Sapevi che è normale e naturale che un bambino abbia paura?
E che pochissimi bambini crescono senza preoccupazioni né paure?
Lawrence Cohen, psicologo e psicoterapeuta elenca, a seconda dell’età dei bambini, le paure tipiche dell’infanzia. Ne viene fuori una lunghissima lista che provo a sintetizzarti in questo articolo.
Al di sotto dei due anni le paure più comuni hanno a che fare con:
- la solitudine
- la separazione
- con tutto ciò che è intenso come i rumori forti
- o con quanto risulta poco familiare come la presenza di estranei.
Crescendo, indicativamente dai due anni in su, possono emerger paure relative agli animali e a creature immaginarie come i mostri. Ma anche un atteggiamento eccessivamente duro nei loro confronti può innescare nei nostri figli la paura di commettere degli errori, degli sbagli e di non saper gestire le proprie emozioni.
A queste paure appena elencate, con l’età, possono aggiungersene altre, collegate all’ambiente di vita e al mondo esterno. Per esempio:
- la paura dei temporali
- dei dottori
- o paure derivanti dal non saper distinguere la realtà dalla fantasia, come nel caso di sogni così vividi da sembrare veri o cartoni animati particolarmente violenti.
A questo proposito Maria Montessori, scienziata illuminata, ci avvisa di stare attenti a ciò che raccontiamo ai nostri bambini, in modo particolare al di sotto dei sei anni. La loro mente, infatti, in questi primi anni di vita è ancora immatura per poter distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è. Raccontare o far vedere sugli schermi storie fantastiche, non è cosa buona. Come ho già avuto modo di scrivere, può addirittura risultare dannoso, in quanto si fa leva sulla “credulità”, caratteristica delle menti immature. Le storie fantastiche, sono frutto dell’immaginazione e di un pensiero adulto e non del bambino che, invece, in questa fase della sua crescita ha bisogno di nutrirsi, il più possibile, di storie attinenti alla realtà, aderenti positivamente alle sue esperienze quotidiane.
Tra i 4 e i 6 anni l’ansia sociale comincia ad essere molto marcata.
Gli adulti si aspettano che i bambini di questa età interagiscano con i pari. Chi è particolarmente ansioso, di fronte a queste aspettative, reagisce regredendo e comportandosi come un bambino più piccolo arrivando, per esempio, a bagnare il letto.
Salendo con l’età, le paure dei bambini tra i 6 e gli 11 anni riguardano prevalentemente le preoccupazioni legate alla scuola – compiti, risultati delle verifiche, rendimento scolastico, timore di non essere all’altezza nei riguardi delle richieste dell’insegnante. Inoltre, trattandosi di un’età in cui la coscienza di sé e degli altri è maggiormente sviluppata, quando i nostri figli sono lontani da casa per parecchio tempo possono provare una profonda nostalgia e manifestare paura dei ladri o dei rapitori. Anche le ansie sociali, come il timore del rifiuto o di apparire ridicoli, risultano più accentuate.
Le paure, pertanto, riflettono le tappe della maturazione psichica dei nostri bambini.
Voglio, però, tranquillizzarti dicendoti che la paura è un’emozione molto sana, addirittura necessaria per la nostra salute mentale e il successo nella vita.
Se siamo troppo rilassati, infatti, non ne traiamo giovamento, soprattutto in quelle situazioni in cui ci viene richiesto di dare il massimo di noi stessi, come per esempio, quando dobbiamo preparare un esame all’università. Inoltre, una certa dose di questa emozione è fondamentale perché, in alcune situazioni, ci informa della presenza di un pericolo, offrendoci la possibilità di prepararci di fronte a ciò che non conosciamo e ci incute timore.
La paura diventa dannosa quando comincia ad essere sproporzionata, quando si intensifica eccessivamente e diventa di ostacolo per una crescita serena.
Esempi molto vicino a noi in questo periodo, hanno a che fare con la paura dei nostri figli di uscire di casa per timore di ammalarsi o contagiarsi, o la paura della guerra, a causa di tutto ciò che hanno sentito ascoltando la radio, la tv o i discorsi dei grandi con cui si relazionano.
Come fare, allora, per aiutarli nel momento in cui ci accorgiamo che le loro paure sono diventate eccessive e stanno influenzando in maniera importante i loro pensieri, i loro comportamenti e le loro relazioni?
Provo a darti alcuni suggerimenti.
- Cerca di avere rispetto per l’emozione che il tuo bambino sta provando. Anche se ti sembra assurda. Ricorda che c’è sempre una ragione dietro alle sue paure e, se ne hai rispetto, questo rappresenta una condizione importante perché tuo figlio si fidi di te.
- Legittima la paura del tuo bambino, fagli sapere che la comprendi: “Capisco che hai paura. Questa aspirapolvere fa davvero un rumore insopportabile!”. Non devi cercare di risolvere il problema al suo posto. Ciò di cui il tuo bambino ha bisogno è che gli mostri comprensione! Maria Montessori sosteneva che siamo talmente ansiosi di correre in aiuto dei nostri bambini e facilitargli la vita che il nostro amore rischia facilmente di strafare; con le troppe ansie, con le eccesive precauzioni, con la nostra iperprotezione. Ma in questo modo non facciamo altro che distoglierlo dal sentiero naturale del suo sviluppo. Rischiamo di dirottare la sua energia in modo che questa ritorni su se stessa, generando quelle che Maria Montessori definisce malattie nervose: paura, pigrizia, monellerie e un ventaglio di altre caratteristiche indesiderabili che, ahimè, avremmo potuto evitare facilmente.
- Prova a raccontargli di cosa avevi paura durante la tua infanzia. “Sai, anch’io quando ero bambina come te avevo tanta paura di andare in bagno da sola. Volevo la mia mamma vicino a me”. Oppure potresti condividere una paura che tuo figlio non ha, così potrà sentirsi più coraggioso di te. Si tratta di una precisa modalità comunicativa che tende a sbloccare questo tipo di situazioni.
- Aiuta il tuo bambino a riflettere. Chiedigli di provare a individuare altri modi per affrontare la sua paura. “Che cosa potrebbe aiutarti ad avere meno paura del buio?”. In questo modo, il messaggio che invii è che rispetti le sue emozioni, anche se non sono piacevoli, che non lo giudichi perché ha paura, che tieni conto dei suoi sentimenti così come del contributo che potrà fornir per affrontare la sua difficoltà! Non dobbiamo sostituirci ai nostri bambini ma offrire loro gli strumenti perché possano superare le loro paure, scegliendo personalmente di farlo!
- Rassicura il tuo bambino fornendogli le informazioni di cui ha bisogno per tranquillizzarsi. Di fronte alla sua paura del temporale, dei tuoni, dei lampi potresti tranquillizzarlo dicendo: “So che il temporale ti spaventa, ma ti assicuro che non ci sono pericoli né per te, né per me”. Successivamente, potresti fornire spiegazioni più scientifiche che possono senz’altro aiutarlo, per esempio, attraverso un breve documentario da guardare insieme o la lettura di un libro che, con un linguaggio adatto alla sua età, possa spiegargli da cosa sono generati questi fenomeni. La conoscenza aiuta i bambini a sentirsi meno impauriti di fronte a ciò che poco prima era sconosciuto.
- Ma soprattutto diventa esperto di connessione con il tuo bambino! In che modo? Dobbiamo fare di tutto per entrare nel mondo dei nostri figli, metterci nei loro panni e offrirgli, quando hanno paura, la nostra completa attenzione, soddisfare il loro bisogno di essere ascoltati e incoraggiati. Spesso, invece, di fronte ai loro timori reagiamo arrabbiandoci, urlando perché smettano di piangere o cerchiamo di esortarli a non avere paura perché non ce n’è motivo, perché i bravi bambini non hanno paura! Queste risposte, non sono efficaci, li fanno sentire sbagliati, in difetto, aumentano la disconnessione con loro, gli danno la sensazione che, invece di sforzarci per entrare nel loro mondo, li costringiamo a raggiungerci nel nostro mondo di adulti.
Concludo con l’ultimo punto senza il quale, niente di quanto ti ho appena suggerito, può essere efficace.
- Individua le tue paure e fai di tutto per superarle! In questo modo sarai maggiormente in grado di aiutare i tuoi figli a governare le loro. Sappi che, quando le nostre emozioni infantili rimangono soffocate abbiamo difficoltà a riconoscere le esigenze dei nostri bambini. Succede, perciò, che invece di accoglierle, proiettiamo su loro i nostri bisogni oppure per non entrare in contatto con la nostra sofferenza tendiamo a negare le loro necessità. Ricorda: nella misura in cui ci occupiamo della nostra interiorità sapremo occuparci di quella dei nostri figli. Nella misura in cui saprai prenderti cura delle tue paure e guarirle potrai aiutare il tuo bambino a superare le sue!
Agire con consapevolezza nella relazione con i nostri figli è una responsabilità dalla quale, per nessun motivo, possiamo svincolarci. Ne ho scritto nel mio nuovo libro, appena pubblicato, in cui ti aiuto a diventare un genitore consapevole. Ti consiglio di andare al volo su questa pagina – https://danielascandurra.com/libro-montessori-solo-moda-se-non-diventi-genitore-consapevole/ – per acquistarlo.
Nel frattempo…buone giornate consapevoli!
P.S. Se desideri approfondire quanto hai appena letto o richiedere una consulenza pedagogica contattami scrivendo a info@danielascandurra.com