei figli?”. Credimi, è molto più efficace considerarsi causa e concentrarsi sulle proprie aree da migliorare che pensare: “E’ colpa sua!”. Il genitore causativo è consapevole che non sono le situazioni in sé a fare la differenza, ma il come ci si rapporta ad esse. Considera i momenti difficili dell’essere genitore come opportunità per comprendere più in profondità se stesso e i propri bambini e dare il meglio di sé. Un genitore a misura di bambino è un genitore che parte sempre dal cercare di modificare se stesso invece che gettare le colpe sui propri figli. Non aspetta che le cose accadano, non spera che le situazioni col tempo miglioreranno automaticamente. Crede, invece, che le cose cambieranno nella misura in cui si impegnerà a lavorare su se stesso. Cambia il suo comportamento perché possano migliorare i risultati nelle relazioni. Il genitore a misura dei suoi figli è consapevole che i bambini sono frutto del loro contesto di vita, pertanto, invece che sostenere con rassegnazione “E’ il suo carattere!” si chiede a quale ambiente, a quale clima emotivo li sta esponendo. “Il carattere si sviluppa in rapporto agli ostacoli incontrati o alla libertà che ne ha favorito lo sviluppo”. (Maria Montessori) Oggi la ricerca scientifica ci conferma che il modo in cui si sviluppa il cervello del bambino dipende dall’esperienza che vive. Pertanto, è il tipo di relazione che noi costruiamo con i nostri figli che contribuisce a strutturare il loro carattere, la loro personalità. Cara mamma, caro papà, ti consideri causa o effetto di quello che sta accadendo intorno a te, nella relazione con i tuoi figli?
- Educa a lungo termine. “Nella concezione di Maria Montessori, l’educazione non è solo un episodio della vita: essa dovrebbe cominciare con la nascita e durare così a lungo come la vita stessa. L’educazione è concepita da lei non soltanto come una «trasmissione di cultura», ma piuttosto come un aiuto alla vita in tutte le sue espressioni”. (Mario Montessori) Quanto sosteneva Maria Montessori più di cento anni fa viene oggi confermato dalla ricerca nel campo delle neuroscienze. Occorre tempo per lo sviluppo. Se i nostri bambini non hanno ancora imparato a riordinare la stanza dopo aver giocato, a trattenere l’impulso di spingere per salire per primi sul dondolo del parco, a organizzarsi con i compiti a casa, non dobbiamo lasciarci prendere dallo sconforto. Il ritmo dello sviluppo del cervello è lento. Ci vogliono almeno 25 anni perché i nostri figli consolidino quelle abilità che permettono loro di costruire buone relazioni, gestire e controllare i propri impulsi e le proprie emozioni, essere consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni e tanto altro ancora. “Se durante l’infanzia si costruisce la struttura cerebrale, durante l’adolescenza hanno luogo un rimodellamento del cervello e una trasformazione e «ristrutturazione» delle regioni che si erano formate nei primi dodici anni di vita”. (D. J. Siegel – T. P. Bryson) Quanti bambini di cui si erano perse le speranze nei primi anni di scuola sono diventati delle eccellenze all’Università! E tanti che in tenera età sembravano faticare ad avere amici, diventando grandi sono riusciti a costruire relazioni stabili e felici! Maria Montessori è estremamente chiara. “Per costruire il futuro è necessario vigilare sul presente. Quanto più verranno curati i bisogni di un periodo, tanto maggiore successo avrà il periodo successivo”. Un genitore a misura di bambino è come un giardiniere che lavora pazientemente per creare un suolo fertile, ricco di nutrimento e in grado di far crescere piante vigorose. Per portare a termine questo progetto, è consapevole però che occorrono impegno e fatica e soprattutto è necessario trascorrere molto tempo a scavare nella terra e a sporcarsi le mani di letame. Un genitore a misura di bambino non ha, perciò, come unico obiettivo quello di ottenere all’istante comportamenti accettabili. Sa, invece, che a lungo termine, se avrà perseverato pazientemente, consoliderà una relazione intima e soddisfacente con i suoi bambini e soprattutto li avvantaggerà nel corso della vita, quando saranno più grandi, perché avranno sviluppato quelle abilità emotive e sociali che li aiuteranno ad affrontare con resilienza la loro esistenza. Ricordiamoci di essere pazienti con il ritmo lento dello sviluppo del cervello. I nostri “figli piccoli sono donne e uomini in formazione”. (Maria Montessori)
Cara mamma e caro papà che mi leggi, essere genitori è un processo complesso che richiede di impegnarsi in un lavoro di ricerca su se stessi per diventare genitori “a misura di bambino”, capaci, cioè, di nutrire e alimentare in modo adeguato la crescita e lo sviluppo dei propri figli.
Montessori parlava di uno “studio” di se stessi che va oltre l’impegno intellettuale: si tratta di una preparazione del carattere, una preparazione spirituale!
Sarò sincera con te.
Purtroppo le mamme e i papà diventano genitori senza nessuna preparazione. Spesso, svolgono questo compito importante facendo ciò che hanno fatto i loro genitori perché “ha funzionato bene”, ma non è detto che ciò che ha funzionato ieri, funzioni bene oggi. Per capire le necessità dei nostri figli ed essere a “loro misura”, dobbiamo liberarci dalle credenze limitanti che nutriamo sull’educazione, dalle prigioni mentali in cui siamo stati “rinchiusi” o che ci siamo creati noi stessi. Dobbiamo fare pratica di consapevolezza.
Sappi, però, che non sei sola, solo.
Se lo desideri posso guidarti in questo processo. Maria Montessori, grande scienziata dell’educazione sosteneva che invece di preoccuparci eccessivamente di “correggere le scorrettezze del bambino” dovremmo cominciare a studiare noi stessi, a lavorare su di noi per scoprire i “difetti nascosti nella coscienza” e per questo abbiamo “bisogno di un aiuto esterno, di una certa istruzione; è indispensabile cioè che qualcuno ci indichi quello che dobbiamo vedere in noi. (…) E’ necessario che qualcuno ci insegni e che noi ci lasciamo guidare. Dobbiamo essere educati, se desideriamo educare”.
Come mamma di una bambina conosco molto bene le fatiche del mestiere.
La mia pazienza non è illimitata e anche a me è capitato e capita ancora, a volte, di non riuscire nel mio intento, pur mettendo in campo le migliori strategie.
Ma ci sono delle consapevolezze che ho guadagnato con tanto studio e con tanto entusiasmo, che io applico su me stessa, nella mia relazione con mia figlia. Grazie a Maria Montessori ho compreso determinate cose, mi ci sono anche scontrata con esse e nel tempo ho imparato a gestirle con maggiore serenità. Ho fatto dell’errore il mio migliore amico e questo ha modificato positivamente la percezione dei miei sbagli, ma anche di quelli della mia bambina.
Maria Montessori mi ha reso una madre e una persona migliore.
Nel 2016 ho ideato e fondato la SCUOLA GENITORI SECONDO L’APPROCCIO MONTESSORIANO una vera palestra in cui le mamme e i papà si allenano per essere più empatici con i loro figli, per imparare a guardare le situazioni da un altro punto di vista a far chiarezza su come il bambino si sviluppa. Alla mia SCUOLA GENITORI le mamme e i papà scoprono che un altro modo di educare è possibile!
A breve riparte il progetto.
Sappi che ce n’è per tutti! I percorsi sono tarati sulle età dei bambini – 0-3/3-6/6-11.
Non perdere questa preziosa opportunità di crescita per te e per i tuoi figli!
Clicca sul link per avere maggiori informazioni: https://danielascandurra.com/scuola-genitori-secondo-approccio-montessoriano/