In queste settimane mi sono domandata cosa ci stia insegnando questa vicenda del coronavirus su noi stessi, anche sul nostro modo di essere genitori e ho trovato delle corrispondenze significative con alcuni temi educativi che voglio condividere con te, in questo mio articolo.
Ecco qui di seguito tre lezioni che i genitori possono imparare ai tempi del coronavirus.
- MANTENERE LA CALMA!
È indubbio!
Viviamo giorni in cui è più facile lasciarsi prendere dallo sconforto, dall’ansia, dal panico. Le notizie che circolano in rete, che ascoltiamo alla TV, che leggiamo sui quotidiani sono sempre più allarmanti, tanto da indurci a reazioni spropositate – l’assalto a supermercati e farmacie per fare scorta di cibo, mascherine e disinfettanti, la caccia agli untori, i tristi episodi di razzismo a cui abbiamo assistito nelle settimane scorse, sono solo alcuni esempi.
Insomma, azioni incontrollate dettate dalla paura che a nulla valgono per arginare il contagio del virus, se non a nutrire uno stato di tensione e allerta costante che rischia di fare andare in tilt il nostro sistema immunitario!
Il panico fa da padrone!
D’altronde, come si può rimanere tranquilli quando ci si sente impreparati di fronte a situazioni nuove e impreviste come quella che stiamo vivendo oggi?
Eppure diversi studi in ambito neuroscientifico ci dicono che, più della malattia in sé, è la paura a mettere in pericolo la capacità del nostro organismo di difendersi. Addirittura, a lungo andare il cortisolo, l’ormone dello stress che rilascia il nostro corpo quando abbiamo paura, ci rende più soggetti alle malattie!
È chiaro che il modo in cui reagiamo fa la differenza!
Qualcosa di simile avviene nella relazione con i nostri bambini ogniqualvolta ci troviamo a fronteggiare i loro comportamenti sfidanti e disarmanti che non ci saremmo mai aspettati:
“Fino all’altro giorno si vestiva da sola, ma da quando ha iniziato a frequentare la scuola materna non ne vuole più sapere. Ogni mattina è una tragedia!” – “E’ sempre stato molto educato, ma da qualche tempo ha cominciato a dire parolacce. E lo fa soprattutto quando abbiamo ospiti in casa!” – “Non ce la faccio più! Mio figlio urla, piange per un nonnulla e se lo riprendo mi ride in faccia!”.
Ci sentiamo “minacciati” e messi in discussione come “buoni genitori” ed ecco che ci lasciamo prendere dall’emotività, reagiamo d’impulso, ci arrabbiamo, urliamo, dispensiamo punizioni, la nostra amigdala si “accende” e infiamma ancora di più quella dei nostri figli. È guerra aperta
“un conflitto reale e terribile: una guerra senza tregua, che accoglie l’uomo alla nascita e lo accompagna durante tutto lo sviluppo. È il conflitto tra adulto e bambino”.
M. Montessori
Se utilizziamo tutte le nostre energie “impulsive” per contrapporci ai nostri figli, questo non fa bene né a noi né a loro. Anzi, creiamo distanza affettiva, allontaniamo i nostri figli da noi e questo non ci aiuta di sicuro a diventare genitori migliori.
Ma allora, cosa dobbiamo fare?
Nel bel mezzo di queste situazioni frustranti dobbiamo evitare di agire impulsivamente!
Lo so, non è facile.
Dobbiamo fermarci, anche solo per un attimo, fare un bel respiro e, controllando il nostro stato d’animo fare in modo di mantenere la calma.
In fin dei conti siamo noi gli adulti della relazione e, nel mezzo delle tempeste emotive che punteggiano la quotidianità con i nostri bambini, dobbiamo saper padroneggiare i nostri scatti di collera, le nostre rabbie, le nostre ansie, altrimenti mettiamo in serio pericolo la relazione.
Facciamo vedere ai nostri figli come si gestiscono e regolano le emozioni forti. In seguito sarà più facile per loro fare altrettanto!
- FOCALIZZARSI SUGLI ASPETTI POSITIVI!
Leggevo proprio l’altro ieri che sono in aumento le guarigioni da Coronavirus, di circa il 72%. Il maggiore aumento registrato negli ultimi giorni!
Nonostante questi dati positivi, l’attenzione della maggior parte della gente è concentrata sui casi di contagio e di decesso.
Ciò su cui voglio portare la tua attenzione è la tendenza che abbiamo a focalizzarci più sul nostro stato d’animo, sulle nostre credenze e convinzioni che sui dati oggettivi.
Ti spiego meglio!
Secondo interessanti studi di neuropsicologia, la nostra mente è “catturata” maggiormente da pensieri negativi, mentre tende a tralasciare quelli positivi. Sembra addirittura che gli stimoli negativi mettano il cervello nelle condizioni di lavorare più facilmente e velocemente.
Sai che conseguenze ha tutto questo?
Più ci soffermeremo sugli aspetti negativi di una situazione, più il nostro cervello si abituerà a vedere solo il negativo e, peggio ancora, questa modalità di pensiero “contagerà” emozioni e sentimenti a tal punto che, anche se ciò di cui ci preoccupiamo non è reale, l’amigdala e il talamo non riusciranno più a distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è!
Ma c’è una bella notizia al riguardo.
Il nostro cervello è talmente plastico che possiamo “programmarlo” per vedere le cose diversamente, in positivo. Bisogna solo allenarlo.
Cosa sei abituata/o a vedere nel tuo bambino?
Sei convinta/o che tuo figlio sia solo un bambino capriccioso, disubbidiente, prepotente, che non si sa controllare, che non sa stare fermo, che sa solo “impuntarsi”, che non ascolta, che il suo carattere sia “difettoso”, che sceglie deliberatamente di comportarsi male?
Forse ti occorre una nuova chiave di lettura che ti aiuti a vedere il tuo bambino con occhi diversi. Se continui a focalizzarti solo su quegli aspetti che ritieni problematici ti avviso che stai facendo di tutto per “fissare” e “strutturare” di più quelle difficoltà. Prova invece a cercare solo ciò che c’è di positivo nel tuo bambino.
“Bisogna credere a tutto il bene che sta nascosto nel bambino e prepararsi a riconoscerlo con cura ed amore; solo così saremo in grado di saperlo giustamente apprezzare”
M. Montessori
Nella nostra relazione con i figli dobbiamo dotarci di quello che Maria Montessori definiva un “microscopio spirituale”, uno sguardo particolarmente raffinato e attento che ci permette di riconoscere il bambino per chi veramente è.
Questo significa lavorare molto su noi stessi, “spogliarci” dai preconcetti di cui è impregnata la conoscenza che crediamo di avere del bambino, una conoscenza molto spesso inquinata dall’impazienza, che non ci permette, per esempio, di rispettare i suoi tempi e ci induce a sostituirci a lui – “Faccio io”, “Ti aiuto io”, dalla frettolosità “Dai sbrigati!”, “Sei la più lenta!”, “Ma quanto ci impieghi!”, dai nostri modelli interni – che tipo di genitori abbiamo avuto? Forse ci stiamo comportando esattamente come loro? Quali figli siamo stati? – dal “pregiudizio” secondo cui siamo noi adulti a plasmare il bambino, a renderlo a nostra immagine e somiglianza.
Forse tua figlia di 6 anni ti sta facendo disperare. Da un po’ di tempo va in crisi tutte le mattine, prima di andare a scuola. È una continua lamentela e tu non riesci a spostare l’attenzione da questo comportamento “irritante”. Pensi che sia solo una bambina capricciosa e che la mattina faccia tutte queste storie perchè la sera non va a dormire presto (queste sono le tue convinzioni su cui continui a rimuginare!). Se provassi a osservare la situazione da un’angolazione differente – la tua bambina ha solo 6 anni e la sua capacità cerebrale di gestire le emozioni è ancora immatura, non c’è niente di sbagliato in lei! – potresti cercare di aiutarla a superare questo momento di crisi, rassicurandola e dicendole che ti accorgi che c’è qualcosa che non va e che sicuramente si troverà una soluzione. Potresti anche chiederle cosa la mette in difficoltà e cosa pensa che potresti fare per aiutarla a risolvere il problema. Ti accorgeresti che, nel momento in cui smetti di essere ossessionata/o da ciò che non funziona in lei, figlia riesce a ritrovare fiducia e serenità.
“Che cosa cerchiamo realmente in un bambino? Quasi sempre siamo alla ricerca di errori e non solo di quelli che ha fatto, ma anche di quelli che potrebbe fare. L’unica cosa che possiamo fare veramente è cambiare il nostro atteggiamento nei riguardi del bambino, amarlo di un amore che crede nella sua personalità e nel fatto che egli è buono, un amore che non vede i suoi difetti, ma le sue virtù, che non lo reprime ma lo incoraggia e gli dà libertà”. Maria Montessori
Si tratta di prendere sul serio il bambino, di riconoscere la sua dignità, assumere un atteggiamento da osservatori prudenti e rispettosi di tutte le sue espressioni di crescita. In questo modo si sentirà accolto con amore e rivelerà, perciò, tutto il positivo che ha dentro di sé.
Montessori ci sfida a guardare il bambino con occhi diversi, con uno sguardo nuovo, per renderci conto che è lui il nostro Maestro e farci insegnare da lui stesso come poterlo aiutare.
Quale idea hai di tuo figlio?
Sappi che da questa scaturiscono una serie di comportamenti educativi molto diversi, che avranno delle ricadute non indifferenti sulla vostra relazione.
- QUESTIONE DI STILE… DI VITA!
Ciò che risulta più efficace, in assoluto, nella prevenzione delle malattie e nella difesa dagli attacchi che arrivano dai virus è avere uno stile di vita corretto! Parola di autorevoli virologi! A poco o nulla servono i rimedi d’emergenza. Non bisogna aspettare di stare male per intervenire, è necessario impostare un corretto stile di vita quando si ancora sta bene. Non basta lavarsi le mani con l’Amuchina per tenere a bada i virus! Serve molto, molto di più. Dobbiamo nutrire il nostro organismo di cose buone, riposarci, fare esercizio fisico, evitare situazioni di stress prolungato, mangiare sano. Certo, potenzialmente siamo tutti a rischio, chiunque di noi potrebbe essere contagiato, ma se avremo lavorato per mantenere forte il sistema immunitario il nostro organismo sarà in grado di fronteggiare al meglio le possibili infezioni causate da virus e batteri.
La stessa cosa succede nella relazione con i nostri figli.
Perché le cose funzionino abbiamo bisogno di un piano d’azione a lungo termine.
Leggi con attenzione le prossime righe perché voglio condividere con te un concetto spesso sottovalutato, ma fondamentale per chiunque è genitore.
Per ottenere risultati efficaci e duraturi con i tuoi figli, quello che conta non sono le prestazioni miracolose quanto, piuttosto, cosa metti tu nella tua relazione con i tuoi bambini.
Sappi che il modo in cui svolgi il tuo ruolo genitoriale influenza in maniera determinante la mente, il cuore, l’anima e la coscienza dei tuoi figli.
Essere genitori, perciò, richiede di vivere la relazione con loro, ogni giorno, con consapevolezza.
È una chiamata.
Una disciplina “spirituale” e se vuoi davvero “padroneggiarla”, per raggiungere obiettivi soddisfacenti come genitore e fare le giuste scelte educative, devi affinare la tua sensibilità, accrescere le tue competenze, ma soprattutto devi agire con intenzionalità, prendere decisioni meditate, devi esaminarti costantemente per dare il meglio di te stesso, continuando a ritestare ogni singolo aspetto della relazione, per poi tornare sui tuoi passi e ricominciare da capo.
Tutto questo richiede tempo.
Essere genitori non si improvvisa!
Un compito così importante non può essere lasciato alla buona volontà. Altrimenti il rischio di fallimento è altissimo!
“Padre e madre sanno benissimo che i loro figli possono diventare buoni o cattivi per opera loro. Ma con tutto ciò né padre né madre sono preparati a questo difficile compito. Per conseguenza, questo compito grave di responsabilità è lasciato spesso, ed in modo tutto arbitrario, al caso o alla buona volontà”.
Maria Montessori
Per entrare efficacemente in relazione con il bambino e prendersi cura di lui adeguatamente, bisogna prima mettersi in relazione con se stessi, cercando le opportunità migliori per imparare.
Serve allora confrontarsi con altre prospettive, incontrarsi con altri genitori che abbiano lo stesso desiderio di cambiamento, rimanendo “immerso” il più possibile all’interno di un ambiente fertile e favorevole all’applicazione concreta di ciò che si impara.
Nasce da questa consapevolezza il mio progetto di Scuola Genitori secondo l’approccio montessoriano.
Un’iniziativa, PRIMA e UNICA a livello nazionale nel suo genere, in quanto si differenzia da altre proposte simili per il taglio montessoriano che ho voluto dare a questo percorso.
Si tratta infatti, di un progetto rivolto a uno specifico target di genitori: ossia a coloro che desiderano trovare, alla luce del Modello montessoriano, il modo giusto e più efficace per entrare in RELAZIONE con i propri figli e fare le giuste scelte educative.
Un luogo “fisico” e non virtuale, dove incontrarsi con altre mamme, con altri papà, dove i genitori hanno la possibilità di imparare ad osservare con attenzione i loro bambini e dove trovare indicazioni valide, chiare ed affidabili dal punto di vista scientifico, in grado di aiutare, nel tempo, ad affrontare con successo le difficoltà che inevitabilmente si incontrano nel percorso di crescita dei propri figli.
Se desideri “sentire” la voce dei genitori che in questi anni hanno partecipato ai miei percorsi trovi le loro testimonianze al link https://danielascandurra.com/testimonianze/.
Se sei interessata/o ad avere informazioni su questo progetto o desideri richiedere una consulenza pedagogica contattami nei nei seguenti modi:
Telefono Cellulare: 347 5760095
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